Inutile girarci intorno: l’attacco di Israele all’Iran ha scosso il mondo e ha chiamato inevitabilmente l’Italia a una risposta immediata. Dopo una notte, quella tra giovedì e venerdì, di alta tensione, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato nel pomeriggio di ieri un vertice d’emergenza in videoconferenza con i ministri chiave del governo e i vertici dell’intelligence, per valutare l’impatto della crisi mediorientale sulla sicurezza nazionale e sulle prospettive diplomatiche internazionali. La riunione è arrivata alla vigilia del G7 in Canada, che si preannuncia come un banco di prova delicatissimo per gli equilibri globali, già messi a dura prova dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. L’offensiva israeliana, che ha decapitato i vertici dei pasdaran iraniani e colpito con precisione strategica i siti nucleari del regime di Teheran, ha infatti spalancato un nuovo fronte di guerra, mentre l’Europa e gli Stati Uniti provano a tenere aperto il canale della diplomazia. Nel corso della riunione a Palazzo Chigi, che ha coinvolto, oltre a Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Guido Crosetto, Matteo Piantedosi, Giancarlo Giorgetti, Alfredo Mantovano, Giovanbattista Fazzolari e i vertici dell’Aise e dell’Aisi, è stata condivisa una valutazione “preoccupata” sull’escalation in corso.
“I rapporti dell’Aiea parlano chiaro: l’Iran è in violazione degli obblighi del Trattato sulla Non Proliferazione nucleare”, si è letto in una nota di Palazzo Chigi. “In questo quadro, è stato riaffermato il pieno sostegno dell’Italia ai negoziati tra Stati Uniti e Iran, come testimoniato dalle due tornate ospitate a Roma. La via diplomatica deve restare l’obiettivo prioritario”.
Allerta in Italia

Immediata la risposta sul fronte della sicurezza interna. Il Ministro dell’Interno Piantedosi ha attivato il Comitato Nazionale Ordine e Sicurezza Pubblica al Viminale. Con la collaborazione delle forze dell’ordine e dei servizi segreti, è stato disposto un rafforzamento dei dispositivi di prevenzione e sorveglianza attorno agli obiettivi sensibili, in particolare le sinagoghe, le ambasciate, i centri culturali e i luoghi della Comunità ebraica. “Da tempo i livelli di sicurezza erano stati innalzati, ma oggi c’è un focus aggiuntivo su tutti i fronti: informativo, investigativo e operativo”, spiegano fonti della Questura di Roma. In particolare, la zona del Ghetto della Capitale è sorvegliata da un numero maggiore di agenti, anche in abiti civili, e l’attenzione è alta per possibili rappresaglie o atti emulativi.
Anche le ambasciate italiane nei paesi mediorientali sono state poste in stato di allerta, mentre l’Unità di Crisi della Farnesina è in contatto con i connazionali presenti nelle aree a rischio.
Diplomazia al lavoro

Sul piano diplomatico il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto una giornata frenetica. Dopo il vertice con Meloni, ha tenuto colloqui telefonici con i colleghi di Francia (Jean-Noel Barrot), Regno Unito (David Lammy) e Germania (Johann Wadephul), nel tentativo di costruire una linea comune europea per contenere l’escalation e rilanciare il negoziato. “Tutti i colleghi hanno espresso la volontà di evitare un allargamento del conflitto. La priorità è impedire che l’Iran arrivi mai a disporre di un arsenale nucleare militare”, ha riferito Tajani in serata.
Il Capo della Farnesina ha anche avuto contatti diretti con il Ministro israeliano Saar e con quello iraniano Araghchi. “Ho chiesto di fermare le operazioni militari su Gaza e tutelare la popolazione civile. Ma è chiaro che oggi il pericolo più grande viene da Teheran: il mondo non può restare a guardare”, ha ribadito.
Lo scontro in Parlamento

Ma la crisi internazionale ha già scatenato un acceso dibattito politico. Le opposizioni, guidate dalla Segretaria del Pd Elly Schlein, hanno accusato il governo di passività e chiedono un’immediata informativa parlamentare. “La situazione in Medio Oriente è gravissima. Il governo italiano deve attivarsi subito in tutte le sedi multilaterali per promuovere la de-escalation. Fermiamo la logica delle armi, difendiamo la diplomazia”, ha detto Schlein. Dura anche la presa di posizione del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra: “L’Italia non può sostenere l’avventurismo militare di Netanyahu. Serve una posizione chiara, netta, per la pace”.
Tajani ha replicato con toni polemici: “Si svegliano tardi. Invece di fare dichiarazioni da casa, potevano telefonarmi questa notte mentre seguivamo in diretta l’attacco. Io sono sempre disponibile a riferire in Parlamento, ma mi aspetto che vengano anche loro, invece di fare solo propaganda. Vorrei qualche proposta costruttiva, non solo l’ennesima polemica. Noi lavoriamo per difendere l’Italia, non per alimentare divisioni in un momento così delicato”. Da segnalare che Tajani sarà questa mattina alla Camera per un’informativa urgente.
In parallelo Meloni ha avuto colloqui telefonici con alcuni leader internazionali: il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.