Il processo contro Joël Le Scouarnec, ex chirurgo francese accusato di aver abusato di 300 giovani pazienti tra il 1989 e il 2014, si è concluso a Vannes, in Bretagna. Il medico, già condannato nel 2020 a 15 anni di carcere per violenze su quattro bambini, rischia ora una pena aggiuntiva di 20 anni, in quello che è stato definito il più grande caso di abusi sessuali su minori mai registrato in Francia. Le Scouarnec, 74 anni, ha ammesso la maggior parte delle accuse, dichiarando di essere consapevole delle ferite irreparabili inflitte alle vittime. Durante il processo, sono emersi dettagli inquietanti: il chirurgo annotava i nomi, l’età e gli indirizzi delle vittime nei suoi diari, descrivendo con precisione gli abusi commessi. Le vittime, molte delle quali erano sotto anestesia al momento degli abusi, hanno testimoniato davanti alla corte, raccontando esperienze traumatiche vissute negli ospedali in cui Le Scouarnec operava. La più giovane aveva un anno, mentre la più anziana 70 anni. Il caso ha suscitato indignazione in tutta la Francia, con manifestazioni davanti al tribunale e richieste di riforme per garantire maggiore protezione ai pazienti. Attivisti per i diritti dei bambini hanno esposto cartelli con slogan come “L’impunità è finita” e “Silenzio = violenza”, chiedendo pene più severe per i responsabili di abusi. Mentre la corte si prepara a emettere la sentenza definitiva, il processo ha già segnato un punto di svolta nella lotta contro la pedofilia in ambito medico, sollevando interrogativi sulla responsabilità delle istituzioni sanitarie e sulla necessità di controlli più rigorosi per prevenire simili tragedie.