giovedì, 8 Maggio, 2025
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Fumata nera sul Vaticano: nessuna intesa tra i Cardinali

Dal camino della Cappella Sistina è salito il segnale che allontana ancora l’annuncio del nuovo Papa: il primo scrutinio si chiude senza esito. Le votazioni riprendono oggi

La prima fumata è stata nera. Alle 21 in punto, il comignolo della Cappella Sistina ha emesso il fumo che tutto il mondo cattolico temeva, ma si aspettava: nessun Papa è stato ancora eletto. Il primo giorno di Conclave si è chiuso quindi senza un nome, senza un volto, ma con una tensione cresciuta ora dopo ora. Da piazza San Pietro si è levato un brusio composto, tra speranza e delusioneda parte dei fedeli presenti. L’attesa è stata carica di tensione. Le telecamere puntate sul comignolo, le voci basse, i rosari tra le mani. Poi, il fumo. Scuro, inequivocabile. La delusione è stata composta. I fedeli (circa 45mila) hanno continuato a pregare, come invitato dal Cardinale Giovanni Battista Re: “Solo la preghiera può rendere giusto e spirituale il gesto dei cardinali elettori”.

Messa Pro Eligendo Pontifice

La giornata era cominciata in mattinata con la solenne Messa Pro Eligendo Pontifice, celebrata proprio dal Cardinale Re, decano del Collegio Cardinalizio, nella basilica di San Pietro. “Il nuovo Pontefice sia un pastore che risvegli le coscienze”, ha invocato Re nella sua omelia, tracciando l’identikit di un Papa capace di riconnettere la Chiesa con i bisogni profondi dell’umanità in un’epoca frammentata e confusa.

Alle 16.30 precise, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, Monsignor Diego Ravelli, ha pronunciato il fatidico ‘Extra omnes’. È stato il momento simbolico e solenne in cui tutti i non aventi diritto di voto sono stati invitati a lasciare la Cappella Sistina. Le porte si sono chiuse, le tende sono calate ed e cominciato uno dei momenti più segreti e sacri della vita della Chiesa: l’elezione del Successore di Pietro. I 133 cardinali elettori sono rimasti soli, accompagnati solo dal silenzio e dalla preghiera.

Durante la cerimonia d’ingresso, l’emozione ha superato i confini della Cappella Sistina. Un lungo applauso è scaturito da piazza San Pietro quando, sui maxischermi, è apparso il Cardinale Matteo Maria Zuppi in procinto di pronunciare il proprio giuramento. Un gesto spontaneo, significativo del consenso popolare che accompagna alcuni dei possibili papabili.

L’omelia del Cardinale Re

Nella sua omelia mattutina, Re ha richiamato con forza il comandamento “nuovo” di Gesù: “Che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato”. Ha parlato di una civiltà dell’amore, capace di opporsi al cinismo e all’indifferenza del mondo moderno. L’identikit tracciato è quello di un Papa costruttore di unità e comunione, un pastore che sappia rinnovare il legame tra Vangelo e umanità. “L’unità non significa uniformità”, ha chiarito, “ma comunione profonda nelle diversità”. Il futuro Pontefice dovrà, nelle parole del decano, “far crescere la comunione tra i cristiani, tra i vescovi e con il Papa, affinché la Chiesa sia davvero casa e scuola di comunione”. L’omelia si è conclusa con un accorato appello alla preghiera, affinché lo Spirito Santo guidi la scelta dei cardinali, come ha fatto nei secoli, regalando alla Chiesa pastori santi e illuminati.

Abbracci, auguri e sorrisi: un conclave umano

Un momento particolarmente caloroso si è avuto durante la celebrazione mattutina quando, nello scambio della pace, il Cardinale Re si è rivolto al Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, con un sorriso e un affettuoso “Auguri… e doppi”. Il gesto ha destato curiosità: Parolin è tra i nomi più frequentemente citati tra i papabili, e quel “doppio” augurio suona come un’indiretta benedizione. L’abbraccio tra i due, caloroso ben oltre il rituale liturgico, ha fatto il giro del mondo attraverso le immagini trasmesse in diretta.

Il Conclave proseguirà oggi con nuove votazioni, due al mattino e due al pomeriggio. Se nessuno dei candidati raggiungerà i due terzi dei voti necessari, la fumata sarà ancora nera. Quando finalmente si raggiungerà l’accordo, il mondo vedrà salire dal comignolo il tanto atteso fumo bianco, e le campane di San Pietro suoneranno a festa. Fino ad allora, resta solo la preghiera, l’attesa e la speranza.

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