lunedì, 26 Maggio, 2025
Esteri

Sull’Ucraina 300 missili e droni, ma lo scambio di prigionieri riaccende la speranza

L'attacco più grande dall'inizio delle guerra, 12 civili uccisi. Zelensky: il silenzio Usa fomenta Putin. Liberati 2.000 prigionieri. Donbas, le forze russe avanzano su Kostiantynivka

Nel cuore di una delle notti più devastanti dall’inizio dell’invasione, l’Ucraina si è risvegliata sotto i colpi di un attacco massiccio e coordinato: quasi 300 droni kamikaze e circa 70 missili hanno colpito più di 30 tra città e villaggi, tra cui Kiev, Odessa, Kharkiv, Dnipro, Mykolaiv e Sumy. Il bilancio è tragico: 12 civili morti, tra cui due bambini, oltre 60 feriti, edifici residenziali distrutti, università danneggiate. Per il governo ucraino si tratta del bombardamento più violento dall’inizio della guerra. In un messaggio accorato pubblicato ieri su Telegram, il presidente Volodymyr Zelensky ha denunciato non solo la ferocia degli attacchi, ma anche l’inerzia delle cancellerie occidentali. “Il silenzio dell’America e di altri Paesi non fa che incoraggiare Putin – ha scritto – Ogni attacco terroristico russo è una ragione in più per imporre nuove sanzioni”. Zelensky ha rivolto un appello diretto alla comunità internazionale, chiedendo una “pressione davvero forte” sulla leadership russa e sottolineando come sia ancora possibile fermare la guerra, ma solo se Mosca verrà messa di fronte a costi concreti, anche economici.

Completato scambio prigionieri

A poche ore di distanza dal bombardamento, il fronte diplomatico ha però registrato un’importante apertura: è stato completato lo scambio di 1.000 prigionieri per parte, un accordo negoziato nei mesi scorsi a Istanbul e articolato in più fasi. L’ultima tranche, finalizzata proprio ieri, ha permesso il rientro di 303 militari ucraini, tra cui semplici soldati, sergenti e membri della Guardia Nazionale e delle forze di frontiera. Alcuni di loro erano detenuti dal 2022. “Torneranno tutti, lo prometto”, ha assicurato Zelensky, esprimendo gratitudine al team che ha lavorato giorno e notte per rendere possibile l’accordo. Mosca ha confermato l’avvenuto scambio, sottolineando che si tratta di un passo importante verso la creazione di un clima favorevole a futuri negoziati. Il viceministro della Difesa russo, Alexander Fomin, ha ringraziato la Bielorussia per il supporto fornito e ha affermato che “uno scambio di questa portata facilita il dialogo per una possibile risoluzione pacifica del conflitto”. Da Kiev, però, si guarda già al prossimo scambio. Secondo Andriy Yusov, portavoce dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, i contatti sono in corso e l’obiettivo resta quello di riportare a casa “tutti i prigionieri detenuti in Russia”. I dati aggiornati parlano di 5.757 persone liberate – tra militari e civili – dall’inizio dell’invasione russa su larga scala.

Mosca avanza nel Donbas

Intanto, sul fronte orientale, la pressione militare russa non accenna a diminuire. Le forze del Cremlino avanzano nella regione del Donbas, in particolare nei pressi di Kostiantynivka, mentre secondo un rapporto della Defense Intelligence Agency statunitense presentato al Congresso, Putin sarebbe pronto a proseguire le operazioni militari almeno fino al 2025. Per il leader del Cremlino, la guerra rappresenta una sfida esistenziale con l’Occidente, un banco di prova per consolidare il proprio potere e il ruolo geopolitico della Russia. Secondo la stessa DIA, Mosca teme un conflitto diretto con la NATO, ma prevede di aumentare del 19% la spesa militare e di sicurezza nel 2025, raggiungendo i 150 miliardi di dollari: una cifra pari a circa il 40% del bilancio federale. L’obiettivo della Russia – secondo gli analisti americani – sarebbe quello di logorare la resistenza ucraina e aspettare il calo del sostegno occidentale per imporre una propria soluzione politica.

Tajani: “Guerra continuerà a lungo”

Di fronte a questo scenario, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha ribadito la necessità di non cedere all’illusione che la guerra possa finire a breve. In un’intervista al Corriere della Sera, Tajani ha dichiarato: “Putin ha costruito una macchina da guerra. È ora che accetti il negoziato”. E ha aggiunto: “Lo scambio di prigionieri è un segnale positivo, ma la realtà ci impone di essere realistici: la guerra continuerà ancora a lungo. Occorre raddoppiare la pressione su Mosca”. Sempre Tajani, su X, ha condannato con fermezza l’ultimo attacco russo, definendolo “mirato contro la popolazione civile” e ribadendo il sostegno dell’Italia a Kiev per una “pace giusta e duratura”.

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