giovedì, 8 Maggio, 2025
Cinema

Mattarella: “Le sale chiudono, serve una reazione. Il cinema non è solo mercato”

Il Capo dello Stato richiama istituzioni e industria culturale: “Proteggere il valore sociale del grande schermo, non rassegnarsi alla logica del profitto"

Cinema che chiudono, teatri che calano per sempre le tende, librerie sempre più in disuso. Non è di certo una situazione facile per il mondo dello spettacolo che si trova in un tempo di profondi cambiamenti e sfide complesse. E proprio ieri, su questo tema, Sergio Mattarella, ha lanciato un appello deciso alle istituzioni, soffermandosi nello specifico al settore del grande schermo, appellandosi ai produttori e all’intera filiera del cinema italiano: “La chiusura progressiva delle sale cinematografiche è un fenomeno pericoloso. Non possiamo rassegnarci a logiche esclusivamente commerciali. Il cinema è un valore culturale, sociale, civile. Va protetto e rilanciato con azioni concrete”. Le sue parole sono risuonate forti dal Salone dei Corazzieri del Quirinale, dove si è svolta la cerimonia ufficiale di presentazione dei candidati ai Premi David di Donatello 2025. Qui il Presidente della Repubblica non si è limitato agli elogi di rito: ha proposto una lettura lucida e coraggiosa dello stato attuale del settore, segnato da luci e ombre, da rinascite artistiche e difficoltà strutturali.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi “David di Donatello” per l’anno 2025

“Il cinema”, ha sottolineato il Capo dello Stato, “è un comparto che ha un peso importante, e crescente, nell’economia nazionale. E mentre celebriamo il fiorire di nuove opere, dobbiamo anche affrontare con realismo i problemi aperti”. La fotografia che Mattarella ha scattato è quella di un’industria culturale viva e dinamica, ma ancora troppo esposta alle incertezze del mercato, a una normativa instabile e a investimenti disomogenei, che penalizzano soprattutto le produzioni indipendenti e i giovani autori. Da qui l’invito esplicito alle istituzioni, sia nazionali che locali, a intensificare il dialogo con il settore e a elaborare risposte coordinate: “Occorre rilanciare le produzioni e farlo in modo da restituire dinamicità ed equità al sistema. L’Italia può essere un grande polo del cinema europeo, ma serve una visione politica e culturale condivisa”.

La crisi delle sale

Tra i temi più sentiti dal Presidente, la crisi delle sale cinematografiche, una ferita che attraversa centri urbani grandi e piccoli. La pandemia ha accelerato un processo già in corso, ma l’allarme oggi è ancora più urgente: “Le sale stanno scomparendo da città e quartieri. Circostanze oggettive penalizzano i gestori, ma non possiamo accettare che prevalgano logiche di mercato che ignorano la funzione sociale del cinema. Le istituzioni hanno il dovere di governare questi processi”. È stato in pratica un appello a difendere il presidio culturale rappresentato dalle sale, luogo non solo di consumo, ma di incontro, condivisione, comunità. “Anche il teatro, la danza, la musica affrontano lo stesso rischio: quello di venire marginalizzati per il solo fatto di rivolgersi a pubblici più ristretti. Ma ciò non può e non deve essere motivo di penalizzazione”.

Nel suo intervento Mattarella ha voluto anche ricordare il ruolo cruciale che il cinema ha avuto, e continua ad avere, nel costruire l’identità collettiva del Paese. Un richiamo che acquista un significato ancora più profondo alla vigilia dell’ottantesimo anniversario della Liberazione: “Il cinema ha raccontato, scritto e interpretato la nostra storia. Ha contribuito a formare la coscienza civica degli italiani, a rafforzare la nostra democrazia”. Non a caso, il Presidente ha evocato ‘Roma città apert’a di Roberto Rossellini, simbolo della rinascita culturale e civile del dopoguerra: “Nel 1945, con pochissime risorse e un Paese da ricostruire, il cinema seppe rimettersi in cammino, rappresentando la libertà, la creatività, la dignità dell’Italia”.

Un’arte in trasformazione

Mattarella non ha negato le trasformazioni profonde che attraversano il settore: cambiamenti nei gusti, nei linguaggi, nelle modalità di fruizione: “Viviamo un’epoca in cui tutto evolve con una rapidità che può risultare quasi incomprensibile. Ma la cultura, e il cinema con essa, ha la capacità di lasciare tracce, di parlare alla coscienza, di trasmettere valori anche nei momenti di maggiore disorientamento”. In questo senso, il cinema si configura non solo come intrattenimento, ma come “alleato della libertà”, uno strumento per affrontare il cambiamento con spirito critico, senza subirlo passivamente. “Consapevolezza delle radici e desiderio di innovazione sono i due poli tra cui si muove la migliore produzione cinematografica”.

Non solo registi e attori: Mattarella ha voluto valorizzare l’intera filiera del cinema italiano, sottolineando come oggi, più che mai, ogni film sia frutto di un lavoro corale che coinvolge professionalità sempre più qualificate. “Il testimone del cinema passa di mano in mano. E fortunatamente l’Italia può vantare eccellenze riconosciute in ogni ambito, dietro e davanti alla macchina da presa”.

Premio speciale

A conferma di questa consapevolezza istituzionale, il Presidente ha accettato il Premio Speciale del 70° anniversario dei David, conferitogli dall’Accademia del Cinema Italiano. “Confesso che inizialmente ero perplesso non avendo meriti nel mondo del cinema. Ma ho accettato quando ho saputo che era stato assegnato anche ai miei predecessori. L’ho sentito allora come un riconoscimento non alla mia persona, ma alla Presidenza della Repubblica e al suo ruolo di custode dei valori civili e culturali del Paese”. Il discorso di Mattarella si è chiuso con un’ultima, forte dichiarazione d’intenti: “Il cinema è un asset prezioso e consistente, non solo per l’economia e l’occupazione, ma anche per disegnare e promuovere l’identità italiana nel mondo. È parte del nostro volto, della nostra memoria, della nostra capacità di raccontarci”.

La Presidente Detassis

L’intervento di Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano 

A concludere la cerimonia è stata Piera Detassis, Presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano, che ha motivato la consegna del premio speciale al Capo dello Stato: “Lo abbiamo voluto premiare per la sua affettuosa complicità, per essere un punto solido di riferimento in un momento in cui il cinema, come il Paese, ha bisogno di radici, ma anche di coraggio per guardare avanti”.

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