lunedì, 31 Marzo, 2025
Società

Stretta su migranti e passaporti: il governo accelera su Albania e discendenza italiana

Al Cdm il nuovo decreto per i trasferimenti nei Cpr all’estero e la riforma sul riconoscimento ai figli degli emigrati. Tajani: “Stop alle scorciatoie, servono legami autentici con il Paese”

Un Consiglio dei Ministri denso di provvedimenti quello che si è svolto ieri, che segna un importante giro di vite su due fronti caldi: la gestione dell’immigrazione irregolare e la riforma della cittadinanza italiana per discendenti di emigrati. Tra le decisioni adottate, spicca l’approvazione del Decreto Albania, che apre le porte all’utilizzo dei Centri di permanenza per i rimpatri anche fuori dai confini italiani, e un pacchetto legislativo che rivede profondamente i criteri per ottenere la cittadinanza italiana iure sanguinis.

Il tema dei migranti

Matteo Piantedosi, Ministro degli Interni
Matteo Piantedosi, Ministro degli Interni

“Non snaturiamo i Cpr, li potenziamo”. Con queste parole il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha presentato il decreto che modifica la legge di ratifica del protocollo con l’Albania, approvato a novembre. Il provvedimento consente di utilizzare strutture albanesi per ospitare migranti irregolari fermati in Italia, senza costi aggiuntivi per lo Stato. Il centro in Albania, già attivo per 48-49 posti e in fase di espansione fino a 140, sarà utilizzato come un’estensione dei Cpr italiani. “Lo stesso accade già oggi in Italia, con detenuti trasferiti da un Cpr all’altro. L’Albania non è lontana come si pensa: da Milano a Trapani ci sono più chilometri che dall’Italia alle coste albanesi”, ha spiegato Piantedosi. Il governo, dunque, mira a rendere questo strumento operativo al più presto: “Stiamo già programmando un primo trasferimento di persone”, ha aggiunto il Ministro. Il centro albanese, ha sottolineato Piantedosi, “non sostituisce i Cpr italiani, ma li affianca”. L’esecutivo ha già in cantiere altri cinque nuovi centri sul territorio nazionale, tre dei quali in fase di verifica finale e due prossimi all’affidamento. Una rete sempre più strutturata per affrontare in modo sistemico il fenomeno migratorio.

Sui rimpatri, il Viminale rivendica risultati concreti: “Nel 2023 abbiamo registrato un incremento del 35% rispetto all’anno precedente, che a sua volta segnava un +17-18% sul 2021. Un trend crescente”, ha aggiunto il Ministro.

Cittadinanza italiana

Antonio Tajani, Ministro degli Esteri
Antonio Tajani, Ministro degli Esteri

Un altro pilastro del Consiglio dei Ministri è stato il cosiddetto pacchetto cittadinanza, presentato dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’obiettivo dichiarato è contrastare gli abusi nel riconoscimento della cittadinanza italiana ai discendenti degli emigrati, con numeri ormai fuori controllo: tra il 2014 e il 2024, gli italiani residenti all’estero sono aumentati del 40%, passando da 4,6 a 6,4 milioni. I procedimenti giudiziari pendenti per l’accertamento della cittadinanza sono oltre 60.000. La riforma (che prevede un decreto legge e due disegni di legge) cambia profondamente le regole. Il principio dello ius sanguinis non viene abolito, ma limitato: d’ora in avanti si otterrà automaticamente la cittadinanza italiana solo se si ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia. Non saranno più sufficienti avi più lontani per vantare il diritto al passaporto tricolore.

“Dalla mezzanotte cambiano le regole”, ha dichiarato Tajani. “Con questa riforma tuteliamo i veri cittadini italiani all’estero e impediamo la finta cittadinanza, spesso oggetto di commercializzazione. Essere italiani è una cosa seria”.

