martedì, 29 Aprile, 2025
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Cultura

Surriscaldamento globale:
il 2024 l’anno dei record

L’annuale rapporto Copernicus ci avvisa che l’Europa si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto alla media globale, divenendo il continente con il riscaldamento più rapido sulla Terra. Anche la temperatura media annua della superficie del mare sopra gli oceani non polari ha raggiunto un livello record e le concentrazioni atmosferiche dei gas serra, anidride carbonica e metano hanno continuato ad aumentare

Arriva la primavera e tra le gemme, i fiori, l’aria tiepida e le giornate più lunghe l’animo tende a distendersi e ritrovare il buonumore, con la mente che vaga già tra le mete preferite delle vacanze imminenti. Ma quei paesaggi marini, montani o campestri che ci sono tanto familiari non sono là ad attenderci come se niente fosse. La terra ci restituisce frutti intossicati, i boschi sono devastati dagli incendi, la neve è sempre più assente e l’acqua di fiumi, laghi e distese marine è piena di plastica e rifiuti di ogni genere. A restituirci un po’ di consapevolezza su come i cambiamenti climatici di origine antropica stiano devastando il nostro Pianeta nonostante l’apparente facciata di benessere ci pensa puntualmente l’annuale report di Copernicus, il servizio meteo dell’Unione europea.

2024: primo anno con una temperatura media nettamente superiore alla soglia di 1,5°C

Il 2024 si può dire che sia stato l’anno dei record negativi. Non solo è stato il più caldo mai registrato sul continente europeo da quando esistono, dalla metà dell’Ottocento, le rilevazioni scientifiche, ma anche ha avuto un elevatissimo numero di giorni con “forte”, “molto forte” e “stress da caldo estremo”. E al mare non è andata meglio. La temperatura della superficie marina per l’intero anno è stata la più alta mai registrata per la regione europea, con 0,7°C sopra la media, e per il Mar Mediterraneo, con 1,2°C sopra la media.

L’intero continente ha registrato meno di tre mesi di gelo con conseguente perdita di ghiaccio

I ghiacciai della Scandinavia e delle Svalbard hanno registrato il più alto tasso di perdita di massa mai rilevato e, per quanto riguarda gli incendi, si stima che in Europa circa 42.000 persone ne siano state colpite. In particolare in Portogallo a settembre gli incendi hanno bruciato circa 110.000 ettari (1.100 km2) in una settimana, circa un quarto dell’area bruciata annualmente in Europa.

Crescono i disastri causati dall’aumento dei fenomeni estremi

L’altra faccia della medaglia dell’eccesso di caldo è il fenomeno accentuato dell’evaporazione, con le piogge che diventano più forti e devastanti. Nel 2024 In Europa si sono verificate le inondazioni più diffuse dal 2013 e quasi un terzo della rete fluviale ha registrato inondazioni che hanno superato almeno la soglia di alluvione “elevata”.

Nasce la “solastalgia”, il nuovo male da stress climatico

Ultimo, ma non meno importante, la Società italiana di medicina ambientale (Sima) avvisa che, nonostante la tendenza generale a voltare le spalle al riscaldamento globale che avanza, nelle persone più vulnerabili si sta diffondendo una nuova psicopatologia, la “solastalgia”, che indica l’angoscia provocata dal drastico cambiamento del clima e che può sfociare in disturbi post-traumatici se non addirittura in suicidi. Forse varrebbe la pena soffermarsi a riflettere sui nostri comportamenti individuali e collettivi perché anche noi facciamo parte di quella biodiversità ad altissimo rischio.

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