Da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca, alcune figure del Partito Democratico hanno sollevato critiche nei confronti della moglie Melania Trump e di Elon Musk. Alcuni esponenti hanno messo in evidenza le origini sudafricane del fondatore di Tesla e avanzato richieste per riesaminare la posizione di Melania, nata nell’ex Jugoslavia e naturalizzata cittadina statunitense nel 2006. Durante una manifestazione a Los Angeles il 22 marzo, la deputata Maxine Waters ha proposto un’indagine sulla cittadinanza della first lady, sottolineando che, se Trump intende concentrarsi su chi è nato negli Stati Uniti da genitori irregolari, dovrebbe iniziare da sua moglie. Anche Musk, cittadino americano dal 2002, è stato al centro di critiche. La deputata Janelle Bynum, durante un comizio il 4 febbraio, ha paragonato Musk agli inglesi che attaccarono Washington nella guerra del 1812, definendo il gruppo di Trump “una banda di miliardari sudafricani”. Nydia Velázquez ha invitato Musk a tornare in Sudafrica, mentre Jasmine Crockett lo ha accusato di non rispettare i valori democratici americani, insinuando presunti legami con l’apartheid. Gerry Connolly ha collegato le origini sudafricane di Musk a un atteggiamento autoritario, evidenziando l’importanza della separazione dei poteri negli Stati Uniti. Steve Cohen ha persino paragonato i genitori di Musk a Vladimir Putin, mentre Ilhan Omar ha suggerito che Musk e Trump non abbiano interesse nella tutela della democrazia. Tuttavia, una verifica dei fatti condotta da Snopes ha confermato che Musk lasciò il Sudafrica per evitare di servire un regime basato sull’apartheid, dimostrando una chiara presa di distanza dal sistema oppressivo del suo Paese di origine.
