La Francia ha annunciato la costruzione di un carcere di massima sicurezza nella Guyana francese, un progetto da 400 milioni di euro destinato a ospitare trafficanti di droga e islamisti radicalizzati. La struttura, situata nella giungla amazzonica vicino a Saint-Laurent-du-Maroni, sarà operativa entro il 2028 e potrà accogliere fino a 500 detenuti. Il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin, ha sottolineato che l’obiettivo è interrompere i contatti tra i detenuti e le loro reti criminali, sfruttando l’isolamento geografico del carcere. La Guyana francese, crocevia del traffico di droga proveniente da Brasile e Suriname, è stata scelta proprio per la sua distanza dalla Francia continentale, rendendo più difficile la comunicazione tra i detenuti e i loro complici. Il progetto ha però suscitato forti proteste tra la popolazione locale e alcuni esponenti politici. La Collettività Territoriale della Guyana ha denunciato la mancanza di consultazione e ha respinto l’idea di ospitare criminali e terroristi provenienti dalla Francia metropolitana. La scelta della Guyana ha anche un significato simbolico, dato che Saint-Laurent-du-Maroni fu il punto d’ingresso per i detenuti destinati alla famigerata Isola del Diavolo, colonia penale attiva fino al 1938. Mentre il governo francese difende il progetto come una misura essenziale per la sicurezza nazionale, resta da vedere se le tensioni con la comunità locale influenzeranno la realizzazione della struttura. La Francia si trova ora a dover bilanciare la lotta alla criminalità con le preoccupazioni storiche e sociali di un territorio che porta ancora le cicatrici del suo passato coloniale.