domenica, 13 Aprile, 2025
Image default
Cultura

Run for autism 2025. La corsa del cuore

Il progetto “Filippide, ragazzi con autismo” ha organizzato una corsa per le vie di Roma dedicata a ragazzi con fragilità, genitori e atleti da tutto il mondo per rispondere all’isolamento delle persone diversamente abili verso una società migliore. Presente anche una delegazione di ragazzi libanesi e Massimiliano Rosolino

Ancor più del traguardo è stata la partenza della “Run for autism 2025 iubileum” a caricare di emozione l’aria di Roma. Atleti con autismo e persone neurotipiche hanno corso il 6 aprile una competizione sportiva unica in tutta Europa, vero esempio di inclusione. Al via, oltre 600 ragazzi e ragazze con disturbi dello spettro autistico, insieme ad atleti, genitori, amici, cittadini, hanno iniziato a correre, costituendo un unico fiume di oltre 3.600 persone, che si sono riversate per le strade di Roma. Quello che questi atleti hanno incarnato è il concetto chiave dell’inclusione, ossia che è possibile agire attraverso un solo modo: insieme. Alla partenza, col numero 13, era presente anche Massimiliano Rosolino, che ha lanciato un importante messaggio sulla forza dello sport. “Questa è una gara che va ben oltre lo sport – ha affermato l’atleta, campione mondiale di nuoto – è un messaggio potente di inclusione. Lo sport può e deve essere per tutti. Chi vive con una forma di autismo ne trae benefici enormi, sul piano fisico, emotivo, relazionale. Ma serve il contributo di tutti, famiglie, istituzioni, scuole, allenatori. Oggi ho corso per ricordare che l’inclusione non è un’idea astratta, è un passo dopo l’altro fatto insieme. Con orgoglio, con amore, con lo sport”.

 Il progetto Filippide contro la guerra

La scelta del 6 aprile per la gara non è casuale. In questa data si celebra la “Giornata mondiale dello sport per lo Sviluppo e la Pace”. “L’asse portante di questo evento internazionale – spiega Nicola Pintus, fondatore e Presidente del progetto Filippide – è stato riuscire a ospitare una delegazione del Libano di bambini speciali provenienti dalla zona di interposizione di pace, sotto il controllo dell’Unifil a comando italiano. Questo perché nel 2019 è stata elaborata per la prima volta una risoluzione dell’Onu, che dichiara il dovere di tutelare le persone con disabilità nei teatri di guerra. L’uomo di sport deve essere un uomo di pace e, quindi, deve agire per portare pace. La ‘Run for autism’ si fonda su questo principio che educa ad accogliere qualcuno che va più piano, qualcuno che ha altre difficoltà, allo scopo di diffondere una cultura di integrazione, solidarietà e ascolto. Andare quindi in direzione contraria rispetto a quella in cui il pianeta sta andando”.

In concreto il progetto Filippide, associazione benemerita del Comitato Italiano Paraolimpico, garantisce il diritto allo sport di persone affette da autismo, malattie rare, cecità, sindrome di down, offrendo attività di allenamento e preparazione a competizioni sportive. Dal 2019 l’associazione è affiliata alle Nazioni Unite, diventando così mandataria sul territorio nazionale, dell’attuazione del diritto alla pratica dello sport, ruolo svolto in maniera quotidiana ed esemplare, testimoniando che l’inclusione deve essere per tutti una priorità quotidiana.

L’inclusione è un impegno quotidiano

Molto è l’impegno che la società deve ancora spendere a sostegno della persona con diverse abilità, perché la società cosiddetta “normale” è la società che erigere muri, crea la malattia più pericolosa, la sordità e la chiusura all’altro. Esiste troppo poca propensione all’ascolto e all’incontro, eppure quando cadono le barriere e ci si apre all’ascolto e le braccia all’altro, ci si scopre uguali e quelli che sembrano limiti si manifestano come risorse. “Mio figlio Simone, affetto da autismo, mi ha insegnato la purezza – dice Florindo Ruta, Presidente dell’associazione Etica e Autismo – perché il suo modo di vivere non contempla maschere e manipolazioni, ma l’espressione trasparente delle emozioni. L’altro grande suo merito è stato quello di tirarmi fuori una forza di volontà che non credevo di avere. Lottare per lui, per altri come lui, così come per i genitori come me e mia moglie Rosa, spesso abbandonati dalla società, non solo ha portato alla creazione di servizi, che prima non esistevano, a sostegno delle persone autistiche, ma ha fornito a me un significato esistenziale. Per questo con la mia associazione abbiamo realizzato diverse iniziative, tra cui l’ultima, in fase di realizzazione. Si tratta di un progetto di cohousing per i nostri figli, dopo che noi non ci saremo più, in cui i ragazzi possono convivere con altri nelle stesse condizioni, fare laboratori, attività ricreative insieme a figure di supporto, piuttosto che finire in istituto. Simone oggi ha 36 anni, noi genitori non ci saremo per sempre, ma lui deve aver garantita la stessa qualità di vita che gli abbiamo offerto noi genitori”

La testimonianza di Gaia

Tra le migliaia di persone che hanno preso parte alla gara, abbiamo raccolto la testimonianza di Gaia Agostini, runner di lungo corso, che ha partecipato a diverse competizioni. “Ho molti amici speciali – racconta Gaia – con disturbi dello spettro autistico, con cui condivido molti momenti, come quello della corsa, che mi offrono nutrimento e arricchimento. Capisco però che la società non offre il sostegno necessario a queste persone e ai loro genitori. È necessario cambiare paradigma e non si può più aspettare. Eventi di integrazione e cooperazione devono assumere una frequenza maggiore, solo così è possibile sconfiggere la discriminazione e cambiare la cultura”.

Il grande esempio di un’azienda Svizzera

Un’iniziativa virtuosa cui ispirarsi viene da Basilea, in Svizzera. Enzo Brunetti, architetto, e titolare di una impresa, per il 25esimo anno di attività ha scelto di regalare un insolito viaggio premio ai propri dipendenti. “Abbiamo proposto una vacanza a Roma in coincidenza con la “Run for autism”, allo scopo di far gareggiare il nostro personale e offrire loro non la solita gita di cui non resta nulla, ma fornire la possibilità di fare un’esperienza foriera di valore inestimabile. Il vero premio è uscire migliorati da un incontro, l’unico dono che resta per sempre”.

 

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

In Sudan si muore ogni giorno, mentre si arricchiscono i mercanti di armi

Cristina Calzecchi Onesti

David di Donatello 2025 all’insegna dei giovani e delle donne

Alessandra Miccichè

Le polemiche infiammano su Biancaneve 2.0

Alessandra Miccichè

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.