Un evento senza precedenti ha scosso la frontiera tra Messico e Stati Uniti: 17 familiari di Joaquín “El Chapo” Guzmán, storico leader del Cartello di Sinaloa, si sono consegnati volontariamente alle autorità statunitensi al valico di San Ysidro, tra Tijuana e San Diego. Secondo fonti investigative, il gruppo include figure chiave della famiglia Guzmán, tra cui Griselda López Pérez, ex moglie del boss e madre di Ovidio Guzmán, noto come “El Ratón”, già estradato negli USA nel 2023. I parenti di El Chapo sono arrivati al confine con due valigie a testa e 70.000 dollari in contanti, alimentando speculazioni su un possibile accordo segreto con le autorità americane. L’operazione si è svolta sotto la stretta sorveglianza dell’FBI, con misure di sicurezza straordinarie, inclusa la presenza di cecchini, probabilmente per proteggere la famiglia da eventuali attacchi. Alcuni analisti ipotizzano che la consegna di massa sia collegata a un patteggiamento tra i figli di El Chapo, i cosiddetti “Los Chapitos”, e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Documenti giudiziari indicano che Ovidio Guzmán sarebbe pronto a dichiararsi colpevole e a collaborare contro altri membri del cartello in cambio di una riduzione della pena e della protezione per i suoi familiari. Se confermato, questo accordo potrebbe rappresentare una svolta nella lotta al narcotraffico, indebolendo ulteriormente il Cartello di Sinaloa, già provato dall’estradizione di El Chapo nel 2017. Mentre il governo messicano segue con attenzione gli sviluppi, la comunità internazionale riflette sulle implicazioni di questa operazione. La resa della famiglia Guzmán potrebbe ridefinire gli equilibri del narcotraffico in Nord America, aprendo nuovi scenari nella guerra contro i cartelli.