La Corte Suprema degli Stati Uniti ha affrontato martedì il caso presentato da genitori religiosi, i quali sostengono che i bambini piccoli non siano in grado di distinguere tra i valori morali insegnati a scuola e le credenze trasmesse in famiglia. La questione riguarda se l’uso di libri LGBTQ nelle scuole elementari possa essere considerato “coercizione”. Eric S. Baxter, avvocato dei genitori del Maryland nel caso ‘Mahmoud contro Taylor’, ha accusato le scuole pubbliche della contea di Montgomery di violare il Primo Emendamento negando esenzioni per libri che “contraddicono credenze religiose”, pur concedendo esenzioni in altri casi, come per testi sul profeta Maometto. Il giudice Clarence Thomas ha chiesto se i libri fossero semplicemente disponibili o obbligatori. Baxter ha risposto che gli insegnanti devono usarli nei programmi scolastici e ha citato la Sherwood School, che ha letto un libro al giorno durante il Mese del Pride. I genitori, supportati da gruppi per la libertà religiosa, affermano che questa politica violi i loro diritti, costringendo i figli a lezioni contrarie alle loro credenze. Tuttavia, la Corte del Quarto Circuito ha stabilito che non c’è stata violazione, poiché i genitori possono trasmettere i propri valori fuori dalla scuola. Durante l’udienza, il giudice Sonia Sotomayor ha chiesto se la semplice esposizione a relazioni omosessuali nei libri potesse costituire coercizione religiosa. Baxter ha risposto che dipende dalle convinzioni familiari, sostenendo che alcuni genitori ritengono che i bambini piccoli non debbano essere esposti a certi temi senza guida morale. Il giudice Samuel Alito ha chiesto se esista un’età in cui i bambini possano mettere in discussione gli insegnamenti scolastici. Baxter ha concordato, sottolineando che l’età è cruciale e che persino alcuni presidi della contea avevano espresso dubbi sull’adeguatezza di certi libri per i più piccoli.