Lo spettro della guerra tra Israele e Iran è diventato realtà. Tra la notte di giovedì e ieri è scattato il primo, massiccio attacco dell’aviazione israeliana contro l’Iran. Un’operazione militare senza precedenti per portata, precisione e obiettivi: nel mirino i centri nevralgici del programma nucleare di Teheran, le basi delle Guardie Rivoluzionarie, residenze protette di alti ufficiali e strutture strategiche sparse in tutto il territorio iraniano. La risposta della Repubblica islamica non si è fatta attendere: nella serata di ieri oltre 500 missili sono stati lanciati dal territorio iraniano verso Israele, in particolare contro la fascia centrale del Paese e Tel Aviv, dove si segnalano feriti (14 persone) e danni. Le sirene d’allarme hanno risuonato in tutta la nazione, mentre le autorità israeliane hanno ordinato alla popolazione di rifugiarsi in luoghi protetti.
È l’inizio di un conflitto diretto e aperto tra due potenze regionali nemiche da oltre quarant’anni. Dopo decenni di scontri indiretti, atti di sabotaggio, minacce reciproche e attacchi attribuiti a gruppi alleati, oggi Teheran e Gerusalemme si colpiscono frontalmente.
L’inizio delle offensive
Entrando nello specifico, è iniziata all’alba di ieri l’offensiva militare israeliana contro l’Iran. L’operazione, definita da Israele “solo l’inizio”, ha preso di mira centrali nucleari, basi militari e infrastrutture strategiche del Paese, provocando secondo fonti iraniane almeno 78 morti e oltre 300 feriti solo a Teheran. Tra le vittime figurano anche il capo di Stato maggiore e il comandante dei Pasdaran. La Repubblica islamica ha risposto lanciando oltre 100 droni, mentre il mondo si interroga sulle conseguenze di questa escalation. L’attacco ha centrato il sito nucleare di Natanz, l’impianto sotterraneo più protetto del programma iraniano di arricchimento dell’uranio, dove Israele afferma di aver inflitto “danni significativi”, mentre Teheran parla solo di “danni superficiali”. Oltre a Natanz, sono stati colpiti anche il sito nucleare di Fordow e numerosi quartieri di Teheran, come Lavizan, Farahzad e Amir Abad. Le esplosioni hanno raggiunto anche altre province: Hamedan, Ahvaz, Boroujerd, Kermanshah e Lorestan. Secondo fonti di intelligence, agenti del Mossad sarebbero entrati in azione sul territorio iraniano, guidando i bombardamenti e compiendo atti di sabotaggio. “Questa è una guerra, non un’operazione”, dichiarano alti ufficiali dell’esercito israeliano. L’obiettivo – spiegano – è neutralizzare una minaccia esistenziale, eliminando scienziati e vertici militari iraniani. Il portavoce dell’esercito Effie Defrin ha annunciato che “l’operazione durerà a lungo” e che sono già programmati nuovi attacchi. Secondo il Wall Street Journal, Israele ha previsto una campagna militare di almeno 14 giorni. In seguito all’offensiva, Israele ha chiuso tutte le ambasciate nel mondo, sospendendo i servizi consolari e invitando i cittadini a non esibire simboli ebraici o israeliani in pubblico. Misure straordinarie di sicurezza sono state adottate da molti Paesi, tra cui Germania e Svezia.L’Iran ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che si è tenuta ieri sera. Il Segretario generale Antonio Guterres ha condannato l’escalation, invitando al rispetto del diritto internazionale. L’Iraq ha denunciato l’uso del proprio spazio aereo da parte di Israele, definendolo “una flagrante violazione della sovranità”.
Il ruolo degli Stati Uniti
Secondo ABC News, gli Stati Uniti non hanno partecipato militarmente all’attacco, ma hanno fornito informazioni di intelligence determinanti. Una ricostruzione confermata anche da Axios, che parla di un “via libera segreto” da parte di Washington: l’opposizione pubblica di Trump sarebbe stata solo di facciata, mentre i contatti diretti tra il presidente americano e Netanyahu, avvenuti nei giorni precedenti, sarebbero serviti a coordinare l’azione. Il presidente Trump ha definito “eccellente” l’attacco israeliano: “Gli iraniani sono stati colpiti duramente, e ce ne saranno altri. Hanno avuto 60 giorni per fare un accordo, oggi è il giorno 61. Ora forse hanno una seconda occasione”. Sulla sua piattaforma Truth, ha avvertito che “i prossimi attacchi saranno ancora più brutali” e ha invitato Teheran a fermare “il massacro” prima che sia troppo tardi.
