lunedì, 12 Maggio, 2025
Esteri

Palestina. Oggi l’iniziativa delle chiese evangeliche, Confronti: “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”

Possibile proposta USA per un cessate il fuoco durante la visita del presidente Trump in Medio Oriente

Si svolgerà oggi, alle ore 14.30, nella Sala Stampa della Camera, l’iniziativa promossa dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dalla rivista Confronti nell’ambito del tour di sensibilizzazione dal titolo: “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”. Protagonisti dell’incontro saranno quattro attivisti per la pace, due israeliani e due palestinesi, impegnati da anni nel superamento della violenza e nella costruzione di ponti tra le comunità che fanno parte delle organizzazioni binazionali Parents Circle e Families Forum e Combatants for Peace: Musa Joma e Yonatan Zeigen (Parents Circle – Families Forum) e Mia Biran e Ahmed Alhelou (Combatants for Peace). Intervengono: i deputati democratici Stefano Vaccari e Paolo Ciani; Daniele Garrone (presidente Fcei); e Debora Spini (coordinatrice del progetto). Modera: Claudio Paravati (direttore di Confronti).

Stati Uniti, iniziativa per Gaza

Il presidente Usa, Donald Trump potrebbe annunciare la proposta statunitense per un cessate il fuoco durante la visita in Medio Oriente. Lo affermano due fonti del Golfo vicine agli ambienti ufficiali citate da Haaretz. Il piano potrebbe prevedere la creazione di un governo di transizione e nuove disposizioni di sicurezza per la Striscia di Gaza del dopoguerra, potenzialmente rimodellando la diplomazia regionale e aprendo la porta a futuri colloqui di normalizzazione, hanno affermato le fonti. A sottolineare l’alta posta in gioco della diplomazia in corso, Trump ha incontrato privatamente giovedì il Ministro degli Affari Strategici israeliano Ron Dermer per discutere della guerra e dei colloqui nucleari con l’Iran, ha riportato Axios. Il Dipartimento di Stato americano non ha risposto immediatamente alle domande sui colloqui di Trump su Gaza.

Il viaggio di Trump

Secondo diversi media arabi, tra cui Al-Quds Al-Arabi, i presidenti dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), della Siria e del Libano prenderanno parte all’incontro del presidente Usa Donald Trump con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman il 13 maggio a Riad, primo giorno della sua visita nella regione. La prossima settimana Trump visiterà tre monarchie arabe del Golfo, con tappe a Riad, Doha (Qatar) e Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti).
In vista di questo tour regionale, il presidente Usa ha espresso la speranza di raggiungere un accordo con Teheran per scongiurare un attacco militare israeliano al programma nucleare iraniano, che potrebbe innescare una guerra più ampia.A Riad, Trump potrebbe quindi incontrare il presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, il presidente siriano Ahmed al-Sharaa e il presidente libanese, Joseph Aoun.

Visita in Israele, un rinvio

Sempre secondo la stampa araba, ripresa dal quotidiano Times of Israel, l’iniziativa è stata voluta dal principe ereditario saudita ed è stata accettata da Trump.L’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee, ha dichiarato ieri che la decisione di Trump di saltare Israele nella sua prossima visita in Medio Oriente non è indicativa di un deterioramento delle relazioni tra Washington e Gerusalemme. Israele aveva fissato il viaggio di Trump come scadenza per un accordo di cessate il fuoco con Hamas, prima di lanciare nuovamente una massiccia offensiva a Gaza a inizio marzo.

Bombardamenti e morti

La Protezione civile palestinese ha riferito di un bilancio di otto morti, tra cui quattro bambini piccoli, in un attacco aereo israeliano contro il campo profughi di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. L’ala armata di Hamas ha diffuso un video di due ostaggi israeliani a Gaza, in cui uno di loro invoca la fine della guerra nei territori palestinesi: i media israeliani li hanno identificati come Elkana Bohbot e Yosef-Haim Ohana.

Egitto, no ad ambasciatore Israeliano

Una fonte del ministero degli Esteri egiziano ha dichiarato a Ynet che il Cairo ha deciso di non nominare un nuovo ambasciatore a Tel Aviv, dopo che Israele ha annunciato la sua intenzione di estendere i combattimenti contro Hamas nella Striscia di Gaza nell’ambito dell’operazione Carri di Gedeone. Ha inoltre osservato che è stato deciso di non approvare la concessione delle credenziali all’ambasciatore israeliano in Egitto, Uri Rotman, che è stato recentemente nominato a tale incarico dal governo e che di fatto si trova ancora in Israele.

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