…E il coordinatore per la sicurezza “con evidenti rischi di conflitto d’interesse”
“La sicurezza non si insegna, si costruisce. Mattone, dopo mattone. Insieme” afferma la Sezione Romana di FederArchitetti nel preannunciare la “Giornata Nazionale per la Sicurezza nei Cantieri, alla sua 15º edizione, tenutasi a Roma nei giorni scorsi nell’Aula Magna “Adalberto Libera” del Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre.
“Cosa possiamo fare in più per fermare le morti sul lavoro?”
Scopo fondamentale nella presentazione del programma è stato subito precisato, con ironia, che non è il privilegio nella partecipazione degli iscritti all’Ordine degli Architetti per ben 8 crediti formativi, ma “…che sono una buona scusa, diciamolo l’evento è soprattutto un’occasione per affrontare una domanda che pesa come una trave sospesa: “cosa possiamo fare in più per fermare le morti sul lavoro?”
Si afferma, infatti, che “La sicurezza non può essere solo un insieme di regole da applicare: dev’essere una cultura condivisa, che parta dal progetto e arrivi in cantiere, senza fermarsi alle buone intenzioni.”
Argomenti in campo
Si spazia dagli interventi su pratiche scorrette, al ruolo di INAIL, intelligenza artificiale nei cantieri, gestione documentale, casi di studio e approfondimenti su infortuni e normative, elevando a fondamentale importanza anche Il programmato “Light lunch” con la motivazione: “Perché anche la sicurezza ha bisogno di energia”.
Al comitato scientifico il compito più corposo essendo i protagonisti composti da tecnici, rappresentanti di associazioni di categoria, enti pubblici, esponenti istituzionali e amministratori locali.
“La sicurezza come cultura progettuale e sociale, non solo come adempimento normativo”
È prevista nel programma con la suddetta definizione perché da essa è considerata …”il punto di vista dell’associazione promotrice su un tema che da sempre rappresenta un pilastro dell’impegno professionale.” Tale intervento, ovviamente, non poteva che, ai fini del peso e della responsabilità, essere riservato proprio al Presidente di FederArchitetti Roma, nella persona dell’Architetto Giancarlo Maussier.
Riflessioni e approfondimenti durante il convegno
L’Assessore ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture del Comune di Roma, Ornella Segnalini, ha raccontato le modalità delle migliori pratiche poste in essere nella Città, nel rispetto delle norme di sicurezza, lavorando anche di notte, per ridurre disagi alla collettività e garantire il rispetto dei termini contrattuali in costanza dell’anno Giubilare.
L’Assessore Segnalini ha, altresì, riconosciuto all’appuntamento ormai consolidato il pregio di “portare all’attenzione pubblica i nodi irrisolti legati alla sicurezza nei cantieri edili, settore che continua a essere tra i più colpiti da infortuni gravi e mortali.”
Un vero grido d’allarme, doverosamente giustificato ed apprezzato, nell’indicare, in un certo senso, per nome e cognome, i responsabili: “Problema culturale, organizzativo e strutturale”, specie quanto afferma che la formazione per i lavoratori sarebbe “affidata a enti poco trasparenti”, con la conseguente poca preparazione degli operai, spesso stranieri.
Nella circostanza la Consigliera per il Lavoro e gli Affari Sociali dell’Ambasciata di Romania, nell’affermare che la comunità rumena sarebbe la più numerosa tra quelle straniere in Italia, ha sottolineato che: “L’Ambasciata è attiva da tempo con sessioni informative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in linea con il Memorandum firmato a Bucarest nel 2022 tra i Ministeri del Lavoro dei due Paesi.”
Vi sarebbero in Italia circa 300 enti territoriali che svolgono formazione obbligatoria e che permane la necessità di rafforzare la vigilanza e la qualità dell’offerta formativa.
Fare formazione obbligatoria
Sarebbe un mestiere che non si tramanda più di padre in figlio; che il 40% delle persone nei cantieri è straniera e che nonostante 300 enti territoriali facciano formazione obbligatoria, la criticità del tema è chiara. Si afferma che: “il 27% degli illeciti riscontrati nel 2024 riguarda proprio la formazione, evidenziando la necessità di rafforzare la vigilanza e la qualità dell’offerta formativa.”
