“Mentre la discussione nel Governo sulla regionalizzazione si sposta sul reclutamento dei docenti e sull’incostituzionalità, giustamente evidenziata dal M5S, di assumere docenti con concorsi regionali, pagandoli in questo modo qualcosa in più ma decidendo per loro un nuovo orario di lavoro naturalmente maggiorato, spuntano le ultime bozze sull’ipotesi di autonomia differenziata che comportano il trasferimento di alcune competenze dello Stato a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna: in base a quel testo, i dirigenti e docenti (precari e nuovi assunti) diventeranno impiegati regionali. Ma dove sono i soldi?”.
Cosi’ in una nota l’Anief che si dice d’accordo cn le parole della senatrice del M5S, Bianca Laura Granato, secondo la quale ‘l’unico modo sensato per risolvere i problemi del precariato è quello di assegnare ai ruoli effettivamente tutti i posti vacanti e disponibili, cosa che purtroppo non sempre si fa, convertire l’organico di fatto in organico di diritto quando questo superi ovviamente una certa percentuale dei posti disponibili su quel tipo di insegnamento, mi riferisco ovviamente al sostegno’.
L’Anief, da parte sua, chiede “senza sosta di immettere in ruolo su tutti i posti vacanti, compresi quelli nascosti su organico di fatto per non pagare ai supplenti i mesi estivi e, soprattutto, per non dare loro possibilità di entrare in ruolo, fare ricostruzione di carriera e percepire stipendi maggiori.
Il tempo dell’attesa gratuita infinita, però, potrebbe essere non più compatibile con le sentenze che fanno giurisprudenza: a essere interessati alla stabilizzazione, che non e’ una concessione ma un diritto sacrosanto, sono tutti i precari con titolo che hanno svolto 36 mesi di servizio, gli abilitati all’insegnamento, i vincitori di concorso e idonei, a partire dalla procedura del 2016, che ancora attendono di essere assunti”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, afferma che “sosteniamo quanto dichiarato dal vice-presidente del Consiglio, Di Maio, e cioè che la scuola delle Regioni è incostituzionale. Bisogna puntare su organici differenziati e risorse maggiori nei territori piu’ deboli piuttosto che abbandonarli a se stessi. Cosi’ si tutela l’autonomia della scuola”. (Italpress)