martedì, 1 Aprile, 2025
Esteri

Missili yemeniti su Tel Aviv, volo Ita Airways torna sul mare. Idf in Libano e a Gaza uccide un capo militare di Hezbollah e il portavoce di Hamas

Proteste a Gaza, Hamas: "sono contro Israele". Onu: "Bombardamenti devastanti", 860 nuovi morti

Mentre il conflitto a Gaza e in tutto il medio oriente continua senza sosta, ieri un nuovo attacco dallo Yemen ha fatto suonare le sirene d’allarme all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv e in altre zone di Israele. Migliaia di persone, in partenza per le vacanze di Pasqua, si sono rifugiate nei ricoveri mentre il volo Ita Airways AZ806 partito da Roma Fiumicino in atterraggio a Tel Aviv si è visto costretto a allontanarsi dalla zona. “Non ci sono state conseguenze per i passeggeri e per l’equipaggio a bordo”, si legge ancora nella nota. La Compagnia “continua a monitorare attentamente le evoluzioni geopolitiche nell’area mediorientale valutando i possibili impatti delle stesse sulle operazioni”.

Hamas: proteste Gaza contro Israele

Secondo Hamas le proteste dei civili palestinesi che da due giorni chiedono all’organizzazione di lasciare il potere per far finire i raid israeliani, sarebbero in realtà esclusivamente contro Israele, ma ”c’è chi sta cercando di manipolarle”. Contemporaneamente il portavoce di Hamas, Abdul Latif al-Qanou, è stato ucciso in un attacco aereo contro il negozio in cui si trovava a Jabalia, nel nord della striscia. “Gli attacchi dell’occupazione contro i leader e i portavoce del movimento non spezzeranno la nostra determinazione, ma piuttosto rafforzeranno la nostra volontà di proseguire il cammino verso la liberazione della terra e dei luoghi sacri”, ha dichiarato il gruppo. Anche in Libano, l’Idf ha effettuato un attacco nel distretto di Tiro in cui è stato ucciso un comandante di alto rango di Hezbollah. Ahmed Adnan Bajija, comandante di battaglione della forza d’élite Radwan di Hezbollah ha direttonumerosi attacchi contro Israele durante il cessate il fuoco

Onu: “bombardamenti su Gaza devastanti”

Da quando sono ripresi i raid israeliani a Gaza il 18 marzo, dopo una pausa di due mesi, almeno 860 persone sono morte, secondo il ministero della Sanità di Gaza. Solo nelle ultime 24 ore, 38 palestinesi sono stati uccisi. Dall’inizio del conflitto il 7 ottobre 2023, il bilancio delle vittime è salito a 50.183. il portavoce dell’Onu nel suo bollettino quotidiano ha dichiarato che “I bombardamenti incessanti e gli ordini quotidiani di evacuazione stanno provocando danni enormi alla popolazione di Gaza, che conta oltre due milioni di abitanti”.

L’agenzia per gli Affari umanitari ha evidenziato che “lo spazio vitale per le famiglie nella Striscia si sta progressivamente riducendo. (…) In soli sette giorni, 142.000 persone sono state costrette a fuggire, e il numero è destinato a salire”.

Tajani: “essenziale ritornare al cessate il fuoco”

“La rottura del cessate il fuoco a Gaza è una causa di grande preoccupazione in Medio Oriente, poiché rischia di compromettere i progressi delicati verso il rilascio degli ostaggi, la ripresa completa degli aiuti umanitari e la cessazione definitiva delle ostilità”, ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani durante l’esame della Deliberazione del Consiglio dei ministri riguardo la partecipazione dell’Italia a missioni internazionali nel 2025. “La nostra priorità resta il ripristino del cessate il fuoco, un passo necessario anche per evitare escalation pericolose in tutta la regione”, ha aggiunto. “Il messaggio dell’ultimo Consiglio europeo è chiaro: è fondamentale tornare al dialogo e proseguire con la seconda fase dell’accordo sul cessate il fuoco”, ha continuato. “Hamas non deve avere alcun ruolo nel futuro della Striscia. L’unico interlocutore che riconosciamo rimane l’Autorità nazionale palestinese. Le proteste contro Hamas ci confermano che la nostra scelta è la più giusta. Per questo siamo al fianco di Ramallah per le riforme, a partire dalla sicurezza”. Ha detto Tajani, ricordando l’invio di “carabinieri a Rafah per garantire l’apertura del valico, fondamentale per la popolazione, e per formare le forze di sicurezza palestinesi”. “In futuro – ha aggiunto – l’Italia è pronta a contribuire a una missione di peacekeeping a guida araba nella Striscia”.

 

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