lunedì, 21 Aprile, 2025
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Sangalli (Confcommercio): Meloni-Trump contributo importante per una prospettiva di negoziati per l’Italia e l’Europa

Gli auspici della Confederazione per un accordo sui dazi

“L’impulso alla trattativa venuto dall’incontro di Washington è un risultato rilevante”. Per il presidente dí Confcommercio, Carlo Sangalli si aprono spazi nuovi sui quali c’è da lavorare per una trattativa sui dazi.
“Le guerre commerciali non giovano a nessuno e a farne le spese sono imprese, mercati e consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico”, spiega Sangalli con un elogio al Premier Giorgia Meloni.
“Il risultato politico di fondo dell’incontro del presidente Meloni con il presidente Trump è l’importante contributo allo sviluppo di un negoziato franco e costruttivo tra Unione europea ed Usa. Un negoziato non facile, è vero. Ma l’accordo è possibile e necessario”, sottolinea il presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, “Perché le guerre commerciali non giovano a nessuno e a farne le spese sono imprese, mercati e consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico. Indici e volatilità dei mercati finanziari ce lo ricordano ogni giorno. Dunque, l’impulso alla trattativa venuto dall’incontro di Washington è un risultato rilevante: per il presidente Meloni, per il nostro Paese e per l’Unione europea”.

L’iniziativa del Premier

Nella nota Confcommercio riepiloga anche gli editi del vertice tenutosi a Washington tra il presidente del Consiglio e quello degli Stati Uniti. In particolare la Confederazione evidenzia le osservazioni del Prenier italiano che si è detto: “molto fiducioso su un accordo commerciale con l’Ue, anzi lo faremo al 100%”. “Credo che ci si debba parlare con franchezza e trovarsi a metà strada. Sono sicura che si possa raggiungere l’intesa, entrambi possiamo uscirne più forti, voglio rendere l’Occidente di nuovo grande”, ha evidenziato Meloni, che poi ha annunciato che Trump ha accettato l’invito ad una visita ufficiale in Italia per organizzare un incontro con l’Europa.

Dialogo e dietrofront

Per Confcommercio c’è stata anche la mossa a sorpresa che segna un inatteso “dietrofront” tattico, Donald Trump ha annunciato via Truth Social la sospensione per tre mesi dell’entrata in vigore dei nuovi dazi reciproci verso quei Paesi che si sono detti disponibili ad aprire tavoli negoziali. Resta comunque attiva, per tutti, una tariffa base del 10%. Diverso l’atteggiamento nei confronti della Cina, punita con dazi che arrivano fino al 125%, in risposta all’annuncio di Pechino di tariffe dell’84% su prodotti statunitensi. L’annuncio, giunto nel giorno in cui le nuove misure avrebbero dovuto diventare operative, ha avuto un effetto immediato sui mercati finanziari: Wall Street ha reagito con un rally, interrompendo un periodo di forte volatilità, aggravato nei giorni scorsi anche dal crescente nervosismo sul fronte obbligazionario e dalla tenuta dei Treasuries come asset rifugio. Parlando alla Casa Bianca, Trump ha rivendicato l’efficacia della sua strategia commerciale: “Ha funzionato forse più rapidamente del previsto” ha dichiarato, pur ammettendo che “molte persone erano spaventate” dalla prospettiva di una guerra tariffaria globale. Il presidente ha riaffermato la disponibilità a concludere “accordi equi con tutti i Paesi”, compresa l’Unione Europea, e si è detto convinto che anche la Cina “voglia un accordo, ma non sappia come muoversi”, facendo riferimento all’orgoglio nazionale cinese e alla figura del presidente Xi Jinping. Dietro il parziale dietrofront sembrano esserci le forti pressioni esercitate dai vertici dell’industria americana, dai CEO della Silicon Valley e dai grandi donatori del Partito Repubblicano, preoccupati per l’impatto di lungo termine su investimenti, catene del valore e fiducia dei mercati. I novanta giorni di tregua avranno il compito di aprire un corridoio negoziale senza che le tariffe inaspriscano ulteriormente lo scontro commerciale tra le due principali economie mondiali. Ma il clima resta teso e la sfida tra Washington e Pechino è ben lontana da una soluzione definitiva.

