giovedì, 5 Giugno, 2025
Lavoro

Lavoro: discesa della disoccupazione, ma salgono gli inattivi

Ad aprile il tasso scivola al 5,9% e l’occupazione si mantiene stabile. Aumentano autonomi e precari, mentre diminuiscono i contratti stabili

Il mercato del lavoro italiano mostra segnali di miglioramento, ma anche elementi di fragilità. Secondo i dati diffusi ieri dall’Istat, nel mese di aprile 2025 il tasso di disoccupazione è sceso al 5,9%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a marzo. Un risultato incoraggiante, accompagnato dalla diminuzione della disoccupazione giovanile, che si attesta al 19,2%, con una flessione dell’1,2%. Ma il quadro delineato dall’Istat è tutt’altro che univoco. Se da un lato crescono gli occupati su base annua (+282mila unità, pari a +1,2%), dall’altro si registra un aumento degli inattivi (+39mila su base mensile), mentre il tasso di occupazione resta stabile al 62,7%. L’analisi più dettagliata rivela come la dinamica occupazionale sia guidata da un incremento tra gli autonomi (5,18 milioni) e i lavoratori a termine (2,65 milioni), mentre calano i dipendenti permanenti, che scendono a 16,36 milioni.

Un mercato in trasformazione

Ad aprile, il numero complessivo degli occupati si è attestato a 24 milioni e 200mila, un dato stabile rispetto al mese precedente. Mala composizione interna del mercato del lavoro sta cambiando: il calo dei contratti a tempo indeterminato è compensato dalla crescita del lavoro autonomo e di quello temporaneo. La stabilità del dato aggregato è il risultato di un aumento tra gli uomini, nella fascia 25-34 anni e tra gli over 50, e di una flessione tra le donne e nelle fasce 15-24 e 35-49 anni. La disoccupazione è in calo anche nel confronto trimestrale (febbraio-aprile rispetto a novembre-gennaio), con una diminuzione del 3,4% (-55mila persone in cerca di lavoro), mentre gli occupati crescono dello 0,4% (+96mila unità). Scendono anche gli inattivi nel trimestre (-44mila), ma crescono su base mensile e su base annua, segnalando un segmento della popolazione che esce dal circuito produttivo senza cercare un nuovo impiego.

Le letture politiche

I dati Istat sono stati subito accolti con soddisfazione dalla maggioranza di governo. “Un segnale chiaro che le politiche del governo Meloni stanno funzionando”, ha affermato Andrea Delmastro delle Vedove, Sottosegretario alla Giustizia, che ha parlato di “un’Italia che guarda al futuro con ottimismo e fiducia, grazie a un piano coraggioso di sostegno alle imprese, incentivi all’occupazione e riforme strutturali”. Anche Mauro Malaguti, Deputato di Fratelli d’Italia, ha collegato i dati Istat alla strategia dell’esecutivo: “Il positivo operato del governo è certificato anche dall’Ocse, che prevede un miglioramento del deficit al 3,1% e una riduzione del debito pubblico. La riduzione della spesa per il Superbonus sta contribuendo al risanamento dei conti”.

Il Senatore Michele Barcaiuolo ha parlato di “occupazione strutturata in crescita” e di “uno dei tassi di disoccupazione più bassi degli ultimi anni”. Per lui, l’azione del governo sta premiando il Paese, e la strada intrapresa va consolidata con politiche su formazione, semplificazione e incentivi mirati. Più cauto il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, che ha riconosciuto i dati positivi ma ha sottolineato la necessità di agire sui salari: “Ora dobbiamo lavorare per garantire stipendi più alti, soprattutto ai giovani, e tutelare il ceto medio, che resta il motore del Paese”.

L’opposizione attacca

Sul fronte opposto, le reazioni non si sono fatte attendere. La Capogruppo del M5S in Commissione Bilancio, Elisa Pirro, ha definito “fuori luogo” le dichiarazioni entusiastiche della maggioranza. “I dati ci parlano di un mercato del lavoro fermo, con un aumento dei contratti a termine e un calo di quelli permanenti. Crescono anche gli inattivi, ossia coloro che non studiano né lavorano”, ha denunciato, accusando il governo Meloni di propaganda politica e di voler disincentivare la partecipazione popolare al prossimo referendum. Insomma, per l’opposizione, i numeri Istat non giustificano il tono trionfalistico adottato dalla maggioranza: la crescita degli occupati è modesta su base mensile, l’aumento degli inattivi è un campanello d’allarme e il calo dei contratti stabili segnala un lavoro più precario e meno sicuro.

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