Dopo settimane di intensi movimenti diplomatici e militari, il conflitto tra Ucraina e Russia continua a produrre sviluppi rilevanti, tra rimpatri di caduti, trattative sospese e nuovi equilibri nei flussi di aiuti internazionali. Lunedì, l’Ucraina ha ricevuto dalla Russia 1.245 salme di soldati caduti, nell’ultima fase prevista dagli accordi firmati a Istanbul. Con questa consegna si conclude un ciclo che ha permesso il rientro in patria di oltre 6.000 corpi. “È l’ultima volta che effettuiamo questo tipo di scambio in questo formato”, ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov. “Ora inizia una nuova fase: ci battiamo per il ritorno dei prigionieri“. Secondo Mosca, sono ancora disponibili 2.239 salme da restituire. In cambio, la Russia ha ricevuto finora i resti di soli 78 militari. Il consigliere del Cremlino Vladimir Medinsky ha confermato che lo scambio dei prigionieri è ancora in corso.
Zelensky in Austria, poi al G7 incontrerà Trump
Il presidente Volodymyr Zelensky e la first lady Olena Zelenska sono stati ieri a Vienna per una visita ufficiale, dove hanno incontrato il presidente austriaco Alexander Van der Bellen e la moglie Doris Schmidauer. Durante la visita si è tenuto anche un incontro sul ruolo delle donne nella costruzione della pace. L’Austria, pur condannando l’aggressione russa, mantiene una linea di neutralità armata: ha fornito assistenza umanitaria a Kiev, ma non invia armi. Zelensky è atteso oggi in Canada, dove parteciperà al vertice G7 di Kananaskis. Secondo la Casa Bianca, è previsto un incontro bilaterale con il presidente statunitense Donald Trump, il primo dall’inizio del nuovo mandato. Trump vedrà anche la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum.
Mosca sui negoziati: “Nessuna data fissata”
Sul fronte diplomatico, resta in sospeso la possibilità di nuovi colloqui tra Kiev e Mosca. Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha chiarito che non esiste ancora una data precisa per la ripresa dei negoziati, anche se il consigliere presidenziale Yuri Ushakov aveva indicato una possibile ripartenza dopo il 22 giugno. Sempre secondo Peskov, Istanbul resta l’ipotesi più probabile come sede dei colloqui. Dal canto suo, Kiev si è detta disponibile a trattative solo a livello di capi di Stato. Il vice ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha criticato il documento presentato dai russi, definendolo “inadeguato” e carico di ultimatum. “Chiedono la nostra capitolazione”, ha dichiarato venerdì scorso in un’intervista a Radio Free Europe.
Donetsk sotto attacco: sei morti in 24 ore
Il conflitto continua a colpire duramente i territori contesi. Nelle ultime 24 ore, sei civili sono morti e altri quattro sono rimasti feriti a causa dei bombardamenti russi nella regione di Donetsk. Lo ha reso noto Vadym Filashkin, governatore dell’oblast, specificando che le vittime sono state registrate a Bahatyr, Pokrovsk e Kostyantynivka. Sono stati colpiti anche due aziende, abitazioni private e un gasdotto. Nella notte, un attacco con droni su Kiev ha ferito due persone, tra cui un giovane di 21 anni in gravi condizioni.
Rinviata la proposta UE sul nucleare russo
Sul fronte energetico, la Commissione europea ha deciso di posticipare la proposta di riduzione della dipendenza dal combustibile nucleare russo. L’annuncio è arrivato ieri dal commissario europeo all’energia Dan Jorgensen, che ha spiegato come la priorità immediata resti l’embargo sul gas russo, previsto entro il 2027. Per l’uranio arricchito, invece, servirà più tempo: “Dobbiamo garantire che gli Stati membri non restino senza fonti di approvvigionamento sicure”, ha detto Jorgensen.Attualmente, la Russia fornisce il 38% dell’uranio arricchito e il 23% dell’uranio grezzo usato nell’Unione Europea. La Commissione propone anche di vietare nuovi contratti firmati con fornitori russi tramite l’Agenzia per l’approvvigionamento dell’Euratom. Budapest ha reagito duramente alle nuove proposte europee. Il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha dichiarato che l’Ungheria “userà ogni mezzo” per bloccare il piano congiunto di Ursula von der Leyen e Zelensky. Secondo Szijjártó, lo stop all’energia russa rischia di quadruplicare le bollette delle famiglie ungheresi e di colpire duramente l’economia dell’Europa centrale. Ha inoltre accusato Bruxelles di “aggirare le regole dell’UE” presentando misure sanzionatorie come politiche commerciali per evitare l’unanimità del Consiglio.
Cala il sostegno USA, cresce quello europeo
Secondo un rapporto del Kiel Institute, tra gennaio e aprile 2025, l’Ucraina ha ricevuto più aiuti rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti, nonostante l’assenza di nuovi pacchetti da parte degli Stati Uniti. A compensare è stato il sostegno rafforzato da parte dei paesi europei, in particolare Regno Unito e paesi nordici. In totale, al 30 aprile 2025, sono stati confermati 294 miliardi di euro su 405 promessi: 140 per aiuti militari, 133 per assistenza finanziaria e 21 per aiuti umanitari. Per la prima volta dal giugno 2022, l’Europa ha superato gli USA anche negli aiuti militari: 72 miliardi contro 65. Tuttavia, il rapporto evidenzia una contrazione preoccupante dei contributi da parte di Germania, Italia e Spagna. Il direttore del progetto, Christoph Trebesch, sottolinea che “l’inerzia tedesca e italiana” potrebbe compromettere la coesione europea in caso di un conflitto prolungato. Resta da capire se l’attuale impulso europeo rappresenti un picco momentaneo o un cambiamento strutturale nel ruolo di Bruxelles come principale sostenitore di Kiev.