Mentre Israele inasprisce i raid sulla Striscia di Gaza, anche la Cisgiordania, il Libano e la Siria tornano nel mirino dell’Idf. Secondo quanto riportato dal Financial Times, Israele sta valutando piani per un’occupazione prolungata di Gaza, e anche se Hamas si dice pronto a liberare 5 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco, come proposto dall’Egitto, la trattativa resta bloccata: secondo il quotidiano israeliano Haaretz, il governo di Tel Aviv insiste sulla liberazione di almeno 11 ostaggi.
“Hamas pagherà un prezzo sempre più alto”
Le forze israeliane hanno condotto un raid a Qalqilya, in Cisgiordania, uccidendo almeno tre persone, tra cui un presunto terrorista. Secondo fonti militari, il sospettato stava pianificando un attentato. Intanto gli attacchi israeliani su Gaza hanno causato almeno 23 morti, tra cui sette bambini. La Mezzaluna Rossa palestinese ha accusato Israele di aver attaccato le sue ambulanze nel sud di Gaza, nei pressi di Rafah. Dall’inizio della nuova offensiva, i morti palestinesi sono saliti a 792, mentre il numero complessivo di vittime dall’inizio del conflitto supera le 50.000. Il Financial Times riferisce che l’esercito israeliano ha delineato una strategia per riconquistare Gaza, eliminare Hamas e stabilire un’amministrazione militare a lungo termine. Il piano prevede il richiamo di diverse divisioni di combattimento per prendere il controllo di vaste aree della Striscia e spingere la popolazione palestinese in una “zona umanitaria” lungo la costa del Mediterraneo. Questa proposta ha il sostegno tacito dei ministri dell’estrema destra e potrebbe essere influenzata dal possibile ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. In questo quadro si è inserito Israel Katz, ministro della Difesa israeliano, che ha annunciato di aver approvato nuovi piani per operazioni militari ininterrotte contro Hamas. “Il nostro obiettivo primario è il ritorno degli ostaggi. Se Hamas si rifiuta di collaborare, pagherà un prezzo crescente, perdendo territorio, combattenti e infrastrutture”. A queste affermazioni il primo ministro Isaac Herzog ha risposto su X: “Sono sconvolto per il fatto che improvvisamente la questione degli ostaggi non è più in cima alla lista delle priorità e tra le prime notizie. Come è possibile?”.
Ospedali sotto attacco, ONU riduce la presenza
Medici Senza Frontiere (MSF), sottolineando che il sistema sanitario di Gaza è al collasso, ha condannato l’attacco all’ospedale Nasser di Khan Younis, avvenuto il 23 marzo, quando l’esercito israeliano ha colpito il reparto di chirurgia, causando la morte di almeno due persone e gravi danni alla struttura. Parallelamente le Nazioni Unite hanno annunciato il ritiro di un terzo del loro personale internazionale da Gaza, dopo che un attacco israeliano ha colpito un loro complesso, uccidendo un dipendente e ferendone altri cinque. Le difficoltà nel garantire aiuti umanitari e la continua escalation del conflitto hanno reso insostenibile la loro permanenza.
Israele colpisce basi militari in Siria
L’esercito israeliano ha bombardato due basi militari in Siria centrale, le stesse già attaccate nei giorni precedenti. Secondo fonti ufficiali, l’obiettivo era eliminare potenziali minacce alla sicurezza di Israele. L’Unione Europea ha espresso preoccupazione per il rischio di un’escalation nel conflitto regionale. Nel sud della Siria, almeno cinque persone, tra cui una donna, sono state uccise durante un attacco delle forze israeliane nei pressi di Daraa. Le truppe di Tel Aviv hanno impiegato carri armati per colpire il villaggio di Koya.
Libano: eliminato un comandante di Hezbollah
L’aviazione israeliana ha condotto anche un attacco nel sud del Libano, uccidendo Hassan Kamal Halawi, comandante dell’unità anti-carro di Hezbollah. Secondo le Forze di Difesa Israeliane, Halawi era responsabile di numerosi attacchi contro Israele e ricopriva un ruolo chiave nella rete di rifornimento di armi del gruppo militante. L’attacco si inserisce in una serie di operazioni mirate condotte da Israele nel sud del Libano, dove Hezbollah continua a lanciare razzi e attacchi contro obiettivi israeliani lungo il confine. Le tensioni tra le due parti sono aumentate negli ultimi mesi, con ripetuti scontri che minacciano di sfociare in un conflitto più ampio. Hezbollah ha dichiarato che la morte di Halawi non rimarrà impunita, alimentando il timore di una nuova escalation nella regione.
Houthi rivendicano attacchi
I ribelli Houthi dello Yemen hanno dichiarato di aver lanciato due missili balistici contro Israele, prendendo di mira l’aeroporto Ben Gurion. Sebbene i missili siano stati intercettati, l’episodio conferma il coinvolgimento sempre più ampio di attori regionali nel conflitto.