Mentre la guerra entra nel suo terzo anno, l’orrore di Bucha torna a scuotere la comunità internazionale. Le prove dei crimini di guerra perpetrati nella cittadina ucraina sono ormai inconfutabili, secondo quanto dichiarato dall’Alto rappresentante dell’UE Kaja Kallas. “Dalle immagini ai segnali radio intercettati, sappiamo chi sono i responsabili di queste atrocità”, ha affermato Kallas in un intervento al Parlamento europeo, sottolineando che la tecnologia odierna rende impossibile l’impunità per simili crimini. Nel dibattito internazionale, la questione del cessate il fuoco rimane centrale, ma Kallas ha evidenziato l’importanza di non limitare il confronto solo agli attacchi e alle vittime. “Dobbiamo mantenere ferma la nostra posizione: il rispetto del diritto internazionale è fondamentale”, ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’UE, ribadendo che sovranità e indipendenza dell’Ucraina sono principi imprescindibili.
3,5 mld dall’Ue
Inoltre, nonostante le rassicurazioni di Mosca, i bombardamenti sulle infrastrutture energetiche ucraine continuano. Ieri un attacco ha colpito una centrale elettrica a Kherson, lasciando senza elettricità oltre 45.000 residenti. Il governo di Kiev ha denunciato l’ennesima violazione russa, evidenziando come questi attacchi mirino a destabilizzare ulteriormente il paese e aggravare la crisi umanitaria. In questo quadro, Bruxelles ha rafforzato il proprio impegno a favore di Kiev con un nuovo stanziamento di 3,5 miliardi di euro. Secondo la commissaria europea all’allargamento, Marta Kos, questo finanziamento contribuirà a stabilizzare le finanze ucraine in un momento cruciale e dimostra il sostegno costante dell’Unione al paese in guerra. Questo intervento si inserisce in un quadro più ampio di aiuti economici e militari forniti a Kiev dall’inizio dell’invasione russa.
La proposta italiana di un articolo 5 bis della NATO
Sul fronte della sicurezza, l’Italia ha proposto una nuova formula per garantire la protezione di Kiev: un meccanismo simile all’articolo 5 della NATO, ma specifico per l’Ucraina. L’idea è di “un intervento che può essere della Nato, o di alcuni paesi e serve anche la presenza americana, ovviamente”, ha sottolineatoil ministro degli Esteri Antonio Tajani in audizione con Guido Crosetto alle commissioni riunite esteri e difesa di Camera e Senato. Si tratta ancora di una proposta politica in fase di valutazione da parte degli alleati, ma che potrebbe rappresentare un modello di sicurezza alternativo in vista della futura adesione dell’Ucraina all’UE e della complessa prospettiva di ingresso nella NATO. “In un mondo dove conta la potenza economica e militare, avere una difesa che consenta di non essere una preda facile è garanzia di sopravvivenza democratica, sicurezza e stabilità – ha aggiunto il ministro della difesa Crosetto – Fino a qualche anno fa nessuno di noi, incluso il governo tedesco che alcuni giorni fa ha cambiato la Costituzione, pensava fosse necessario investire in difesa perché ci pensavano gli Stati Uniti: qualcuno potrebbe dirmi che posso sentirmi tranquillo con altre alleanze, come ad esempio con Russia e Cina, ma adesso non esiste un’alleanza migliore di quella con la Nato, che ci chiede di affrontare determinati obblighi”.
Ucraina e USA trattano sui minerali
Parallelamente, Kiev sta cercando di negoziare un accordo con gli Stati Uniti sulle risorse minerarie, un settore strategico per il paese. Secondo Andrii Sybiha, vice ministro degli Esteri ucraino, l’obiettivo è raggiungere un’intesa equa per entrambe le parti, dopo le critiche rivolte alla bozza di accordo proposta da Washington. Mosca, da parte sua, continua a ritenere inaccettabili le proposte statunitensi per un cessate il fuoco. Il viceministro degli Esteri russo, Serghei Ryabkov, ha dichiarato che le trattative devono affrontare le “cause profonde del conflitto” e che, per ora, non vi sono segnali concreti da parte di Washington per una risoluzione che soddisfi le richieste del Cremlino.
Il ruolo della Cina
Intanto, la Cina si propone come attore chiave nelle mediazioni. Durante una visita a Mosca, il capo della diplomazia cinese Wang Yi ha ribadito la volontà di Pechino di svolgere un ruolo costruttivo per la pace, pur mantenendo il proprio sostegno agli “interessi fondamentali” della Russia. Pechino, che non ha mai condannato apertamente l’invasione, continua ad intensificare i legami economici con Mosca, cercando al contempo di presentarsi come una potenza neutrale nella mediazione del conflitto.