La tensione in Medio Oriente continua a crescere, con nuovi bombardamenti dell’IDF sia su Gaza che su Beirut, segnando un ulteriore capitolo di un conflitto che non accenna a placarsi. Gli attacchi, giustificati da Israele come operazioni mirate contro obiettivi di Hamas e Hezbollah, hanno causato vittime e distruzione, aggravando la situazione umanitaria e alimentando il dibattito internazionale sulla necessità di un cessate il fuoco. A Beirut, le esplosioni hanno scosso il quartiere di Dahiyeh, storicamente roccaforte di Hezbollah, mentre a Gaza gli attacchi hanno colpito aree densamente popolate, causando numerose vittime civili. Fonti locali riferiscono che almeno 20 persone sono rimaste uccise nei bombardamenti su Gaza, tra cui donne e bambini, mentre a Beirut il bilancio delle vittime resta ancora incerto. Gli ospedali nelle due aree colpite sono in emergenza, con un afflusso continuo di feriti e risorse sempre più scarse per affrontare la crisi sanitaria.
L’Unicef: “In 10 giorni 322 bambini uccisi”
L’Unicef ha denunciato che la ripresa dei raid sulla Striscia di Gaza ha provocato la morte di almeno 322 bambini in dieci giorni e il ferimento di altri 609, “il che rappresenta una media giornaliera di oltre 100 bambini uccisi o mutilati”, ha spiegato l’agenzia ONU per l’infanzia. “la maggior parte di questi bambini era sfollata e si rifugiava in tende di fortuna o in case danneggiate”, ha aggiunto l’organizzazione. Dalla ripresa dell’offensiva, il 18 marzo, Israele ha compiuto intensi bombardamenti e una nuova campagna militare di terra, rompendo la tregua con Hamas che era entrata in vigore il 19 gennaio. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, 1.001 persone sono state uccise, portando il bilancio complessivo delle vittime a 50.357 morti. Secondo l’UNICEF, tra le vittime ci sonoin tutto 15.000 bambini.
Nuovo attacco su Beirut
Martedì mattina, l’esercito israeliano ha bombardato un edificio nella periferia meridionale di Beirut, affermando di aver colpito un membro di Hezbollah. Questo attacco è avvenuto senza preavviso, pochi giorni dopo un precedente bombardamento sulla capitale libanese, che aveva segnato una violazione della tregua tra Israele e Hezbollah, raggiunta nel novembre 2024. Quattro persone sono morte e sette sono rimaste ferite, tra cui una donna, nel bombardamento al quartiere Sfeir di Beirut. Tra le vittime figura Hassan Ali Bdeir, un membro di Hezbollah, obiettivo dell’attacco. L’esercito israeliano ha affermato che Bdeir avrebbe recentemente collaborato con Hamas, pianificando attacchi contro civili israeliani. Il primo ministro libanese, Nawaf Salam, ha definito l’attacco una violazione palese della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, che aveva messo fine alla guerra tra Israele e Hezbollah nel 2006 e aveva stabilito la base per la tregua del 2024.
Amnesty: Ungheria arresti di Netanyahu
In occasione della visita del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu prevista per oggi a Budapest per incontrare l’omologo ungherese Viktor Orban e altri esponenti di governo, Amnesty International ha chiesto all’Ungheria di “arrestarlo e consegnarlo alla Corte Penale Internazionale” in osservanza ai mandati di arresto emessi per crimini contro l’umanità e crimini di guerra legati al conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Amnesty ha avvertito che “qualsiasi viaggio in uno Stato membro della CPI che non porti all’arresto di Netanyahu incoraggerebbe Israele a perpetuare crimini contro i palestinesi nei territori occupati”. Orban ha invitato Netanyahu e ha condannato fermamente la decisione della CPI, definendola “vergognosa”.
Ripensamento sul capo dello Shin Bet
Sul fronte della politica interna, mentre continuano le proteste dei cittadini Israeliani contro il governo, Netanyahu ha annunciato di aver rivisitato la sua scelta riguardo al nuovo capo dello Shin Bet. In precedenza il primo ministro aveva comunicato la nomina di Eli Sharvit alla guida dei servizi di sicurezza interni, ma la decisione era stata subito oggetto di critiche in tutto il paese e nella comunità internazionale. “Il Primo Ministro ha ringraziato il vice ammiraglio Sharvit per la sua disponibilità, ma dopo un’ulteriore riflessione ha deciso di intervistare altri candidati”, ha reso noto un comunicato dell’ufficio del primo ministro.