È stata una domenica di fede e festa quella vissuta il 1° giugno in Piazza San Pietro, dove Papa Leone XIV ha presieduto la Messa per il Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani. Migliaia di fedeli, provenienti da oltre 130 Paesi, hanno partecipato alla celebrazione. Durante l’omelia, il Pontefice ha voluto richiamare il valore centrale della famiglia, sottolineando come essa rappresenti un “argine alla disgregazione della società”.
Il matrimonio come forma autentica dell’amore
Nel cuore della sua riflessione, Papa Leone ha posto il matrimonio, definendolo “canone del vero amore tra l’uomo e la donna”. Non un’idea astratta, ha spiegato, ma una realtà concreta, fondata su amore “totale, fedele e fecondo”, capace di generare vita e senso di appartenenza. “Dalle famiglie viene generato il futuro dei popoli”, ha affermato con forza. Un messaggio rivolto non solo ai credenti, ma a tutta la società, in un’epoca in cui, secondo il Pontefice, la coesione familiare viene spesso messa in discussione.
Genitori testimoni di libertà e responsabilità
Parlando direttamente ai genitori, Leone XIV ha ribadito l’importanza del loro ruolo educativo. “Siate esempi di coerenza”, ha detto, invitando le madri e i padri ad accompagnare i figli verso la libertà attraverso l’obbedienza consapevole e la ricerca del bene. Un compito che richiede dedizione e responsabilità, ma che, secondo il Papa, costruisce solide fondamenta per l’intera comunità.
Saluto ai nonni e agli anziani: custodi della memoria
Durante la preghiera del Regina Caeli, recitata al termine della celebrazione, il Pontefice ha rivolto un pensiero particolare ai nonni e agli anziani. Li ha definiti “modello genuino di fede” e li ha ringraziati per la testimonianza quotidiana di amore e saggezza. “Sono loro a mantenere viva la memoria, a trasmettere valori e a unire le generazioni”, ha detto Papa Leone, tra gli applausi della folla.
Pranzo dagli Agostiniani per un compleanno speciale
Dopo la Messa, il Pontefice ha lasciato il Vaticano per recarsi al Collegio internazionale Santa Monica, sede degli Agostiniani, in via Paolo VI. Lì ha partecipato a un pranzo in occasione del settantesimo compleanno di padre Alejandro Moral Antón, priore generale dell’Ordine. Un momento di convivialità semplice e familiare, che ha mostrato ancora una volta lo stile diretto e affabile di Leone XIV.
Il Giro d’Italia attraversa il Vaticano
La giornata è stata resa ancor più straordinaria dal passaggio del Giro d’Italia, che ha concluso la sua 108ª edizione proprio a Roma. Durante la fase iniziale della tappa finale, i 159 ciclisti in gara hanno attraversato in gruppo i Giardini Vaticani, ricevendo la benedizione del Papa. Leone XIV ha definito gli atleti “modelli di determinazione e impegno” e ha voluto dimostrare loro la vicinanza della Chiesa. È la prima volta nella storia che una tappa del Giro entra all’interno delle mura vaticane.
Sport e fede, un omaggio a Papa Francesco
Il passaggio simbolico attraverso il Vaticano era stato inizialmente pensato per l’Anno Santo 2025, in onore di Papa Francesco. Dopo la sua scomparsa, l’iniziativa è diventata un omaggio alla sua memoria, a conferma del forte legame che Francesco aveva costruito con il mondo dello sport e della gente. Un modo, anche questo, per sottolineare come i valori della fatica, della lealtà e della solidarietà possano parlare a tutti.
Simon Yates trionfa nella Capitale
La tappa conclusiva del Giro, lunga 143 chilometri, ha visto la vittoria allo sprint di Olav Kooij, ma è stato il britannico Simon Yates a conquistare la maglia rosa e la vittoria finale. Per lui è il secondo trionfo in un Grande Giro dopo la Vuelta del 2018. Il momento più significativo è arrivato nel corso della penultima tappa, con un attacco decisivo sul Colle delle Finestre che gli ha permesso di superare il giovane messicano Isaac Del Toro nella classifica generale.
Un pensiero commosso per Daisy Gesink
Non sono mancati momenti toccanti, come il ricordo di Daisy Gesink, moglie del ciclista Robert Gesink, recentemente scomparsa. Il team Visma-Lease a Bike ha dedicato la vittoria proprio alla sua memoria. Un gesto che ha aggiunto un’ulteriore dimensione umana a una giornata già ricca di significati, mostrando come anche nello sport più competitivo trovino spazio affetto, dolore e gratitudine.