venerdì, 30 Maggio, 2025
Cultura

La Reggia di Caserta: Il meraviglioso Stradivari barocco, sintesi estetica e funzionale del Regno di Napoli

Nel pieno della rigogliosa “terra di lavoro” svetta la Reggia di Caserta, capolavoro ingegneristico armonioso, bellissimo, efficiente e razionale. Terra di lavoro, chiamata così anche per la generosa fertilità dei suoi agri, è stata ammirata ed elogiata anche da Goethe(1749-1832) nel suo famoso e romantico grand tour “Italienische Reise” (viaggio in Italia) condotto tra il 1813 ed il 1817. Fu proprio al termine grand tour, nellastimolante, muliticolore ed etrogenea Italia, crocevia di biodiversità naturali ed etniche, che l’intellettuale alimentò la sua “visione mondiale della letteratura (Weltlitteratur).

La Reggia fu voluta da Carlo di Borbone (1716- 1788), per riaffermare in chiave più moderna il potere della monarchia assoluta, come era già successo in Francia nel periodo del re Luigi XIV, che trasferì la sua corte a Versailles. La costruzione fu proseguita dal suo successore Ferdinando IV, in quanto Carlo fu destinato ad occupare il trono della Spagna. La posa della prima pietra avvenne nel 1752 ed il complesso fu concluso nel 1845, pochi anni prima che avvenisse l’Unità d’Italia nel 1861 e tramontasse definitivamente il modello di monarchia assoluta a favore delle monarchie costituzionali. Con ciò la Reggia perse la sua funzione politica ma rimase uno straordinario esempio di cultura, bellezza e funzionalità, utile allo sviluppo economico e sociale di terra di lavoro.

Il progetto fu curato dall’architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773) e, dopo la sua morte, dal figlio Carlo (1739-1821), poi ancora da altri architetti che la completarono, rispettando le tavole del progetto originario, oggi orgogliosamente esposte e valorizzate nei saloni del palazzo, visitabile e fruibile alla curiosità ed alla meraviglia dei turisti provenienti da ogni parte del mondo.

In essa è sintetizzata l’arte del tempo in ogni sua manifestazione: è il trionfo del “barocco”. Osservando dall’alto il galattico parco di straordinaria grandezza ela parte antistante dei giardini con le scuderie ed il complesso dell’edificio della Reggia, si scopre la forma del violino (vedi foto), a significare l’armonia e la suggestione che la musica può dare attraverso l’organizzazione e il linguaggio universale dei suoni, tradotto in architettura.

E’ arduo, direi impossibile anche ai più dotati del dono della sintesi, raccogliere in un articolo di giornale la storia, la bellezza, l’efficienza ingegneristica e l’arte contenute nella grande opera.

Per questo scopo ci sono ampie monografie che descrivono la magnificenza, il progresso, il pensiero e la creatività espresse e confliuite nel gigantesco capolavoro barocco.

Giova ricordare che Ferdinando IV, passata l’epopea napoleonica e muratiana nel Regno di Napoli, nel 1815, dopo la restaurazione istituita dal congresso di Vienna, prese il nome di Ferdinando I perchè al Regno di Napoli fu annessa anche la Sicilia, divenendo così Regno delle due Sicilie, Contributo determinante all’opera fu dato anche dalla Regina Maria Carolina d’Asburgo, figlia di Maria Teresa D’Austria, sovrana illuminata che coltivo’il sogno dell’unificazione europea attraverso la collocazione della sua numerosa progenie, mediante studiatii matrimoni in tutte le corti delle monarchie europee. Fu infatti soprannominata “la suocera d’Europa”, per aver conquistato influenza non attraverso la guerra ma utilizzando l’educazione dei suoi numerosifigli. Ella infatti, mentre lavorava in una grande stanza, curava gli affari di Stato alla loro presenza, insegnando la politica volta a regnare per il bene dei popoli, approccio che mancò a lei prima della sua ascesa al trono dopo la “prammatica sanzione”, voluta dal padre Carlo VI nel 1740 per garantirle il titolo. Questo costruttivo – per l’epoca – approccio educativo fa benriflettere sul diverso punto di vista che le donne possono avere nella gestione del potere.

Tornando alla Reggia rimane da dire che in essa è espresso tutto il pensiero intellettuale       illuminista napoletano che gareggiava con il grande impero di Parigi.

La grande opera, gemma nella fertile ed ubertosa terra di lavoro, ha sancito la crescita e la celebrità della città di Caserta anche attraverso le preziose seterie di San Leucio (patrimonio dell’umanità UNESCO), i cui opifici furono affiancati al parco reale e la reggia fu completamente tappezzata da questo pregevolissimo prodotto.

Le seterie nacquero anche per volontà illuminata della citata Regina Maria Carolina per dare un esempio di corretto sviluppo industriale allora nascente in Europa. Particolare attenzione fu riservata all’umanizzazione degli orari di lavoro, alle donne, ai minori e alla logistica (case e servizi) volta a garantire ai lavoratori condizioni di vita di assoluto rispetto per l’epoca, I loro prodotti erano contesi in tutta Europa come segno di stile, bellezza e qualità. Ancora oggi, a San Leucio, sopravvive fiorentemente questa tradizione di pregio e di eccellenza.

Agricoltura, industria, buona amministrazione del palazzo come volano dell’economia del tempo, erano gli obiettivi cercati con la costruzione del grandioso progetto.

Oggi La Reggia di Caserta, conservata, curata e gestita con rispetto ed efficienza può rappresentare ancora un’occasione virtuosa per la città di Caserta troppo spesso – e talvolta ingiustamente- ricordata per problemi di ambiente e legalità.

Il palazzo ed il suo indotto turistico culturale può valorizzare la generosa, intelligente, creativa e fantasiosa cultura della popolazione casertana.

Visitare la Reggia è immergersi nella grandezza, nella magnificenza, nel superlativo del gusto ed i visitatori più sensibili, durante questo incontro artistico, a prescindere dal loro più o meno grande bagaglio culturale, sono certo percepiranno nel silenzio le note dolci, acute, delicate e armoniose del violino che suona.

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