Per la prima volta in quasi dieci anni, i cittadini libanesi sono tornati alle urne per le elezioni locali, un evento cruciale per un Paese ancora segnato dalle ferite del conflitto e da una profonda crisi economica. Il voto, organizzato su base regionale, ha interessato i distretti del Monte Libano, comprese le periferie meridionali di Beirut, tra le aree più colpite dall’ultimo scontro tra Israele e Hezbollah. Sebbene meno influenti rispetto alle elezioni legislative previste per il 2026, queste consultazioni rappresentano un importante banco di prova politico. I risultati potrebbero influire sul consenso verso i principali partiti e leader, specialmente nel sud, tradizionale roccaforte di Hezbollah e del movimento Amal. La ricostruzione delle aree devastate dai bombardamenti resta una priorità per molti elettori, che sperano in un rilancio economico e sociale. Il governo libanese, gravemente indebitato, sta cercando di attrarre fondi internazionali per la ricostruzione. Secondo la Banca Mondiale, sarebbero necessari oltre 11 miliardi di dollari per ripristinare le infrastrutture e rilanciare l’economia. Tuttavia, la crisi politica e la corruzione continuano a rappresentare ostacoli significativi ai progressi. Le elezioni comunali, rinviate tre volte negli ultimi anni a causa di problemi di bilancio, rappresentano ora una speranza per i cittadini, che confidano nei nuovi consigli comunali per affrontare le sfide più urgenti, come la ricostruzione delle abitazioni e la ripresa delle economie locali. L’esito del voto potrebbe offrire spunti significativi sul futuro politico del Libano e sulla capacità del Paese di superare le attuali difficoltà. Nonostante il cammino verso la stabilità si presenti lungo e complesso, il ritorno alle urne rappresenta un segnale di speranza per una nazione che cerca di ricostruire il proprio futuro.