Aveva un passaporto autentico, rilasciato dalle autorità statunitensi nel 2019, ma con un nome falso: Rexal Ford. In realtà si chiama Francis Kaufmann, 46 anni, cittadino americano, arrestato sull’isola greca di Skiathos con l’accusa di aver ucciso una bambina di pochi mesi e di aver occultato il cadavere della madre, trovati entrambi senza vita il 7 giugno scorso a Villa Pamphili, a Roma. La svolta è arrivata grazie alla collaborazione tra la Procura di Roma e l’FBI, che ha permesso di risalire alla vera identità dell’uomo attraverso una rogatoria internazionale. Kaufmann, che si presentava come regista e produttore cinematografico, aveva viaggiato negli ultimi anni tra Malta, Russia, Italia e Grecia, utilizzando documenti apparentemente in regola ma con generalità fittizie. Secondo gli inquirenti, l’uomo era arrivato in Italia nell’aprile 2025 insieme a una donna – che si faceva chiamare Stella Ford – e alla loro presunta figlia. Nessuna traccia ufficiale del loro soggiorno in alberghi o strutture ricettive. Il 5 giugno, due giorni prima del ritrovamento dei corpi, Kaufmann aveva inviato un messaggio vocale a un amico italiano: “Mia moglie mi ha lasciato. È tornata con il suo ex. Non vuole più la bambina”. Parole registrate mentre, secondo gli investigatori, la donna era già morta. Il corpo della neonata presentava segni di strangolamento, mentre quello della madre – trovato a 200 metri di distanza – non mostrava ferite evidenti. Gli esami tossicologici e istologici chiariranno le cause del decesso. Intanto, è stato emesso un mandato di arresto europeo e si attende l’estradizione di Kaufmann in Italia entro fine mese. Resta il mistero sull’identità della donna, forse originaria dell’Europa dell’Est. Alcuni testimoni la descrivono come una “hacker geniale”, altri come una figura sfuggente. La verità, come spesso accade nei gialli più oscuri, è ancora tutta da scrivere.