L’Ucraina continua a essere teatro di una guerra che si combatte non solo con le armi, ma anche con la propaganda, la diplomazia e il controllo delle risorse strategiche: la pressione russa si estende ben oltre il campo di battaglia. Il tribunale di Mosca ha condannato quattro reporter per aver, secondo l’accusa, collaborato con “organizzazioni estremiste” legate a Navalny. Si tratta di Antonina Favorskaya, Artem Kriger, Sergei Karelin e Konstantin Gabov, tutti attivi nel giornalismo indipendente. Favorskaya aveva filmato Navalny il giorno prima della sua morte; Kriger, solo 24 anni, realizzava interviste per strada; Karelin e Gabov lavoravano con importanti agenzie internazionali, come AP, Reuters e Deutsche Welle. Il processo, svoltosi a porte chiuse, ha portato a una condanna esemplare che include, oltre a cinque anni e sei mesi di reclusione, anche il divieto di operare come amministratori di siti web per tre anni.Non è la prima volta che le autorità russe colpiscono chi era vicino a Navalny: a gennaio, tre dei suoi ex avvocati sono stati incarcerati per averlo aiutato a far uscire appunti dal carcere. Il messaggio del Cremlino è chiaro: ogni forma di supporto, anche giornalistico, all’opposizione è considerata una minaccia.
Odessa e Kherson bombardate
Allo stesso tempo, l’Ucraina ha subito nuovi raid su tutto il territorio. La scorsa notte, Odessa è stata colpita da uno sciame di droni Shahed lanciati dalla Russia. I danni hanno riguardato una scuola, una chiesa, edifici residenziali e magazzini portuali. Le autorità locali parlano di feriti e distruzioni significative, con incendi scoppiati in diverse zone della città. Anche Kherson ha vissuto l’ennesima giornata di sangue: un attacco con bombe plananti e successiva artiglieria ha ucciso una persona e ne ha ferite almeno nove. Le forze russe avrebbero deliberatamente colpito le squadre di soccorso, nel tentativo – secondo quanto dichiarato dal capo della regione Oleksandr Prokudin – di impedire il salvataggio dei feriti e colpire medici e operatori umanitari. Ospedali, supermercati, abitazioni e veicoli civili sono stati danneggiati. Anche la capitale Kiev e altre città sono state bersaglio di allarmi aerei e attacchi di droni, a testimonianza di una strategia russa che colpisce in profondità e senza sosta l’intero territorio ucraino.
Bambini rapiti
Un’altra battaglia si gioca sul fronte umanitario. La Commissione Europea ha lanciato una nuova campagna per denunciare la deportazione illegale di bambini ucraini da parte della Russia. Con lo slogan “Migliaia di bambini rubati all’Ucraina. Riportateli a casa”, la campagna intende mantenere alta l’attenzione su oltre 19.000 minori trasferiti forzatamente in territorio russo. Il commissario UE Andrius Kubilius ha sottolineato che nessuna pace duratura sarà possibile senza il loro ritorno.
Estesa la legge marziale
In questo quadro, il Parlamento ucraino ha votato l’estensione della legge marziale e della mobilitazione generale per ulteriori 90 giorni, fino al 6 agosto. Si tratta della quindicesima proroga dall’inizio dell’invasione su vasta scala nel febbraio 2022. Alcuni parlamentari, tra cui Oleksiy Goncharenko del partito Solidarietà Europea, hanno espresso dissenso per la mancanza di piani chiari sulla smobilitazione e sul futuro dei riservisti.
Territori occupati e terre rare
Sul piano diplomatico con gli Usa, dopo che è trapelato che l’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff, avrebbe suggerito a Trump di riconoscere i territori occupati come parte della Russia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito con fermezza: “Il riconoscimento di qualsiasi territorio ucraino occupato come russo è una nostra linea rossa invalicabile. Solo gli ucraini possono decidere del proprio Paese”. Intanto i negoziati per l’estrazione e la gestione delle risorse minerarie strategiche stanno avanzando rapidamente. Secondo il segretario al Tesoro USA Scott Bessent, l’accordo potrebbe essere firmato già questa settimana. Una fonte governativa ucraina ha dichiarato che l’intesa non prevederà il riconoscimento degli aiuti americani come debito, superando una delle principali obiezioni di Kiev.
Rubio e Witkoff a Parigi
Sul fronte europeo, invece, Marco Rubio e Steve Witkoff sono attesi a Parigi per colloqui con le controparti francesi. L’agenda prevede discussioni su Ucraina, Iran e relazioni commerciali, inclusi i dazi proposti da Donald Trump. Witkoff incontrerà il presidente Emmanuel Macron, mentre Rubio parlerà con il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot. La visita è la prima di alto livello da parte di funzionari statunitensi in Francia dopo il vertice sull’IA dello scorso febbraio.