Decine di migliaia di oppositori del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e del suo consigliere, il miliardario Elon Musk, sono scesi in strada in tutto il Paese per protestare contro le recenti riforme dell’amministrazione, mirate a riorganizzare il governo. Sabato si sono tenuti oltre 1.200 raduni ‘Hands off’ (‘Giù le mani’). Le proteste si sono svolte in luoghi simbolici come il National Mall di Washington, DC, e in tutti i 50 stati americani, attirando, secondo le stime, più di 250.000 partecipanti a livello nazionale e esprimendo il proprio dissenso contro le drastiche misure dell’amministrazione e le riforme promosse dal Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), guidato da Musk. Le politiche in questione hanno comportato la soppressione di oltre 200.000 posizioni federali e tagli significativi ai benefici, colpendo in particolare l’Internal Revenue Service e la Social Security Administration. A Chicago, migliaia di persone si sono radunate nel centro cittadino mentre a A New York, manifestanti si sono riuniti a Bryant Park esibendo cartelli con slogan come “Scollegate Elon” e “Posso scrivere questo solo perché una volta c’era il Dipartimento dell’Istruzione”. Kelley Robinson, presidente della Human Rights Campaign, ha preso la parola durante un comizio a Washington DC, denunciando le politiche discriminatorie del governo verso le comunità emarginate. “Questi attacchi non sono solo politici. Sono personali”, ha detto, secondo quanto riportato da AFP. Proteste simili si sono svolte ad Atlanta, Boston, Miami e Charlotte, con richieste che spaziavano dall’immigrazione all’assistenza sanitaria, fino ai diritti dei lavoratori. Anche all’estero, espatriati americani e sostenitori locali si sono mobilitati in città come Berlino, Francoforte, Parigi e Londra, dimostrando la portata globale di questa ondata di dissenso.