La seconda fase della riforma introdurrà requisiti ancora più stringenti. I cittadini nati e residenti all’estero dovranno dimostrare, almeno una volta ogni 25 anni, un effettivo esercizio dei diritti e dei doveri di cittadino italiano. Niente più automatismi, dunque, ma una cittadinanza che dovrà essere “vissuta”. Parallelamente, cambia anche il percorso amministrativo: le richieste non saranno più gestite dai consolati, ma da un ufficio centralizzato alla Farnesina, con un anno di transizione per organizzare la nuova struttura. L’obiettivo è rendere il sistema più efficiente e liberare risorse consolari per chi è già cittadino.

La riforma della cittadinanza rientra in una più ampia ristrutturazione dell’apparato consolare e diplomatico. Tra le novità, semplificazioni per legalizzazioni, anagrafe, rilascio di passaporti e carte d’identità valide per l’espatrio. “Stiamo mettendo la Farnesina al servizio dei cittadini e delle imprese”, ha dichiarato Tajani, evidenziando anche l’impatto della riforma sull’immigrazione di ritorno: “Non vogliamo penalizzare chi si sente italiano, ma neppure favorire chi cerca scorciatoie”.

Scuola, imprese, territorio

Giuseppe Valditara, Ministro dell'Istruzione e del Merito
Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito

Il Consiglio dei Ministri ha approvato anche altri provvedimenti rilevanti. Sul fronte scuola, un decreto del Pnrr mira a combattere il fenomeno dei ‘diplomifici’, imponendo regole più rigide per l’iscrizione e il funzionamento delle scuole paritarie. Si potrà sostenere al massimo due anni di esami in uno, e le scuole dovranno adottare obbligatoriamente il registro elettronico. Valditara, ministro dell’Istruzione, ha parlato di una scuola “seria, che garantisca competenze reali”, annunciando anche l’anticipo dei tempi per la firma dei contratti di lavoro e l’istituzione di un elenco nazionale per il reclutamento dei docenti.

Il decreto include anche una modifica al sistema di reclutamento Pnrr, permettendo l’immissione in ruolo degli idonei anche oltre la soglia del 30% dei posti disponibili e, in caso di necessità, anche in regioni diverse da quella del concorso. Sono inoltre stati stanziati fondi per gli asili nido (820 milioni), la fornitura gratuita di libri scolastici (aumento fino a 3 milioni di euro dal 2026) e la formazione docenti per la prevenzione delle dipendenze giovanili.

Anna Maria Bernini, Ministro dell'Università e della Ricerca
Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca

Inoltre il Cdm ha approvato un decreto che segna una svolta nel sistema universitario, annunciata dalla Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Il numero chiuso alla facoltà di Medicina, così come è stato finora conosciuto, viene superato: si passa a un’apertura progressiva, ponendo fine al sistema attuale. L’obiettivo è eliminare anche il “mercato della formazione privata” basato su test mnemonici, spesso scollegati dai reali contenuti. La riforma, però, non riguarda le università telematiche: i corsi di Medicina, Chirurgia e Veterinaria continueranno a essere solo in presenza.

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy
Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy

Sul fronte industriale, il governo ha approvato una riforma dell’Amministrazione straordinaria per semplificare la gestione delle crisi aziendali. Il Ministro Adolfo Urso ha sottolineato la volontà di trasformare quello che era un “pantano burocratico” in uno strumento efficace di politica industriale. Nasce anche un albo speciale di esperti che affiancheranno il Ministero nella gestione delle crisi, con l’obiettivo di risoluzione tempestiva e rilancio delle imprese strategiche.

Infine, il Cdm ha stanziato un ulteriore milione e 205mila euro per i territori umbri colpiti dal sisma del marzo 2023. La somma si aggiunge ai già previsti 6,3 milioni di euro per il completamento delle attività di ricostruzione e messa in sicurezza delle frazioni di Pierantonio, Pian d’Assino e Sant’Orfeto.

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