mercoledì, 12 Marzo, 2025
Europa

Von der Leyen presenta il piano ‘ReArm Europe’: i partiti italiani si dividono. Conte: “No all’escalation militare”

La Presidente della Commissione europea espone il progetto per rafforzare la sicurezza dell’Ue, ma le reazioni sono contrastanti. Il Centrosinistra diviso anche sulla manifestazione di sabato a Roma

C’era tantissima attesa per la presentazione del progetto ‘ReArmEurope’, il piano di potenziamento militare che punta a rafforzare la sicurezza dell’Unione in un contesto geopolitico sempre più instabile (leggasi Ucraina e Medioriente in primis). A farlo, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha usato parole di grande preoccupazione per quel che riguarda il prossimo futuro: “La pace non è più scontata. Siamo di fronte a una crisi della sicurezza europea. È il momento della pace attraverso la forza, di una difesa comune. Servirà più coraggio, il tempo delle illusioni è finito. Ci attendono scelte difficili”, le sue parole. La proposta ha scatenato però una reazione molto contrastante tra le forze politiche italiane. Da un lato, le forze di estrema Sinistra, i Sovranisti e i Populisti hanno espresso una netta opposizione, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia sostengono il piano. Il Movimento 5 Stelle, con il suo leader Giuseppe Conte, ha organizzato una manifestazione per esprimere il proprio dissenso: “No all’escalation militare”, ha dichiarato l’ex Premier. Anche la Lega ha manifestato la propria contrarietà. Il Partito Democratico, invece, si trova diviso: mentre l’ala riformista è favorevole, il gruppo vicino alla segretaria Elly Schlein si oppone, con trattative ancora in corso in serata sul testo della risoluzione.

Dalla pace alla deterrenza

Settant’anni dopo Alcide De Gasperi, la difesa europea torna al centro del dibattito politico. Von der Leyen ha sottolineato che l’Europa non può più permettersi di abbassare la guardia e ha citato proprio De Gasperi: “Non abbiamo bisogno soltanto di pace tra di noi, ma dobbiamo costruire anche una difesa comune. Non per minacciare o conquistare, ma per fungere da deterrente ad ogni attacco esterno guidato dall’odio contro l’Europa unita”. La Presidente della Commissione ha ribadito che l’illusione di una Russia integrata nell’architettura occidentale è ormai tramontata. Dopo la fine della Guerra Fredda, l’Europa ha drasticamente ridotto la propria spesa militare, passando dal 3,5% del Pil a meno della metà, confidando nella protezione americana. Ma oggi, di fronte all’invasione russa dell’Ucraina, l’Ue è chiamata a ripensare la propria strategia difensiva.

Il piano ReArm Europe

L’obiettivo del piano ‘ReArm Europe’ è colmare il divario tra la produzione militare russa e quella europea: “La produzione europea è ancora su un ordine di grandezza inferiore a quella russa”, ha avvertito von der Leyen, evidenziando che il Cremlino investe più dell’intera Ue nel settore militare. Il piano prevede di mobilitare fino a 800 miliardi di euro, portando la spesa per la difesa oltre il 3% del PIL comunitario. Per raggiungere questo obiettivo, verranno utilizzate tutte le leve finanziarie disponibili, incluse le nuove regole di bilancio, con l’attivazione della “clausola di salvaguardia nazionale”, che consentirà agli Stati membri di incrementare la spesa senza compromettere i parametri di stabilità economica.
Parallelamente a ‘ReArm Europe’, il Consiglio europeo ha dato il via libera al fondo SAFE (Security Action For Europe), che prevede prestiti per 150 miliardi di euro destinati agli Stati membri per investimenti mirati in difesa: “Gli investimenti si concentreranno su settori strategici come difesa aerea, droni, munizioni, missili, cybersecurity e intelligenza artificiale”, ha spiegato von der Leyen.
Il coinvolgimento del settore privato è un altro elemento chiave del piano. Il Ministro dell’Economia polacco Andrzej Domanskiha sottolineato che “la sicurezza europea necessita di strumenti finanziari innovativi, tra cui l’attrazione di investitori privati”. Per questo, si stanno valutando sinergie con programmi come ‘InvestEU’, al fine di potenziare la capacità industriale dell’UE nel settore della difesa.

L’Italia e il nodo del finanziamento

L’Italia ha presentato una proposta che prevede la mobilitazione di 200 miliardi di euro, cercando di coinvolgere efficacemente i capitali privati senza gravare sulla spesa pubblica. Ma il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha espresso preoccupazione: “Non possiamo concepire il finanziamento della difesa a scapito della sanità e dei servizi pubblici. Sarebbe inaccettabile”.
Per questo motivo, l’Italia ha proposto l’iniziativa ‘EuropeanSecurity & Industrial Innovation Initiative’ (EU-SII), un fondo di garanzia che, con un investimento iniziale di 16,7 miliardi di euro, potrebbe mobilitare fino a 200 miliardi di investimenti industriali aggiuntivi. L’obiettivo è ottimizzare le risorse nazionali ed europee per convogliare i capitali privati in investimenti strategici di lungo periodo.
“Dobbiamo distinguere tra i bisogni immediati legati alla guerra in Ucraina e la strategia di sicurezza a lungo termine dell’Ue”, ha dichiarato Giorgetti, chiedendo un piano chiaro che contempli la possibilità di convertire le industrie esistenti e svilupparne di nuove nei settori chiave della difesa.

La spaccatura politica

Oggi il Parlamento europeo voterà una risoluzione sul Libro bianco della difesa, che includerà il piano ‘ReArm Europe’. I partiti italiani si dividono nettamente sulla questione: Movimento 5 Stelle, Lega, Alleanza Verdi Sinistra e i loro gruppi europei voteranno contro, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia sosterranno la risoluzione, insieme al Partito Popolare Europeo e ai Conservatori e Riformisti. Fratelli d’Italia ha proposto un emendamento per rinominare il piano ‘ReArm Europe’ in ‘DefendEurope’, ma il loro voto rimarrà comunque favorevole. I Verdi europei dovrebbero appoggiare la risoluzione, mentre il Partito Democratico è spaccato: l’ala riformista è favorevole, mentre la fazione vicina alla segretaria Elly Schlein è contraria.
Il Centrosinistra è diviso anche sulla manifestazione di sabato a Roma: il M5S ha già annunciato che non parteciperà e così la coalizione sembra essere più divisa che mai.

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