
Il 7 maggio si terranno i 70esimi David di Donatello, che andranno in onda sulla Rai dal Teatro 5 di Cinecittà. A condurre sarà un duo unico composto da Elena Sofia Ricci e dal cantante Mika. “Sono molto felice e onorata di aver avuto questa conduzione affidata insieme a Mika, che stimo moltissimo. Penso che faremo una cosa bella, gioiosa per festeggiare il nostro cinema e per festeggiare i 70 anni del David di Donatello”, ha commentato Elena Sofia Ricci in un video saluto. Anche Mika si è detto felice e onorato, raccontando che è stato il cinema italiano a farlo innamorare dell’Italia ancor prima di visitarla: “Adesso sono in una sala di incisione – ha rivelato il cantante – dove sto preparando delle performance per celebrare i grandi film italiani”.

I David di Donatello ormai sono divenuti una istituzione del nostro Paese in ambito cinematografico. I film premiati sono opere che, in un modo o nell’altro, raccontano l’Italia, le persone, la cultura e la storia che permea ogni cosa. È un riconoscimento delle eccellenze italiche, delle capacità delle nostre maestranze e delle nuove generazioni di talenti che cercano di emergere in questo difficile settore. “I David sono importanti per il Paese – ha dichiarato Lucia Borgonzoni, Sottosegretario al MiC – perché raccontano il nostro cinema. Un cinema che ha ritrovato gli splendori di un tempo e un respiro sempre più internazionale. Sono tante le pellicole che negli ultimi due anni nel mondo sono state riconosciute come opere che riuscivano a parlare, magari di storie italiane, del nostro Paese, di noi, ma con un respiro internazionale e con la facilità di essere comprese da tutti”.
I giovani sono il punto focale dell’edizione di quest’anno. Tra i nominati, infatti, attori, attrici, registi e registe che al loro esordio hanno dimostrato di saper raccontare storie emozionanti, che narrano la vita, l’essere umano, le ferite familiari e le questioni morali che caratterizzano questo momento storico. “Se dovessi dare un titolo a questa edizione – ha spiegato in una conferenza stampa di presentazione dei premi la Presidente e Direttrice Artistica Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, Piera Detassis -, la titolerei proprio ‘L’arte di crescere’, perché le key words di tanti titoli sono: bambino, bambini, ragazzo, ragazza”. “La tensione è verso il racconto della gioventù e persino dell’infanzia – ha proseguito la Presidente -, per cui giocando su un altro titolo, l’arte di crescere dei più piccoli, dei più indifesi, l’arte di sopportare i conflitti, l’arte di sopportare le macerie della Seconda guerra mondiale e il bullismo, la misoginia e persino le ferite familiari. È un David che guarda al futuro attraverso la giovinezza, ma è anche un David che non dimentica la memoria, che non dimentica il passato, la riflessione sul passato. Seguendo questo filo abbiamo innescato nuove sinergie che guardano un po’ al pubblico più giovane”.
La grande novità di questa edizione è che tutti i premi saranno annunciati e consegnati in diretta sul palcoscenico. Al momento l’unico premio già assegnato è il “David dello spettatore”, che ogni anno va al film che ha totalizzato le maggiori presenze in sala, andato a “Diamanti” di Ferzan Özpetek con 2 milioni 222 mila 126 spettatori.
I film candidati sono:
- Miglior Film: “Berlinguer – La Grande Ambizione” di Andrea Segre, “Il Tempo che ci vuole” di Francesca Comencini, “L’Arte della Gioia” di Valeria Golino, “Parthenope” di Paolo Sorrentino, “Vermiglio” di Maura Delpero.
- Miglior Regia: Andrea Segre per “Berlinguer – La Grande Ambizione”, Francesca Comencini per “Il Tempo che ci vuole”, Valeria Golino per “L’arte della gioia”, Paolo Sorrentino per “Parthenope”, Maura Delpero per “Vermiglio”.
- Miglior esordio alla regia: “Ciao bambino” di Edgardo Pistone, “Gloria!” di Margherita Vicario, “I bambini di Gaza” di Loris Lai, “Io e il Secco” di Gianluca Santoni, “Zamora” di Neri Marcorè.
- Miglior attrice protagonista: Barbara Ronchi (“Familia”), Romana Maggiora Vergano (“Il tempo che ci vuole”), Tecla Insolia (“L’arte della gioia”), Celeste Dalla Porta (“Parthenope”), Martina Scrinzi (“Vermiglio”).
- Miglior attore protagonista: Elio Germano (“Berlinguer – La grande ambizione”), Francesco Gheghi (“Familia”), Fabrizio Gifuni (“Il tempo che ci vuole”), Silvio Orlando (“Parthenope”), Tommaso Ragno (“Vermiglio”).
- Miglior attrice non protagonista: Geppi Cucciari (“Diamanti”), Tecla Insolia (“Familia”), Valeria Bruni Tedeschi (“L’arte della gioia”), Jasmine Trinca (“L’arte della gioia”), Luisa Ranieri (“Parthenope”).
- Miglior attore non protagonista: Roberto Citran (“Berlinguer – La grande ambizione”), Francesco Di Leva (“Familia”), Guido Caprino (“L’arte della gioia”), Pierfrancesco Favino (“Napoli – New York”), Peppe Lanzetta (“Parthenope”).
Tra i candidati tante donne, dunque, che riscoprono se stesse, la propria libertà e indipendenza. “Per la prima volta – ha sottolineato Detassis – noi abbiamo tre registe candidate sia nel miglior film che nella miglior regia. La cosa che colpisce è che quest’anno è un po’ il tempo delle donne. Tutti i film candidati in generale sono storie di giovani donne, adolescenti o poco più, io aggiungerei libere, che dicono no e che vogliono che sia no. Quindi, è proprio una storia, uno sguardo molto contemporaneo, purtroppo anche molto attuale come sapete, ma ci fa piacere che il nostro cinema colga così bene anche l’attualità”.