L’FBI ha emesso, mercoledì, un avviso di ricerca per Baoxia “Emily” Liu, cittadina cinese, offrendo una ricompensa fino a 15 milioni di dollari per informazioni su di lei e su altri sospettati coinvolti nel contrabbando di armi dagli Stati Uniti all’Iran. Liu, insieme a tre connazionali, è stata incriminata nel gennaio 2024 dal Dipartimento di Giustizia per l’esportazione illegale di materiali statunitensi destinati a entità legate al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) e al Ministero della Difesa iraniano (MODAFL), responsabili della produzione di missili e droni militari. Gli altri accusati sono Li Yongxin (“Emma Lee”), Yung Yiu Wa (“Stephen Yung”) e Zhong Yanlai (“Sydney Chung”). Il Dipartimento di Stato ha offerto la ricompensa per favorire il contrasto ai meccanismi finanziari dell’IRGC, designato come Organizzazione Terroristica Straniera e coinvolto in numerosi attacchi tramite gruppi come Hamas e Hezbollah. Secondo le autorità, dal 2007 Liu e gli altri imputati avrebbero utilizzato società di facciata in Cina per contrabbandare componenti elettronici USA verso l’Iran, destinandoli alla fabbricazione di droni e sistemi missilistici. L’IRGC, aggirando sanzioni e controlli commerciali, si serve di aziende fasulle per ottenere tecnologie avanzate. Il Presidente USA, Donald Trump, ha inviato una lettera alla guida suprema iraniana, Ali Khamenei, proponendo negoziati per porre fine al programma nucleare del Paese. Le autorità statunitensi hanno dichiarato che Liu e i suoi complici avrebbero falsificato i destinatari finali dei componenti elettronici, permettendo l’esportazione verso società di facciata in Cina, che successivamente trasferivano i materiali ad azienda in Iran, in violazione delle sanzioni e dei regolamenti USA. La tecnologia trafugata è stata impiegata dall’IRGC e dal MODAFL per produrre droni e armi successivamente venduti a Paesi e gruppi alleati, tra cui Russia, Sudan e Yemen.