I prezzi alle stelle dei costi di produzione e gestione, di affitti e personale. È stato il 2024 un anno difficile per le librerie italiane, dove si sono evidenziate “più ombre che luci” come testimoniano i dati dell’ultimo Osservatorio Ali Confcommercio e il focus Group sulle librerie di catena, entrambi realizzati in collaborazione con Format Research. A pesare sul comparto sono soprattutto gli aumenti dei costi e le criticità legate al funzionamento delle nuove Carte cultura in particolare, le librerie soffrono per i prezzi alle stelle dei costi di produzione e gestione, di affitti e personale. “Alle difficoltà finanziare si aggiungono poi quelle per l’accesso al credito, ma anche per la complessità nella logistica e nei processi organizzativi, oltre alla diminuzione della popolazione scolastica dovuta al declino delle nascite, che costituisce una difficoltà anche in prospettiva futura”.
Rincari e rischio vendite
Diversi e seri i problemi che la ricerca dell’Osservatorio Ali Confcommercio sottolinea, il rincaro delle materie prime e dei costi di stampa che ha poi spinto gli editori ad aumentare i prezzi di copertina, con il rischio di ridurre ulteriormente le vendite e il numero di lettori. Inoltre, per le librerie la sostituzione dell’App18 con le due tessere della Cultura e del Merito ha avuto un impatto negativo sulle abitudini di consumo dei lettori più giovani e sulle vendite. La decisione di erogare il contributo secondo limiti ISEE ha infatti spostato la spesa dei giovani verso i libri scolastici e universitari, riducendo le letture per svago. Per l’Associazione dei librai sia il decreto cultura che il Piano Olivetti contengono misure utili, ma non sufficienti per sostenere il settore del libro e la crescita culturale.
Serve l’attenzione del Governo
“Gli andamenti di gennaio e di febbraio 2025”, annota il presidente Ali, Paolo Ambrosini, “purtroppo confermano, e anzi peggiorano, i dati del 2024 sulla contrazione di vendite e lettori. Questo trend avrà ripercussioni importanti sia sugli investimenti che sulla tenuta della rete commerciale, che vede erodersi la capacità di far fronte agli impegni assunti. Accesso al credito e risorse finanziarie sono, dunque, oggi più che mai strumenti fondamentali per librerie. La recente approvazione del decreto Cultura con il piano Olivetti è certamente un segnale di attenzione da parte del Governo che ci auguriamo possa trovare una sua continuità e un rafforzamento nel tempo”.
Un anno difficile
Nel 2024, il clima di fiducia tra le imprese del settore librario ha subito un calo significativo, con una ripresa solo verso la fine dell’anno, ma con attese sui ricavi peggiori rispetto al 2023. Le librerie di catena affrontano costi di produzione e gestione in crescita, uniti al calo della popolazione scolastica, mentre la sostituzione dell’App18 con le nuove Carte Cultura ha avuto un impatto negativo sulle vendite, riducendo la spesa per la lettura di svago.
Giù i consumi di beni ricreativi
La fiducia sull’andamento della propria attività è calata significativamente nel primo trimestre del 2024, con una lieve ripresa solo verso la fine dell’anno, con attese sui ricavi nella seconda metà nettamente peggiori rispetto al 2023, con un calo di 8 punti. I risultati dell’Osservatorio sono in linea con quanto emerso anche dagli ultimi dati diffusi dalla Congiuntura Confcommercio secondo cui i consumi per i beni e servizi ricreativi sono diminuiti dell’1,5% su base annua e del 3,9% rispetto al periodo pre-pandemico. Nel settore librario, gli ultimi dati parlano di un 2024 caratterizzato da un calo del numero dei lettori e delle vendite di libri di oltre il 2% rispetto all’anno precedente. La situazione occupazionale delle librerie indipendenti riflette l’andamento tipico del settore, con una flessione degli organici nella prima metà dell’anno e un aumento nel secondo semestre che rimane tuttavia inferiore rispetto allo stesso periodo del 2023.
Accesso al credito e tagli importi
Nel primo semestre del 2024 si è ridotto il numero di imprese che hanno richiesto accesso al credito, così come la percentuale di librerie che hanno ottenuto l’importo richiesto per intero. Le difficoltà finanziarie sono evidenziate dal fatto che l’82,1% delle librerie indipendenti ha chiesto liquidità per la gestione ordinaria, mentre solo il 5,3% ha richiesto fondi per investimenti.
Librerie di catena i costi
A livello di settore gli ostacoli principali delle librerie di catena riguardano l’aumento dei costi di produzione e di gestione e la complessità nella logistica e nei processi organizzativi. A questi si aggiunge poi l’aumento degli affitti e del costo del personale, mentre a livello sociale il calo della popolazione scolastica dovuta al declino delle nascite, che costituisce una preoccupazione anche in prospettiva futura.
Il dilemma: alzare i prezzi?
Entrando nel dettaglio, l’aumento dei costi di produzione, dovuto al rincaro delle materie prime e dei costi di stampa, ha spinto gli editori ad alzare i prezzi di copertina trasferendo l’onere sui consumatori, questo meccanismo rischia di ridurre ulteriormente le vendite e il numero di lettori. L’opinione poi rispetto alla sostituzione dell’App18 con le nuove Carte Cultura è piuttosto critica. La riduzione dei fondi stanziati e il cambiamento nel target dei beneficiari hanno avuto una importante ricaduta in negativo sulle vendite e sulle abitudini di consumo dei lettori più giovani. La decisione di erogare il contributo secondo limiti ISEE ha spostato la spesa dei giovani verso i titoli scolastici/universitari, riducendo le letture per svago.
Tra le varie soluzioni proposte dalle librerie di catena per fronteggiare la crisi e accrescere la resilienza della filiera troviamo: l’introduzione di un sistema di detrazione fiscale per l’acquisto di libri; il potenziamento delle nuove Carte Cultura, estendendo la platea dei beneficiari e aumentando il plafond disponibile.