lunedì, 21 Aprile, 2025
Sanità

Anaao Assomed, appello al ministro Schillaci: le liste d’attesa non si accorciano, anzi

Di Silverio: aprire un tavolo insieme a Regioni e parti sociali per trovare una soluzione condivisa

Liste d’attesa, le osservazioni critiche dei medici ospedalieri rivolte con una lettera indirizzata al Ministro della salute Orazio Schillaci. Le indicazioni arrivano dal segretario nazionale Anaao Assomed che ha denunciato come “nonostante l’impegno, le liste di attesa non si riducono, bensì aumentano, come del resto avevamo previsto”.

Servono misure urgenti

“I maggiori sforzi che Regioni e Aziende stanno chiedendo ai professionisti, che non vedono rispettati neppure i diritti elementari stabiliti dal contratto di lavoro, nei rari casi in cui viene applicato, dimostrano il ‘disprezzo nei confronti della categoria. Che quotidianamente deve fare i conti con la carenza di organici e con le carenze organizzative”, scrive Di Silverio.
“Occorrono pertanto, altre misure urgenti che vanno concordate con gli operatori. Non si può pensare di risolvere un’emergenza sanitaria di questa portata con imposizioni o a costo zero né tanto meno serve demonizzare l’attività intramuraria, parcellare e residuale”.

Incontro con Regioni e parti sociali

“Chiediamo pertanto”, evidenzia Di Silverio, “di aprire con urgenza un tavolo insieme a Regioni e parti sociali per trovare una soluzione condivisa e realmente utile, una strategia sinergica per il bene dei professionisti e dei cittadini”.

No alle chiacchiere da bar

Per il segretario nazionale Anaao Assomed bisogna fare discorsi seri e non improvvisati su un tema così delicato come la sanità.
“Nella società moderna ogni argomento di interesse per l’opinione pubblica diventa tema da bar”, osserva Pierino di Silverio, “recluta esperti improvvisati, si presta a soluzioni bizzarre che rischiano, a volte, di arrivare in Parlamento, diventando proposta politica, di governo o di opposizione.
È da tempo ormai che parliamo di revisione dell’ordinamento professionale medico, di responsabilità della professione, dei rischi prodotti dalla mancanza di una definizione legislativa di ‘atto medico’ su cui basare la nostra attività quotidiana. Responsabilità medica e atto medico sono legati da un filo neanche sottile. Non esiste un’azione diagnostico-terapeutica che non comporti assunzione di responsabilità”, prosegue Di Silverio , “Allo stesso modo, non è impensabile (o almeno dovrebbe esserlo) che il medico venga oberato, oltre che del carico del suo lavoro e di incombenze burocratiche, anche di una responsabilità tout court delle azioni sanitarie. Il tutto senza che ci sia una declaratoria di ruoli e funzioni del medico stesso”.

I professionisti del Servizio sanitario

Altro tema controverso la responsabilità della professione medica.
“Il trasferimento di mansioni tra figure professionali del Sistema sanitario nazionale è certo possibile, a condizione, però, che con le mansioni vengano trasferite le responsabilità, penali, etiche, civili, conseguenti e legate a quegli atti”, evidenzia il segretario nazionale Anaao Assomed, “Con curiosità mista a preoccupazione, apprendiamo che nella discussione parlamentare del ddl Prestazioni sanitarie un Onorevole ha proposto di ‘estendere l’atto medico agli altri professionisti sanitari’, in risposta, forse, a un articolo che semplicemente prevede che la diagnosi e la terapia siano appannaggio esclusivo del medico.
Francamente, si fa fatica a comprendere quale problema rappresenti il fatto che il medico abbia la responsabilità, nonché il diritto e il dovere, di fare diagnosi e terapia. Probabilmente, però, qualcuno pensa che l’azione del medico sia uguale a quella di un qualsiasi altro operatore della sanità o che un qualsivoglia professionista sanitario necessiti dell’etichetta di ‘atto medico’ per veder riconosciuto il proprio lavoro e valorizzate le proprie competenze”.

Furto della professione sanitaria

“Sia chiaro. I professionisti della catena sanitaria sono tutti indispensabili nella loro funzione, ma occorre evitare confusione nelle competenze e nelle responsabilità”, sottolinea inoltre Pierino Di Silverio, “E non dimenticare che, ai fini della valorizzazione delle professioni sanitarie, tutte, la priorità è rendere attrattivo il lavoro in corsia attraverso assunzioni, aumento delle retribuzioni, miglioramento delle condizioni di lavoro. Oggi si ha l’impressione che stiamo andando dritti e spediti verso un vero e proprio furto della professione medica, considerata non più indispensabile nel servizio sanitario, schiacciata tra le promesse dell’intelligenza artificiale, le farmacie dei servizi ‘sanitari’, e a breve anche medici, l’apertura di specializzazioni mediche a figure non mediche.
I proclami della politica sull’incremento della spesa sanitaria negli ultimi anni non toccano mai il ruolo dei medici, semplicemente perché ancora persiste un senso del pudore che induce a glissare su quanto non si sia investito sui medici dipendenti. Fingendo di non vedere che i loro salari si sono ridotti del 6,2% nel periodo 2015-2022, che il loro contratto 2022-2024, scaduto e non firmato, è finanziato con 10 punti in meno rispetto all’inflazione dello stesso periodo, che mentre il costo dei gettonisti toccava 1,5 mld, quello dei contratti a tempo indeterminato calava del 2,8% e la retribuzione dei giovani in formazione si pone al quintultimo posto in Europa per potere d’acquisto.
In un mondo in cui il problema esiste solo se è alla attenzione dei mass media, oggi il problema medici per l’opinione pubblica sembra chiuso o quasi. E per la politica l’atto finale è rappresentato dalla creazione dei presupposti per una nuova pletora medica e dalla bufala sull’abolizione del numero chiuso a medicina, con buona pace di chi aveva dimostrato, dati alla mano, l’assurdità di un decreto legge approvato a suon di post sui social, senza neanche un momento di confronto pubblico con le parti sociali”.

Pensionamenti e dimissioni

“In questo scenario”, fa presente infine il segretario nazionale Anaao Assomed, “un contratto di lavoro ancora al palo, schiavo del blocco di quello del comparto, scaduto prima ancora di essere discusso nonostante le sollecitazioni, e, sullo sfondo, pazienti e cittadini che continuano a soffrire per la difficoltà di accesso alle cure, peggiorata dalla carenza di medici, sia MMG che ospedalieri, prodotta da una fuga che in quasi due anni ne ha portati via più di 10.000, tra pensionamenti e dimissioni. Alla faccia del capitale umano, bene più prezioso a parole, costo da tagliare nei fatti:
Ma questo è solo il mondo reale che a pochi interessa, perché l’importante è che nel fantasmagorico mondo parallelo del metaverso politico tutto vada bene, le azioni di governo siano accolte dai fan come azioni storiche, uniche e utili al paese.
Ci auguriamo”, conclude Di Silverio , “che permanga un briciolo di buon senso, almeno nel ddl Prestazioni sanitarie, e che non si ceda, come spesso avviene, alle demagogiche idee di chi la sanità non la vive, ma vuole raccontarla.
Sarebbe già un risultato”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Sanità, oltre 500 organi trapiantati nel 2024 in Emilia-Romagna

Anna Garofalo

Infermieri, allarme carenze: entro il 2030 in Italia potrebbero mancare 100 mila operatori sanitari

Giuseppe Lavitola

Infermieri, allarme carenze: entro il 2030 in Italia potrebbero mancare 100 mila operatori sanitari

Giuseppe Lavitola

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.