Il già Ministro del Lavoro Cesare Damiano ha sottolineato che il muro dei mille morti ogni anno sul lavoro può essere abbattuto con l’aiuto – si direbbe ulteriore – degli strumenti tecnologici, invocando la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale. L’Architetto Fabrizio Pistolesi, dell’Ordine degli Architetti di Roma, ha richiamato, invece, l’attenzione degli addetti lavori sulla sicurezza del patrimonio edilizio, affermando e puntualizzando che “oltre l’80% degli edifici italiani sia costruito prima della legge antisismica. Non possiamo ignorare l’urgenza di interventi strutturali.”
L’auspicio era, in sintesi, che tutti i protagonisti, ognuno col personale grado di formazione, tornassero a casa sì con gli 8 crediti formativi, ma “anche un po’ più consapevoli, informati e coinvolti sulla sicurezza nei cantieri grazie a chi la vive ogni giorno, confrontandosi con le voci autorevoli di tecnici, istituzioni e associazioni.”
Criticità, osservazioni e proposte
Sul ruolo del coordinatore per la sicurezza, a conclusione della giornata, il Presidente di FederArchitetti, Giancarlo Maussier, ha ribadito l’urgenza di passare dalla consapevolezza all’azione, affermando in merito quanto segue: “Resta centrale il ruolo del coordinatore per la sicurezza, figura prevista dal D.Lgs. 81/08, ma troppo spesso nominata direttamente dal committente, con evidenti rischi di conflitti di interesse. Si chiede quindi che questa figura venga designata da un soggetto terzo, per garantirne l’autonomia e la reale funzione di garanzia. La sicurezza in cantiere non è un optional. È una responsabilità condivisa che riguarda tutti: istituzioni, imprese, tecnici, lavoratori. E finché continueremo a considerare normale il rischio quotidiano nei cantieri, non potremo mai parlare di progresso vero.”
L’altra criticità, se non una vera e nota dolente, non meno importante della prima, proviene dalla Presidente AIDIA (Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti), nella persona dell’Arch. Raffaella Seghetti, la quale ha posto l’attenzione sulle difficoltà delle lavoratrici nei cantieri, a partire dall’inadeguatezza dei DPI: “Elmetti, scarpe e imbracature non sono progettati per il corpo femminile. Serve studiare anche le dinamiche psicologiche, investire nella scolarizzazione delle maestranze e introdurre una vera patente a punti per i cantieri”. Tra le criticità si menzionano: uso scorretto dei dispositivi, bassa scolarizzazione e distrazioni legate all’uso del cellulare.
Riflessioni in libertà
Tale annuale giornata celebrativa è sicuramente una iniziativa molto importante, ma soprattutto piena di determinazione e coraggio per i partecipanti e per gli argomenti e per le motivazioni sulle patologie emerse che non possono rimanere semplici e aride informazioni. Hanno diritto di essere animate, con tutti i mezzi e strumenti ad iniziare da quelli legislativi, perché al centro vi è la persona, la famiglia, la società, il lavoro, quel lavoro che la nostra Costituzione contempla e tutela nel suo primo articolo.
Riunirsi per parlare sulla complessa materia inerente la sicurezza nei cantieri, la sua gestione per prevenirne infortuni e incidenti spesso mortali, merita rispetto e ascolto. Si parla, infatti di come migliorare tempi e qualità del lavoro, considerato, tra l’altro, quello edile, pure usurante, stressante e oltremodo pericoloso fino a rischiare la vita come gli infortuni e gli incidenti anche mortali insegnano.
Tali momenti di confronto, di scambio di opinioni tecniche ed esperienze sul campo, oltre ai fondamentali richiami normativi, si sono consolidati nel tempo, conquistandosi spazio nella “Giornata Nazionale per la Sicurezza nei Cantieri”, oggi arrivata alla sua 15º edizione.
Sono proprio tantissimi i buoni propositi affermatisi in tale giornata di confronto; non solo professionalità, competenza, esperienza e tecnologia, ma anche formazione continua per tutti gli operatori.
È, però, la tranquillità, la serenità, l’energia e l’adeguato stato fisico che, insieme agli idonei strumenti di lavoro e di protezione personale, creano sicurezza nei cantieri, come – per principio – in tutti i luoghi di lavoro.
Occorrerebbe, pertanto, allargare la visione sulla sicurezza nei posti di lavoro, specie verso le maestranze nei cantieri edili, considerando la cultura d’origine geografica, le cause, le motivazioni, nonché le distanze delle rispettive abitazioni, mezzi di locomozione compresi.
“La sicurezza non si insegna, si costruisce. Mattone dopo mattone. Insieme.”