Il Myanmar è stato colpito venerdì da un violento terremoto che ha provocato almeno 1.600 morti e più di 3.000 feriti. Ma i numeri potrebbero aumentare con il passare delle ore. Le scosse di assestamento – cioè quei movimenti della terra che seguono il terremoto principale – continuano a farsi sentire. La più forte finora ha raggiunto magnitudo 5,1. Secondo l’ONU, circa 20 milioni di persone sono state in qualche modo coinvolte dal sisma: case crollate, famiglie sfollate e intere comunità senza accesso a beni di prima necessità.
Macerie, paura e soccorsi difficili
Le operazioni di salvataggio si concentrano nelle aree più colpite, in particolare intorno alla città di Mandalay, una delle principali del Paese. Qui i soccorritori lavorano senza sosta tra le rovine, cercando sopravvissuti sotto ciò che resta di palazzi e abitazioni. La Croce Rossa Internazionale ha lanciato un appello urgente per raccogliere 115 milioni di dollari, necessari per inviare aiuti alimentari, tende, medicine e acqua potabile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso preoccupazione per il rischio di epidemie, legate alla mancanza di igiene e alla difficoltà di accesso ai servizi sanitari.
Bangkok colpita dal sisma
Il terremoto ha avuto effetti anche oltre i confini del Myanmar. A Bangkok, capitale della vicina Thailandia, un palazzo in costruzione di 33 piani è crollato nel distretto di Chatuchak. Secondo le autorità, il crollo ha causato 17 vittime e almeno 32 feriti, mentre si cercano ancora oltre 80 persone disperse. I soccorsi sono in corso. Il governatore della città, Chadchart Sittipunt, ha dichiarato: “Stiamo facendo tutto il possibile per salvare vite umane. Non ci arrenderemo”.
Piscine che si svuotano
A Bangkok, il terremoto ha causato scene impressionanti: l’acqua delle piscine situate sui tetti dei grattacieli ha iniziato a traboccare, cadendo giù lungo le facciate degli edifici e finendo nelle strade sottostanti. Si tratta di un fenomeno legato all’oscillazione dei palazzi al momento della scossa. Le immagini, riprese da residenti e pubblicate sui social, mostrano vere e proprie cascate improvvise che hanno generato panico tra i passanti, spaventati da quello che inizialmente sembrava un nuovo crollo.
Partorisce in strada
Tra le tante storie che arrivano da Bangkok, una ha commosso l’opinione pubblica. Una donna incinta, che si trovava in ospedale al momento del sisma, è stata evacuata insieme ad altri pazienti. Poco dopo, ha dato alla luce il suo bambino per strada, assistita da medici e infermieri che l’avevano accompagnata. Entrambi stanno bene. Una nascita che, in mezzo alla distruzione, è stata accolta con emozione da chi era presente.
Emergenza umanitaria
La risposta internazionale non si è fatta attendere. Cina e Russia hanno già inviato squadre di soccorso e materiali di prima necessità. L’ONU ha invitato tutti i Paesi a mobilitarsi per fornire assistenza. Le aree più colpite, ha spiegato un portavoce delle Nazioni Unite, “hanno bisogno urgente di tende, medicinali e personale sanitario”. Il terremoto ha messo in evidenza la fragilità delle infrastrutture in una regione già colpita da anni di instabilità politica e crisi economica.
Scosse in corso, popolazione in allerta
Il timore di nuove scosse mantiene alta la tensione. I terremoti di questa entità spesso non si esauriscono in un solo evento. Le scosse di assestamento possono continuare per giorni o addirittura settimane. Gli esperti spiegano che il terreno, dopo un terremoto importante, impiega tempo per stabilizzarsi. Le autorità locali invitano la popolazione alla massima prudenza e raccomandano di non rientrare negli edifici danneggiati.
Colpite milioni di persone
Il sisma del Myanmar si sta rivelando una delle peggiori catastrofi naturali degli ultimi anni nella regione. Con 1.600 morti già accertati, il numero delle vittime potrebbe salire ulteriormente man mano che i soccorritori raggiungono le zone più isolate. Molte aree rurali sono ancora irraggiungibili, a causa delle strade interrotte o danneggiate. Le comunicazioni sono difficili e la distribuzione degli aiuti è rallentata. In molte località manca la corrente elettrica e l’accesso all’acqua è limitato.