Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ordinato la chiusura di ‘Voice of America’ (VOA), storica agenzia di stampa statunitense finanziata dallo Stato, accusandola di parzialità e propaganda divisiva. “VOA è fuori sintonia con i valori americani da anni”, ha dichiarato un rappresentante della Casa Bianca a Fox News Digital. Con un ordine esecutivo, Trump ha deciso di eliminare sette uffici governativi, tra cui la ‘United States Agency for Global Media’ (USAGM), che supervisiona ‘Voice of America’ e ‘Radio Free Europe/Radio Liberty’. Il provvedimento prevede un drastico ridimensionamento delle funzioni e del personale delle entità interessate. Kari Lake, nominata a capo della VOA nel dicembre scorso, ha informato i dipendenti di controllare la posta elettronica per aggiornamenti sul loro futuro lavorativo. Ex giornalista e figura politica repubblicana, Lake ha scritto su X che l’ordine esecutivo coinvolge USAGM, VOA e Office of Cuba Broadcasting (OCB), che gestisce ‘Radio e TV Martí’ a Miami. Durante il weekend, un’e-mail ha notificato ai dipendenti la cessazione del loro impiego, senza specificare il numero di persone coinvolte. In un comunicato, Lake ha definito l’agenzia “irrimediabilmente corrotta e una minaccia per la sicurezza nazionale”. Le istituzioni colpite dall’ordine esecutivo includono: ‘Federal Mediation and Conciliation Service’, ‘US Agency for Global Media’, ‘Woodrow Wilson Center’, ‘Institute of Museum and Library Services’, ‘US Interagency Council on Homelessness’, ‘Community Development Financial Institutions Fund’ e ‘Minority Business Development Agency’. VOA era già stata criticata per presunti contenuti di parte, come la “sanificazione” di Hamas e la pubblicazione di articoli controversi, tra cui uno sul “privilegio bianco” e altri che, secondo le accuse, avrebbero favorito Joe Biden durante le elezioni del 2020. Un ex dipendente ha descritto l’agenzia come “un’operazione canaglia caratterizzata da arroganza e pregiudizi”.
