mercoledì, 16 Aprile, 2025
Esteri

Guterres: “Gaza è un campo di sterminio”. Israele: “Calunnie”

Ancora bombe sulla Striscia, decine di morti. Il segretario ONU: "Un mese senza aiuti, i civili in un circolo di morte". Netanyahu a processo per corruzione. Lettera dei riservisti: “Ci rifiutiamo di servire”

Mentre la Striscia di Gaza continua a essere teatro di una crisi umanitaria e militare senza precedenti, i numeri raccontano una tragedia in costante escalation. Solo nelle ultime 24 ore, secondo il ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas, almeno 58 palestinesi sono stati uccisi e altri 213 feriti sotto i bombardamenti israeliani. Dalla ripresa del conflitto, il 18 marzo scorso, le vittime sono salite a 1.449, con oltre 3.600 feriti. Il bilancio totale è di almeno 50.810 morti palestinesi e più di 115.000 feriti. L’Idf ha inoltre reso noto di aver effettuato attacchi su oltre 45 obiettivi in tutta la Striscia, sostenendo di aver colpito siti di produzione di armi, rampe di lancio per razzi, depositi e infrastrutture legate a gruppi terroristici. Anche le operazioni di terra proseguono a pieno ritmo, in particolare nel sud, tra Rafah e Khan Younis, dove la 36ª Divisione sta avanzando nel cosiddetto Corridoio Morag. A Tel Sultan, le truppe israeliane affermano di aver individuato numerosi tunnel sotterranei. Secondo il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, quasi 400.000 palestinesi sono stati nuovamente sfollati in seguito alla ripresa dei combattimenti, un numero che rappresenta circa il 20% dell’intera popolazione ancora in vita della Striscia.

Guterres: “Gaza è un campo di sterminio”

Le parole più dure arrivano dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che ha definito Gaza “un campo di sterminio”. Un’accusa pesantissima, pronunciata in un contesto segnato da un blocco totale agli aiuti imposto da Israele. “Da oltre un mese non è entrata una sola goccia di aiuti umanitari: né cibo, né carburante, né medicinali. Le porte dell’orrore si sono riaperte”, ha dichiarato Guterres. Secondo l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (OCHA), tutti i valichi d’ingresso a Gaza sono chiusi dal 2 marzo, nel blocco più lungo dall’inizio del conflitto. Il segretario generale ha ribadito che, secondo il diritto internazionale, Israele, in quanto potenza occupante, ha l’obbligo di garantire il benessere della popolazione civile. “Il percorso attuale è un vicolo cieco, intollerabile agli occhi del diritto internazionale e della storia. È tempo di proteggere i civili, rilasciare gli ostaggi, garantire aiuti vitali e ottenere un nuovo cessate il fuoco”, ha dichiarato. Guterres ha chiesto un’indagine indipendente sull’uccisione degli operatori umanitari, inclusi membri del personale ONU, e ha contestato le dichiarazioni israeliane secondo cui vi sarebbero sufficienti scorte alimentari nella Striscia: “Questa affermazione è lontana dalla realtà”.

Crisi politica in Israele

Nel frattempo, in Israele si agita anche lo scenario interno. La Corte Suprema ha sospeso la decisione del governo di rimuovere Ronen Bar dalla guida dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, confermandolo temporaneamente al suo posto “fino a nuova decisione”. Una sentenza definita “sconcertante” dall’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, che ieri era atteso in tribunale per una testimonianza nell’ambito del processo in cui è imputato per corruzione. Netanyahu è rientrato nel Paese dopo una settimana tra Ungheria e Stati Uniti, dove ha incontrato l’ex presidente americano Donald Trump. In questo clima è arrivata la lettera, ancora inedita ma già molto discussa, firmata da centinaia di riservisti e veterani dell’aeronautica militare israeliana che annunciano il loro rifiuto di continuare a prestare servizio. Il gesto è motivato dalla convinzione che la guerra sia ormai guidata da fini politici: dalla riforma della giustizia voluta dal governo, al licenziamento del capo dello Shin Betdi Ronen Bar, fino al tentativo di rimuovere il procuratore generale. L’aeronautica, finora, non ha commentato. Già durante le prime fasi della controversa riforma giudiziaria, sospesa lo scorso ottobre, molti riservisti avevano protestato con la stessa modalità, affermando che minava la democrazia israeliana e l’autorità morale degli ordini impartiti alle forze armate.

Egitto, Usa e Qatar per un nuovo accordo

Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelaty, ha avuto un colloquio con l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, per coordinare l’azione congiunta di Egitto, Usa e Qatar verso un nuovo cessate il fuoco. Le trattative mirano a ottenere una tregua fino a 70 giorni in cambio del rilascio di otto ostaggi israeliani vivi e della restituzione di altrettanti corpi. La proposta è stata presentata ufficialmente alle parti, mentre il Cairo continua a esercitare pressioni sia su Israele che su Hamas. Obiettivo: garantire l’avvio di una nuova fase di calma, de-escalation e soprattutto la ripresa del flusso degli aiuti umanitari, oggi completamente bloccato.

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