Durante l'”Alumni Day” della Columbia University, dedicato alla Facoltà di Affari Internazionali e Pubblici, un gruppo di ex studenti ha organizzato una protesta simbolica strappando i propri diplomi. L’azione è stata promossa in risposta all’arresto, lo scorso 8 marzo, di Mahmoud Khalil, studente palestinese con green card, da parte dell’Immigration and Customs Enforcement. Coordinato dal gruppo SIPA Alumni for Palestine, l’evento ha coinvolto decine di persone che hanno esposto cartelli e scandito slogan come ‘Liberate la Palestina’ e ‘Liberate Mahmoud Khalil’. Amali Tower, laureata SIPA nel 2009, ha dichiarato di non sentirsi più orgogliosa della sua alma mater, criticando le ingiustizie verso immigrati e palestinesi. Khalil è detenuto in Louisiana, mentre l’amministrazione Trump sta valutando la sua deportazione, motivandola con il suo attivismo pro-palestinese, ritenuto una minaccia per la politica estera. Il Segretario di Stato USA, Marco Rubio, ha ribadito che i manifestanti con visti per studenti potrebbero essere espulsi dagli Stati Uniti, sostenendo che chi partecipa a proteste non dovrebbe ricevere tali visti. La Columbia University sta attraversando una fase di transizione: la presidente ad interim, Katrina Armstrong è stata sostituita da Claire Shipman, ex giornalista e co-presidente del consiglio di amministrazione, divenuta il terzo presidente dell’ateneo in meno di un anno. Durante la protesta, Hannah, un’ex studentessa, ha criticato apertamente la gestione dell’università e ha strappato il proprio diploma in segno di solidarietà verso le comunità oppresse. Altri studenti stranieri di università come Tufts, Georgetown e Minnesota sono stati detenuti in circostanze simili. Jasmine Sarryeh, studentessa SIPA e amica di Khalil, ha espresso preoccupazione e disillusione nei confronti dell’ateneo, accusandolo di silenzio sulla libertà di parola e di mancato supporto agli studenti colpiti da tali provvedimenti.