La sicurezza degli operatori sanitari e sociosanitari della Croce rossa italiana è sempre più a rischio. Secondo il Report 2024 dell’Osservatorio sulle aggressioni agli operatori della Cri, pubblicato in occasione della ‘Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari’, il 67,08% degli episodi di violenza avviene durante l’attività di trasporto in ambulanza. Un dato allarmante che evidenzia il pericolo concreto che i soccorritori affrontano ogni giorno mentre svolgono il loro servizio. I numeri emersi dal report delineano un quadro preoccupante: nella maggior parte dei casi, sia la vittima che l’aggressore sono uomini (rispettivamente 69,06% e 69,80%). Inoltre, in quasi la metà degli episodi segnalati (47,26%), l’aggressore è un utente, ovvero una persona soccorsa o comunque legata al contesto dell’emergenza sanitaria. Quanto al tipo di violenza esercitata, nel 53,94% dei casi si tratta di aggressioni verbali, mentre nel restante 46,06% si tratta di aggressioni fisiche. Tra queste ultime, nel 76,25% dei casi si sono registrati danni a persone, rendendo il fenomeno ancora più grave e preoccupante.
Un fenomeno in crescita
La Croce rossa italiana non resta a guardare di fronte a questa escalation di violenze. Già nel 2018 lanciò la campagna nazionale Non sono un bersaglio, nata per denunciare il costante intensificarsi di attacchi agli operatori sanitari e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di proteggere chi è impegnato in prima linea nei soccorsi. Questa iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto ‘Health Care in Danger’, promosso dal Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che mira a tutelare gli operatori, le strutture e i convogli sanitari nei contesti di conflitto. Parallelamente, la Cri ha istituito un Osservatorio dedicato per monitorare il fenomeno delle aggressioni. I dati raccolti vengono elaborati e analizzati per comprendere l’evoluzione del problema e adottare misure adeguate per contrastarlo. Un ruolo chiave in questa strategia di prevenzione e formazione è affidato ai Volontari della Cri con qualifica di Istruttore di Diritto internazionale umanitario specializzati nel programma ‘Health Care in Danger’. Questi operatori, attraverso corsi specifici, diffondono le conoscenze necessarie per gestire situazioni di rischio e proteggere gli operatori sanitari.
Un fenomeno inaccettabile
A commentare i dati emersi dal report è il Presidente Nazionale della Croce rossa italiana, Rosario Valastro, che ha espresso forte preoccupazione: “I dati che emergono dal Report sono preoccupanti e dimostrano come ci sia ancora tanto da fare nella sensibilizzazione su un fenomeno purtroppo in crescita. È importante far capire che attaccare gli operatori e i soccorritori significa privare qualcuno in difficoltà di un aiuto che magari potrebbe salvargli la vita. Le persone che non potranno essere soccorse a causa dell’aggressione a un sanitario diventano infatti le vittime indirette di quella stessa violenza”. Valastro ha poi sottolineato come gli attacchi al personale sanitario e sociosanitario siano “intollerabili, tanto in tempo di pace quanto in aree di conflitto, laddove il soccorso può ancor più fare la differenza tra vivere e morire”. Ha ribadito l’importanza di garantire protezione agli operatori sanitari e umanitari, affinché possano svolgere il loro lavoro senza dover temere per la propria incolumità.