Un barlume di dialogo, ma sullo sfondo l’eco delle esplosioni e il sangue dei civili. È l’ennesimo paradosso della guerra in Ucraina, dove le parole di apertura del Cremlino si scontrano con la brutalità dei fatti sul terreno. Nelle ultime ore, Mosca ha definito “possibile” un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, ma solo al verificarsi di due condizioni: il raggiungimento di un “accordo preliminare” tra le parti e il completamento di uno scambio di prigionieri. A dirlo è stato il portavoce del Cremlino, lasciando intravedere un margine diplomatico in una fase in cui il conflitto sembra lontano da una risoluzione. Ma la realtà è ben diversa. A poche ore da queste dichiarazioni, un nuovo attacco russo ha colpito un minibus civile diretto da Bilopillia a Sumy, nel nord-est del Paese: nove morti e numerosi feriti, secondo le autorità locali, che denunciano un “cinico crimine di guerra” in violazione delle convenzioni internazionali. L’attacco, avvenuto alle 5 del mattino (ora italiana), è stato interpretato come una risposta armata al fallimento dei colloqui svoltisi ieri in Turchia. Durante l’incontro diplomatico, riferisce Kiev, la delegazione russa avrebbe avanzato richieste territoriali giudicate “irricevibili”, rendendo vano ogni tentativo di mediazione.
“La Russia apra al negoziato”
A ribadire la posizione dell’Italia è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che in un’intervista al Quotidiano di Sicilia ha affermato: “Putin sbaglia: sta distruggendo l’Ucraina ma danneggia anche il suo stesso Paese”, sottolineando come Mosca continui a colpire obiettivi civili, ignorando la disponibilità al dialogo manifestata da Kiev. Tajani ha richiamato la recente riunione a Londra con i colleghi europei, dove è emersa la volontà di favorire un incontro diretto tra i due leader come primo passo verso un cessate il fuoco duraturo”.
Ma oltre alla diplomazia, il ministro ha voluto porre l’accento su un altro fronte fondamentale: la ricostruzione dell’Ucraina. L’Italia si prepara ad avere un ruolo di primo piano nel processo di rinascita del Paese. Tajani ha annunciato una conferenza internazionale a Roma il 10 e 11 luglio, alla presenza di capi di governo e stakeholder globali, con l’obiettivo di coordinare gli sforzi per la ricostruzione materiale e istituzionale dell’Ucraina. A Verona, la settimana scorsa, si è già tenuto un incontro preparatorio che ha coinvolto oltre 450 rappresentanti istituzionali e imprenditoriali, confermando il forte interesse del sistema Italia.
“Puntiamo alla rinascita politica e infrastrutturale dell’Ucraina – ha ribadito Tajani – ma prima serve che la Russia avvii un vero negoziato di pace per fermare questa guerra devastante”.