Macron, Tajani e la comunità internazionale
Il presidente francese Emmanuel Macron ha riaffermato il diritto di Israele a difendersi, pur chiedendo moderazione per evitare il collasso dell’intera regione. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, in contatto con le controparti israeliana e iraniana, ha dichiarato: “Israele ha vinto la guerra contro Hamas, ora eviti ulteriori escalation e risparmi la popolazione civile”.
Iran: ipotesi ritiro dal Trattato di non proliferazione
Intanto, fonti iraniane riferiscono che Teheran sta valutando il ritiro dal Trattato di non proliferazione nucleare (TNP). Secondo quanto riportato da media israeliani, gli USA avrebbero offerto agli iraniani un nuovo ciclo negoziale, ma l’Iran lo avrebbe respinto.
Hamas promette sostegno
Il gruppo palestinese Hamas ha dichiarato che l’Iran “paga oggi il prezzo del suo sostegno alla resistenza a Gaza” e ha promesso pieno appoggio nel conflitto contro Israele. Secondo Tel Aviv, i droni lanciati ieri dall’Iran non hanno raggiunto il territorio israeliano, ma la tensione resta altissima su tutti i fronti.
Bloccate le carovane in solidarietà con Gaza
Nel frattempo, iniziative internazionali in solidarietà con la popolazione palestinese sono state bloccate ai confini di Libia ed Egitto. Una carovana partita da Tunisi con un migliaio di partecipanti è stata fermata a Sirte, mentre una marcia in partenza dal Cairo è stata bloccata dalle autorità egiziane nei pressi della capitale. Decine di attivisti stranieri sono stati arrestati, espulsi o trattenuti negli hotel.
Missili su Israele
In risposta al blitz israeliano, l’Iran ha scatenato nel tardo pomeriggio un massiccio attacco missilistico contro Israele. Secondo il corrispondente della tv Al Arabiya, oltre 100 razzi sono stati lanciati verso il centro dello Stato ebraico. Le sirene sono risuonate da Gerusalemme a Tel Aviv, dove colonne di fumo si sono alzate in cielo in seguito all’impatto diretto di alcuni missili. L’esercito israeliano ha confermato l’attacco: “Vi preghiamo di continuare a obbedire alle istruzioni del Comando del Fronte Interno. Le esplosioni che sentite sono dovute a intercettazioni o impatti di razzi”.
Una seconda ondata di missili è stata segnalata in serata, mentre frammenti di razzi hanno provocato almeno sette feriti. I media locali hanno parlato di decine di lanci e di una risposta israeliana “in fase di pianificazione”.
Minacce
In un messaggio trasmesso in televisione, la Guida suprema iraniana Ali Khamenei ha lanciato un duro avvertimento a Israele, accusandolo di aver commesso “un crimine grave” con l’attacco all’alba su Teheran. Khamenei ha promesso che Israele “non la farà franca” e ha assicurato che le forze armate iraniane risponderanno con tutta la loro potenza, rendendo lo Stato ebraico “impotente e paralizzato”. Nel suo discorso, pronunciato in parallelo all’attacco missilistico massiccio dell’Iran contro Israele, l’ayatollah ha parlato di un “errore madornale” da parte del “regime sionista” e ha promesso vendetta per il sangue versato dai “martiri iraniani”. “Nessuna clemenza, nessuna negligenza. Il popolo e le forze armate sono pronti”, ha dichiarato. La replica israeliana non si è fatta attendere: il Ministro della Difesa Israel Katz ha condannato duramente l’aggressione iraniana, affermando che “l’Iran ha oltrepassato il limite lanciando missili su centri abitati civili” e promettendo che Teheran “pagherà un prezzo altissimo” per le sue azioni.
Nel frattempo, secondo quanto riferisce Axios, gli Stati Uniti stanno aiutando Israele nell’intercettazione dei missili balistici iraniani. L’intervento sarebbe avvenuto mentre decine di razzi lanciati da Teheran colpivano lo spazio aereo israeliano.