Un sondaggio Reuters tra economisti indica che la Banca del Giappone (BOJ) manterrà invariato il tasso d’interesse almeno fino a giugno. Una minoranza prevede un aumento di 25 punti base nel prossimo trimestre. Circa il 90% ritiene basso il rischio di recessione in Giappone. Nonostante l’incertezza legata ai dazi dell’ex presidente USA, Donald Trump, la BOJ potrebbe ritardare una politica monetaria più restrittiva, mentre altre banche centrali hanno ridotto i tassi per affrontare la guerra commerciale. L’84% degli economisti (47 su 56) prevede che la BOJ manterrà i tassi invariati nelle prossime riunioni di aprile-maggio e giugno. Solo il 52% (27 su 52) ipotizza un aumento del tasso a breve termine allo 0,75% nel trimestre luglio-settembre, rispetto al 70% di marzo. “I dazi di Trump hanno creato incertezza economica, posticipando probabilmente l’aumento dei tassi”, ha affermato Tsukasa Koizumi dell’Hamagin Research Institute. Tuttavia, per Kento Minami di Daiwa Securities, l’impatto non giustifica un cambio nella politica della BOJ. I mercati stimano una probabilità del 65% di un aumento dei tassi entro fine anno. Tra i 39 economisti che prevedono un aumento, il 28% indica luglio mentre un altro 23% ha spostato la previsione al 2026 o oltre, rispetto allo zero precedente. Otto economisti indicano settembre, cinque giugno e tre non prevedono aumenti imminenti. Trump ha imposto dazi del 25% su auto e camion giapponesi, poi ridotti al 10% per 90 giorni. La BOJ rivedrà al ribasso le previsioni economiche nel prossimo rapporto trimestrale. Tuttavia, 29 economisti su 30 ritengono che non servano ulteriori riduzioni dei costi di finanziamento, e l’87% non prevede una recessione. La banca centrale dovrebbe segnalare che i dazi USA non interromperanno il ciclo di aumento salariale e inflazione, cruciali per futuri rialzi. “Un yen più forte ridurrà i costi delle importazioni, sostenendo i profitti aziendali”, ha dichiarato Atsushi Takeda dell’Itochu Research Institute.
