Il Ruanda ha annunciato di essere impegnato in trattative con gli Stati Uniti per esplorare la possibilità di un accordo finalizzato all’accoglienza di migranti espulsi dal territorio americano. Il ministro degli Esteri ruandese, Olivier Nduhungirehe, ha chiarito che i colloqui sono ancora in una fase preliminare, ma Kigali sta seriamente valutando l’idea di collaborare come partner nei processi di trasferimento legati alle deportazioni. Questa iniziativa segue un tentativo precedente di stringere un accordo simile con il Regno Unito, annullato nel 2024 dal governo britannico. Quel piano prevedeva il trasferimento di migranti irregolari nel Paese africano, ma è stato abbandonato a causa di forti critiche internazionali e di una decisione contraria della Corte Suprema britannica. Nduhungirehe ha ribadito che il governo ruandese sta valutando con attenzione la proposta americana, sottolineando che al momento è prematuro fare previsioni sull’esito delle negoziazioni. L’annuncio arriva poco dopo la recente deportazione in Ruanda di Omar Abdulsattar Ameen, un rifugiato iracheno accusato di avere legami con gruppi estremisti, effettuata dagli Stati Uniti. Un eventuale accordo con Washington potrebbe sollevare nuove preoccupazioni riguardo al trattamento dei migranti trasferiti e alle possibili implicazioni legali. Organizzazioni per i diritti umani avevano già espresso forti critiche nei confronti del piano discusso con il Regno Unito, sostenendo che avrebbe violato importanti standard internazionali relativi alla protezione dei rifugiati. Mentre le discussioni continuano, il Ruanda sembra determinato a consolidare il proprio ruolo come destinazione per i migranti espulsi da nazioni occidentali. Tuttavia, resta ancora da verificare se l’accordo con gli Stati Uniti verrà effettivamente finalizzato e quali saranno le conseguenze per le persone coinvolte in questo processo.
