Il Sudafrica ha espresso una forte opposizione al piano proposto dagli Stati Uniti per accogliere gli afrikaner bianchi come rifugiati. Secondo il governo sudafricano, l’iniziativa si basa su una rappresentazione distorta della realtà sociale del Paese e potrebbe alimentare tensioni razziali. Gli afrikaner bianchi, discendenti di coloni olandesi, francesi e tedeschi, rappresentano una minoranza etnica in Sudafrica. Alcuni gruppi di attivisti e organizzazioni internazionali sostengono che questa comunità sia vittima di discriminazioni e violenze. Queste affermazioni sono state utilizzate per giustificare la proposta americana, che considera gli afrikaner bianchi una popolazione perseguitata meritevole dello status di rifugiati. Il governo sudafricano respinge fermamente questa narrativa, definendola una semplificazione fuorviante della realtà del Paese. Le autorità di Pretoria sottolineano che il Sudafrica è impegnato nel superare le disuguaglianze ereditate dall’apartheid attraverso politiche di trasformazione economica e sociale, ma negano che tali politiche possano essere interpretate come una forma di persecuzione etnica. Inoltre, il governo evidenzia che la criminalità colpisce persone di tutte le razze e classi sociali. Le critiche del Sudafrica si estendono anche alle implicazioni diplomatiche del piano americano. Accogliere gli afrikaner bianchi come rifugiati potrebbe essere percepito come un’accusa implicita al Sudafrica di non proteggere i diritti umani dei propri cittadini, danneggiandone la reputazione internazionale. Negli USA, la proposta ha generato un acceso dibattito. Alcuni gruppi conservatori sostengono l’iniziativa come un gesto umanitario, mentre altri avvertono del rischio di possibili strumentalizzazioni politiche. L’amministrazione americana appare divisa, cercando di bilanciare le pressioni interne con la necessità di preservare relazioni diplomatiche positive con il Sudafrica.