mercoledì, 2 Aprile, 2025
Economia

“Tassi, serve prudenza”: l’avviso della Banca d’Italia

Panetta: “La politica monetaria va gestita con misura”. Alla riunione annuale, il Governatore sollecita cautela nel calo dei rendimenti

“La politica monetaria deve essere bilanciata”. Sono state parole chiare quelle pronunciate ieri dal Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta in apertura dell’‘Assemblea annuale dei Partecipanti’, tenutasi a Roma. In un contesto internazionale attraversato da incertezze, tensioni geopolitiche e segnali contrastanti, la sua relazione sul bilancio 2024 ha ribadito un concetto chiave: serve prudenza nel percorso di riduzione dei tassi d’interesse, perché le incognite restano numerose e i rischi di destabilizzazione ancora concreti. “Le decisioni dovranno considerare sia la debolezza dell’economia europea che la crescente instabilità globale” – ha spiegato –. “Frenano consumi e investimenti, ma l’incertezza, soprattutto legata alla politica commerciale degli Stati Uniti, impone cautela”.

Panetta ha dipinto un quadro realistico e senza sconti sull’economia continentale: “L’attività produttiva rallenta”, ha affermato, a causa del calo degli scambi internazionali e della forte esposizione dell’Europa al commercio estero. Il settore manifatturiero, già colpito negli anni passati, resta in stallo. L’incertezza geopolitica – tra guerre in corso, instabilità energetica e protezionismi – continua ad alimentare la frammentazione economica globale. Un contesto che penalizza la crescita e, pur contenendo l’inflazione, non permette rilassamenti sulla guardia della politica monetaria.

Inflazione non ancora domata

Il Governatore ha ammonito: “La lotta all’inflazione non può dirsi conclusa”. Il target del 2% resta l’obiettivo dell’Eurosistema, e ogni segnale che possa ostacolarne il ritorno andrà monitorato con attenzione. In questo contesto, Panetta ha chiarito come la Banca centrale debba agire con equilibrio, senza cedere a pressioni esterne o a interpretazioni miopi legate esclusivamente ai conti annuali delle banche centrali. “La stabilità dei prezzi – ha ricordato – è il fine primario del nostro mandato, anche a costo di temporanee ricadute economiche”.

La fotografia dei conti della Banca d’Italia mostra tutta la complessità di un anno straordinario. Il risultato lordo è stato negativo per 7,3 miliardi di euro, in peggioramento di 200 milioni rispetto al 2023, a causa soprattutto dell’elevato livello dei tassi ufficiali, che ha inciso negativamente sulla redditività.

Ma grazie all’utilizzo del fondo rischi generali per 5,8 miliardi e a un recupero fiscale di circa 2,4 miliardi, l’istituto ha potuto chiudere l’esercizio con un utile netto di 844 milioni di euro. Panetta ha proposto di riconoscere, come l’anno precedente, un dividendo di 200 milioni ai Partecipanti, con un’integrazione straordinaria di 140 milioni prelevati dalla posta speciale di stabilizzazione. Il resto, 644 milioni, sarà destinato allo Stato, in aumento rispetto ai 615 milioni del 2023.

Attivo in calo, utili nel 2025

Il bilancio riflette anche un ridimensionamento dell’attivo, riconducibile principalmente alla riduzione delle operazioni di rifinanziamento, passate da 150 a 23 miliardi, e alla diminuzione dei titoli detenuti a fini di politica monetaria, scesi da 657 a 591 miliardi, di cui 544 miliardi in titoli di Stato italiani. Sul lato del passivo, si segnalano cali nei depositi delle istituzioni creditizie (-66 miliardi) e nel saldo debitorio della Banca d’Italia nel sistema TARGET (da 521 a 416 miliardi), “effetto in gran parte dell’aumento degli investimenti esteri in titoli italiani”.

Nonostante la contrazione del fondo rischi generali di 11,4 miliardi negli ultimi due anni, Panetta ha assicurato che il livello di copertura rimane adeguato, e ha anticipato un ritorno a un utile lordo già dal 2025, in linea con le attuali previsioni sui tassi di interesse.

La stabilità finanziaria

Nel cuore del suo intervento, Panetta ha voluto rimarcare con forza l’autonomia e la missione della Banca centrale: “La stabilità finanziaria delle banche centrali è un pilastro per l’indipendenza e per l’efficace esercizio delle loro funzioni”. Non va confusa con la ricerca del profitto: i bilanci possono peggiorare in funzione delle scelte di politica monetaria, ma ciò non deve preoccupare, purché l’obiettivo della stabilità dei prezzi sia rispettato. In questa cornice si inserisce anche il progetto dell’euro digitale, destinato a “rafforzare la sovranità monetaria e a generare benefici per famiglie e imprese”. Un’iniziativa che potrà contribuire, in futuro, anche alla solidità di bilancio delle stesse banche centrali.

L’innovazione digitale

Ampio spazio è stato dedicato all’innovazione digitale della Banca d’Italia, definita da Panetta come una “priorità strategica”. È in fase avanzata l’implementazione di un programma di trasformazione digitale su tre direttrici principali: investimenti in tecnologie di frontiera, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale; semplificazione e innovazione dei processi interni, tramite l’integrazione dei sistemi informativi; digitalizzazione completa dei flussi documentali, per ridurre al minimo l’uso della carta. “Il nuovo piano strategico – ha spiegato – sarà definito a inizio del prossimo anno. La digitalizzazione, insieme alla razionalizzazione delle attività interne, sarà uno dei suoi due pilastri portanti”.

Banconote più sicure

Sul fronte della cartamoneta, la Banca d’Italia partecipa alla progettazione della terza serie di banconote in euro: una nuova generazione che sarà caratterizzata da un design rinnovato, maggiori sistemi di sicurezza e criteri di sostenibilità ambientale. Un passaggio cruciale per rendere la moneta fisica ancora più affidabile e in linea con i valori contemporanei di inclusività e transizione ecologica.

Infine, Panetta ha ribadito l’importanza della rete territoriale di Bankitalia, “vero punto di forza” dell’organizzazione. È entrato nella fase esecutiva il piano di sviluppo delle filiali, che punta a rafforzarne il ruolo in ambiti strategici e ad aumentarne la proiezione nel territorio. “La modernizzazione organizzativa – ha sottolineato – è un passaggio necessario per affrontare le sfide future, aumentare la resilienza dell’istituto e migliorarne l’efficacia nel servizio al Paese”.

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