venerdì, 30 Maggio, 2025
Esteri

Gaza, distribuzione aiuti, Idf: “Non abbiamo sparato”. Si moltiplicano gli appelli alla tregua

Netanyahu: "Eliminato Muhammed Sinwar". Unicef: a Gaza oltre 50mila bambini uccisi o feriti

A 600 giorni dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, la situazione nella Striscia di Gaza resta drammaticamente instabile. Il bilancio dell’Unicef è allarmante: oltre 50.000 bambini sono stati uccisi o feriti da allora. E mentre l’ONU denuncia l’uso sproporzionato della forza da parte israeliana, monta la protesta anche in Israele, dove migliaia di manifestanti hanno bloccato l’autostrada Ayalon chiedendo elezioni anticipate e il rilascio degli ostaggi. Il centro di distribuzione umanitaria inaugurato a Rafah dalla Gaza Humanitarian Foundation — iniziativa sostenuta da Israele e Stati Uniti — è diventato il simbolo di un sistema sull’orlo del collasso. Martedì scorso, la fame e la disperazione hanno travolto ogni barriera: migliaia di palestinesi hanno sfondato le recinzioni, portando alla sospensione dell’operazione. Secondo l’ONU, almeno 47 civili sono rimasti feriti, la maggior parte da colpi sparati dall’esercito israeliano. Testimoni locali hanno riferito di carri armati e aerei militari in azione. L’IDF ha negato di aver aperto il fuoco sulla folla, ammettendo solo “colpi di avvertimento” fuori dal centro. Ma il caos, documentato anche da giornalisti presenti, ha scatenato nuove critiche internazionali e interne. Proprio ieri, a Tel Aviv, l’autostrada Ayalon è stata bloccata da centinaia di manifestanti che chiedono la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas e nuove elezioni. “Ostaggi a casa, governo a casa,” si leggeva su una scritta tracciata sull’asfalto. La stessa Gisha, ong israeliana per la libertà di movimento dei palestinesi, ha definito il piano “una strategia per strangolare la popolazione e mantenere il controllo della Striscia”. Dimissioni a catena hanno colpito la leadership della GHF, inclusa quella dell’ex marine Jake Wood, nominato da Washington.

Papa Leone XIV e l’Europa: cessate il fuoco ora

“Si rispetti integralmente il diritto umanitario,” ha tuonato ieri papa Leone XIV, parlando delle sofferenze nella Striscia e del “pianto delle madri che stringono i corpi senza vita dei bambini”. L’appello del pontefice si unisce a quello dell’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas: “L’attacco continuo alle infrastrutture civili è inaccettabile. Occorre ripristinare immediatamente una distribuzione di aiuti umanitari su larga scala”. Nel mirino di Bruxelles anche la violenza dei coloni in Cisgiordania, accusati di distruzioni, intimidazioni e attacchi fisici contro comunità palestinesi, con l’Ue che chiede a Israele “misure decisive” per porre fine agli abusi.

Netanyahu: eliminato Sinwar, dietro gli Houthi c’è l’Iran

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha dichiarato ieri alla Knesset che le forze israeliane hanno ucciso Muhammed Sinwar, fratello minore del leader di Hamas Yahya Sinwar, ucciso in ottobre. È la prima conferma ufficiale della sua morte, finora tenuta riservata. Ma Netanyahu ha anche rivolto lo sguardo fuori da Gaza. Dopo una serie di attacchi missilistici partiti dallo Yemen, l’aeronautica israeliana ha colpito nuovamente le postazioni Houthi nei pressi dell’aeroporto di Sana’a. “Chi ci colpisce, noi lo colpiamo. E se non basta, risponderemo con più forza ancora,” ha dichiarato il premier, puntando il dito direttamente contro Teheran: “Gli Houthi sono solo una pedina, il vero responsabile è l’Iran”. In questo quadro, secondo un’inchiesta del New York Times, l’intelligence americana teme che Israele possa lanciare un attacco a sorpresa contro le infrastrutture nucleari iraniane, con tempi di preparazione inferiori alle sette ore. Un’azione unilaterale che rischierebbe di obbligare gli Stati Uniti a intervenire, anche in presenza di un possibile accordo sul nucleare con Teheran.

Tajani: espulsione palestinesi non è accettabile

Dall’Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha lanciato un appello accorato alla Camera: “Questi morti innocenti indignano le nostre coscienze. I bombardamenti devono cessare e l’assistenza umanitaria deve riprendere”. Tajani ha escluso categoricamente l’ipotesi di uno sfollamento forzato dei palestinesi: “Non sarà mai un’opzione accettabile”. Ha inoltre confermato il sostegno dell’Italia al piano egiziano per la ricostruzione e ha ribadito la disponibilità a partecipare a una missione di pace a guida araba sotto egida ONU.

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