
È stata una Giorgia Meloni decisa a rivendicare risultati e visione strategica quella che si è presentata ieri a Tirana, per il sesto vertice della Comunità politica europea. Accolta con una scenetta scherzosa dal Premier albanese Edi Rama, che si è inginocchiato in segno di “adorazione”, il Presidente del Consiglio ha subito rilanciato sul dossier più caldo del suo governo in politica estera: l’accordo con l’Albania per la gestione dei migranti. “Stiamo andando avanti. Mi pare che il lavoro dimostri la velocità e il funzionamento dei rimpatri. Stiamo andando avanti come promesso”, ha detto Meloni ai giornalisti presenti, ribadendo che i centri costruiti in Albania rientrano pienamente nel piano migratorio dell’esecutivo. Alla domanda se intendesse visitarli, ha replicato: “Non faccio in tempo”.
“L’Albania è Europa”
Nel suo intervento alla sessione plenaria, Meloni ha colto l’occasione per lanciare un messaggio politico più ampio: “L’Albania è ovviamente Europa, come lo sono l’Italia, la Serbia o la Norvegia. Non importa se fanno parte dell’Unione o meno. L’Europa è la nostra casa comune”. Può essere considerato, insomma, come un messaggio di inclusione per i Balcani occidentali, spesso lasciati ai margini del dibattito europeo, che si inserisce nella visione di una “riunificazione europea” fondata più sull’identità e la collaborazione che sull’adesione formale alle istituzioni comunitarie. “Costruire una nuova Europa in un nuovo mondo significa partire dalle nostre fondamenta e riflettere su chi siamo. Se a volte l’Europa si dimostra incapace di affrontare le grandi sfide, non è colpa di altri. È una nostra responsabilità”, ha aggiunto il Premier.
Il vertice di Tirana, a cui hanno partecipato anche leader come Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Recep Tayyip Erdoğan, ha offerto al Primo Ministro italiaoa un palcoscenico perfetto per rilanciare il ruolo di Roma nella ridefinizione delle politiche migratorie europee, facendo leva sul modello albanese come simbolo di efficienza e fermezza.
Il siparietto con Rama
Non sono mancati momenti leggeri e simbolici, come l’inchino scherzoso di Rama all’arrivo di Meloni, accompagnato da mani giunte e sguardo devoto. “Lo fa solo per essere alto quanto me”, ha ironizzato Meloni, accogliendo il gesto con un sorriso. Il premier albanese, nel dare la parola alla leader italiana, ha usato un tono ironico: “È un onore, come rappresentante del popolo del Protettorato di Albania, dare la parola alla Protettrice Giorgia Meloni”. La presidente del Consiglio ha replicato divertita: “Vorrei ringraziare Edi, non in quanto protettrice, ma per la calorosa ospitalità e anche per il video mostrato all’inaugurazione che ci ha fatti tornare bambini”.
Le critiche
Ma se Tirana ha accolto Meloni tra abbracci e gesti distensivi, a Roma e tra le opposizioni non si placano le polemiche sull’accordo Italia-Albania per la gestione dei migranti. Durissimo il giudizio di Angelo Bonelli, Deputato di AVS, che ha attaccato frontalmente: “Meloni ha regalato quasi un miliardo di euro per costruire un centro per pochi migranti. Un progetto che serve solo alla narrazione propagandistica della destra”. Bonelli ha messo a confronto i costi dell’operazione albanese con quelli dei 10 CPR attivi in Italia negli ultimi sei anni, che avrebbero comportato una spesa complessiva di 92 milioni di euro. “In Albania spenderemo dieci volte tanto per un solo centro”, ha accusato, definendo Rama “fortunato” per essersi visto recapitare una “pioggia di denaro pubblico”.
Anche il segretario di +Europa Riccardo Magi ha criticato l’iniziativa, definendola una “cattedrale nel deserto” e una “trappola elettorale fallimentare”. “Meloni dovrebbe accompagnare i leader europei in visita nei Cpr albanesi, per mostrare loro un centro vuoto costato centinaia di milioni, presidiato da agenti italiani distolti da operazioni sul nostro territorio. Si vergogna del flop? Forse sì. È ora di chiudere questo esperimento inutile e costoso”.