Il vertice con le Associazioni

A Palazzo Chigi, ricorda inoltre la Confcommercio si è tenuto l’8 aprile scorso un ciclo di incontri fra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini (in videocollegamento), i ministri competenti (Giorgetti, Urso, Foti, Lollobrigida) e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, con le categorie economiche sulla questione dei dazi. A rappresentare Confcommercio, c’era il vicepresidente con delega all’Internazionalizzazione, Riccardo Garosci.
“La decisione del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di imporre dazi del 20-25% verso l’Unione Europea rappresenta un forte elemento di instabilità per le imprese italiane, in particolare per i comparti a maggiore vocazione all’export negli Usa. Manifattura, agroalimentare, trasporti e logistica, turismo sono tra i settori più colpiti da questa nuova ondata protezionistica, che rischia di compromettere le prospettive di crescita in un contesto economico già fragile. Serve un’azione coraggiosa, coordinata e lungimirante a livello europeo”. “Confcommercio chiede l’avvio di un negoziato tra l’Ue e gli Stati Uniti che tenga conto non solo delle esportazioni europee di beni, ma anche del forte squilibrio a favore degli statunitensi nei servizi, soprattutto tecnologici e finanziari. Un negoziato”, ha sottolineato Garosci, “fondamentale per valorizzare il peso di un mercato evoluto di circa 500 milioni di consumatori, per evitare una guerra commerciale, per non attivare misure ritorsive
immediate in grado di alimentare l’inflazione e di mettere in difficoltà le imprese che fanno import e distribuzione”.
“L’Unione Europea dovrebbe intensificare gli sforzi per concludere nuovi accordi di libero scambio in aree strategiche come India, Paesi del Golfo, Australia, Indonesia e Malesia, accelerare la ratifica dell’accordo con il Mercosur, riaprire un canale di negoziazione con la Cina e ridare vigore al multilateralismo nel commercio internazionale attraverso l’Organizzazione mondiale del Commercio. Inoltre, nel settore trasporti occorrerebbe sospendere e rivedere il meccanismo delle emissioni ETS, scongiurare l’entrata in vigore degli specifici dazi marittimo-portuali statunitensi e promuovere un piano a sostegno della cantieristica europea e nazionale”.
“Per la competitività delle imprese e per un migliore funzionamento del mercato interno europeo, c’è bisogno di una politica energetica europea unitaria che affronti i divari di costo tra i diversi Paesi ed è necessario migliorare le interconnessioni, potenziare le infrastrutture, promuovere investimenti sul nucleare di nuova generazione, rinnovabili e idrogeno, contrastare la speculazione finanziaria sui mercati energetici”. “Sul fronte dell’innovazione”, ha concluso il vicepresidente di Confcommercio, “è necessario rafforzare la transizione digitale, con un maggiore accesso al piano Transizione 5.0 soprattutto per le micro e piccole imprese e occorre recuperare terreno sul tema dell’intelligenza artificiale. Bisogna, inoltre, rivedere il Patto di Stabilità per consentire più flessibilità fiscale per stimolare crescita ed investimenti, ma anche la possibilità di emettere bond europei”.

Aiuti alle imprese

Recuperare 25 miliardi dalla revisione di risorse europee per far fronte all’emergenza dazi con misure di sostegno all’economia: è l’obiettivo , come ricorda la Confcommercio, che la premier Giorgia Meloni ha indicato alle associazioni delle imprese. Tra le pieghe del Pnrr 14 miliardi “possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività”, ha spiegato la presidente del Consiglio, aggiungendo che nell’ambito dei fondi per la coesione e dal Piano Energia e Clima “circa 11 miliardi di euro possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti”. La strada passa per l’Europa, per “un forte negoziato con la Commissione Ue per un regime transitorio sugli aiuti di Stato e una maggiore flessibilità” nella revisione dei fondi. Con un impegno “a individuare tutte le risorse, partendo da quelle disponibili che non hanno un impatto sulla finanza pubblica”.
Alle categorie produttive, al mondo del Made in Italy e a tutte le organizzazioni datoriali e sindacali, Meloni ha lanciato l’invito a “un nuovo patto per fare fronte comune rispetto alla nuova delicata congiuntura economica che stiamo affrontando”. La crisi innescata dai dazi, ha detto, può essere “un’occasione per rendere il nostro sistema economico più produttivo e competitivo”.

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