Contro i danni causati dal maltempo e dalla siccità occorre accelerare sul piano invasi, per garantire alle aziende agricole la disponibilità idrica ma anche per contribuire a gestire le piogge in eccesso, prevenendo il rischio di esondazioni. È l’appello lanciato dalla Coldiretti in vista della Giornata mondiale contro la Desertificazione che si celebra il 17 giugno. A pochi giorni dall’inizio dell’estate l’Italia è alle prese con una estrema instabilità meteo, con l’alternarsi in pochi giorni di caldo torrido e nubifragi. Nell’ultima settimana, nonostante le temperature record, si sono registrati ben 128 eventi estremi, di cui l’80% costituito da grandinate, secondo l’analisi Coldiretti su dati Eswd. Proprio la grandine ha causato gravi danni in Emilia Romagna, Veneto e Lazio. Nel Ravennate si segnalano frutteti devastati i frutteti, mentre a Velletri (Roma) sono stati colpite ortaggi, frutta e vigne, con perdite della produzione che si aggirano già tra il 55% e il 70%. In provincia di Vicenza la grandine ha distrutto fino al 30% dei vigneti. Nel Modenese i danni sono stati, invece, causati dal vento e dai nubifragi che hanno scoperchiati i tetti di stalle e capannoni.
La siccità resta, invece, critica in Puglia, soprattutto nella Capitanata, dove gli invasi sono solo al 33% della capacità, ben al di sotto dei livelli minimi. In Sardegna, nella Nurra, è già stata sospesa la coltivazione di mais, angurie e meloni, e sono a rischio anche oliveti, vigneti ed erba medica. Coldiretti ha ottenuto 8 milioni di euro per risarcire le aziende danneggiate, ma è solo un primo intervento. In Sicilia, soprattutto nell’Agrigentino, si teme una nuova crisi per carenza d’acqua e infrastrutture inadeguate. In Basilicata, nel Potentino, soffrono le coltivazioni di pomodoro e ortaggi, mentre nel Materano si verificano cadute premature di frutti su albicocchi, peschi, agrumi e olivi.
Il Piano Coldiretti per gli invasi
Cinque anni fa Coldiretti ha lanciato la proposta di un piano di invasi con sistemi di pompaggio per generare energia elettrica. Un piano subito cantierabile, che permetterebbe di raccogliere pioggia tutto l’anno, limitando l’impatto di piogge intense e prevenendo esondazioni. I bacini, costruiti senza cemento con materiali locali, servirebbero per usi civili, agricoli e per produrre energia idroelettrica. Previsto anche il recupero e la manutenzione degli invasi esistenti. Ma serve anche adottare una strategia che, oltre alla realizzazione di nuovi invasi, comprenda la manutenzione dei corsi d’acqua e una più efficiente distribuzione delle risorse idriche. Solo così – conclude Coldiretti – sarà possibile affrontare le sfide del clima rispetto a fenomeni che negli ultimi tre anni sono costati 20 miliardi di euro all’agricoltura italiana.