giovedì, 15 Maggio, 2025
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Cinema

Thunderbolts* e il potere di identificazione nei propri eroi

Il cinema sa raccontare storie che a volte riescono a toccare le corde più profonde dell’anima degli spettatori, grazie a narrazioni in cui si possono immedesimare e sentirsi capiti. “Thunderbolts*”, il nuovo film della Marvel, ne è un esempio. Deve il suo successo incredibile non solo per l’evocazione di vecchi film antecedenti ad “Avengers Endgame”, ma anche perché mostra degli eroi che soffrono, soli, alle prese con i propri demoni come ogni comune mortale

 

A fine aprile è uscito al cinema “Thunderbolts*” il nuovo film della Marvel ancora in alcune sale o sulla piattaforma di Disney+. Differentemente dal solito, è incentrato su un gruppo di antieroi, emarginati, perdenti, disillusi, che non sono la prima scelta di nessuno, ma che formeranno una famiglia e scopriranno insieme comprensione e affetto. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes (Sebastian Stan), Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Taskmaster (Olga Kurylenko) e John Walker (Wyatt Russell) saranno al centro di una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del proprio passato per sconfiggere una minaccia che sembra più grande di loro.

 

“Thunderbolts*” e l’umanizzazione degli eroi

Attraverso questi supereroi non convenzionali, la Marvel realizza un film sulla solitudine, sulla depressione, sul lutto, sul sentirsi sbagliati e incompresi, in cerca della validazione nell’altro. Di certo non sono argomenti nuovi al cinema, ma che siano trattati in un film sui supereroi è un segno incredibile, perché permette al pubblico di empatizzare maggiormente con i personaggi e sentirsi finalmente compreso. Gli amanti dei film della Marvel variano per età, genere e provenienza, ci sono bambini piccoli, adolescenti, adulti. I personaggi che vedono sul grande schermo diventano i loro eroi e per questo è di enorme importanza il portato simbolico di questo lungometraggio. Sapere che anche i più forti lottano con se stessi, con i propri demoni, con il proprio passato e non sono invincibili dal punto di vista emotivo è estremamente confortante e necessario.

Il successo di “Thunderbolts*”

“Thunderbolts*” riscuotendo un forte successo ha raggiunto un duplice obiettivo: quello di risollevare le sorti della Marvel, in discesa con film non all’altezza di “Avengers Endgame”, ma anche affrontare problemi seri come il tema della salute mentale. Senza, però, abbandonare le caratteristiche tipiche della casa di produzione, tra azione, leggerezza e battute divertenti. Guardando il film tutti si sentono un po’ Bob, Yelena e Bucky Barnes, eroi che non sono esenti dalle sofferenze, non le nascondono e, insieme, imparano a conviverci come dovrebbe essere anche nella vita reale.

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