È stato sicuramente un Papa consapevole del peso della missione, ma anche fiducioso nell’aiuto del Signore e nell’abbraccio della comunità dei fedeli, quello che si è presentato ieri ai Cardinali nell’Aula nuova del Sinodo per il primo incontro ufficiale dopo l’elezione. Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ha aperto il suo pontificato con un discorso di alto valore simbolico, segnando fin da subito la direzione che intende dare al suo ministero: continuità con la testimonianza di Papa Francesco e un rinnovato impegno sulle grandi sfide dell’umanità. “Voi, cari Cardinali, siete i più stretti collaboratori del Papa, e ciò mi è di grande conforto nell’accettare un giogo chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze”, ha detto il nuovo Pontefice, visibilmente emozionato. “So di poter contare sull’aiuto del Signore e sulla vicinanza vostra, come pure di tanti fratelli e sorelle che in tutto il mondo credono in Dio, amano la Chiesa e sostengono il Vicario di Cristo”.
Nel suo intervento, Leone XIV ha voluto rendere omaggio al suo predecessore, Bergoglio, sottolineandone “lo stile di piena dedizione nel servizio, la sobrietà essenziale della vita, l’abbandono in Dio e la serena fiducia nel ritorno alla Casa del Padre”. Un tributo non formale, ma profondamente sentito, che ribadisce la volontà di camminare in continuità con il pontificato precedente, in particolare sul terreno della vicinanza agli ultimi, della giustizia sociale e della pace.
Un’eredità spirituale da raccogliere
“Raccogliamo questa preziosa eredità e riprendiamo il cammino, animati dalla stessa speranza che viene dalla fede”, ha aggiunto. Il discorso, durato circa 25 minuti, è stato seguito da una fase di dialogo aperto con i Cardinali, durante la quale sono stati ripresi diversi temi già discussi nelle Congregazioni Generali pre-conclave: sinodalità, povertà, crisi ambientale, conflitti globali e riforma della Curia. Un momento chiave è stato quello in cui il Papa ha spiegato la ragione della scelta del nome Leone XIV, evocando la figura di Leone XIII, autore della celebre enciclica Rerum Novarum sulla questione operaia. “Diverse sono le ragioni della mia scelta”, ha detto, “ma principalmente perché Leone XIII affrontò la questione sociale nel contesto della prima rivoluzione industriale. Oggi la Chiesa è chiamata ad accompagnare una nuova rivoluzione: quella dell’intelligenza artificiale, del lavoro digitale, della dignità umana da difendere”.
Il Pontefice ha così richiamato la dottrina sociale della Chiesa come strumento fondamentale per affrontare le sfide del presente e del futuro, sottolineando l’urgenza di garantire giustizia, equità e difesa del lavoro umano.
Visite a sorpresa
Nel pomeriggio, il Papa ha compiuto una visita a sorpresa al Santuario della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano, nei pressi di Roma. Il santuario, retto dagli Agostiniani, rappresenta un luogo simbolico per la spiritualità mariana e per l’Ordine di cui Prevost è membro. Ad accoglierlo, oltre al vescovo di zona, anche il sindaco e decine di fedeli sorpresi e commossi dalla presenza del nuovo Pontefice che successivamente si è recato all’interno della chiesa di Santa Maria Maggiore dove è sepolto Bergoglio: Prevost si è intrattenuto qualche minuto davanti al luogo dove appunto Papa Francesco riposa. Ieri inoltre è stato presentato anche lo stemma ufficiale di Papa Leone XIV, che conserva diversi elementi già adottati da Prevost quando fu nominato vescovo. Su uno sfondo d’oro e argento si staglia un giglio, simbolo di purezza e rinascita, affiancato dal cuore sacro (segno agostiniano) poggiato su un libro chiuso, con le chiavi di San Pietro incrociate sul fondo e la mitra papale a sovrastare il tutto.
Il motto scelto, “In Illo Uno Unum” (“Nell’unico Cristo, siamo uno”), è una citazione di Sant’Agostino, tratto dall’Esposizione al Salmo 127. Un richiamo all’unità, alla comunione nella diversità, alla ricerca di ciò che unisce piuttosto che di ciò che divide.
Una visione socialmente consapevole
Nei primi giorni dopo l’elezione, l’interesse dei media si è rivolto anche all’attività digitale del Papa, in particolare al suo account X @drprvost, che ha visto un’impennata di follower (+140.000). Secondo una ricerca condotta da Arcadia, diverse interazioni pre-elezione mostrano una coerenza con l’orientamento espresso dal Papa nel suo discorso iniziale: attenzione ai diritti umani, giustizia sociale, accoglienza e costruzione di ponti. In particolare, ha fatto discutere un post in cui Prevost aveva rilanciato un articolo di KatArmas sulla giustizia dell’amore, in opposizione a un intervento del Vikcepresidente Usa J.D. Vance. Dopo l’elezione, il post è passato da 19 a 25 milioni di visualizzazioni, segno di un interesse crescente attorno alla figura del nuovo Papa anche tra i non credenti.
Le prossime tappe
L’agenda di Leone XIV è già fitta di impegni. Oggi il primo Regina Coeli dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro; domani l’incontro con la stampa mondiale in Aula Paolo VI. Il 16 maggio sarà la volta del colloquio con il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, occasione per delineare i primi orientamenti geopolitici del nuovo pontificato. La messa di intronizzazione si terrà domenica 18 maggio alle 10 in Piazza San Pietro. Nei giorni successivi sono previste la presa di possesso delle quattro basiliche papali: San Paolo fuori le Mura (20 maggio), San Giovanni in Laterano (data simbolica da definire) e Santa Maria Maggiore (fine mese). Il 24 maggio Leone XIV incontrerà la Curia Romana e i dipendenti vaticani, e il 25 guiderà il Regina Caeli domenicale.