domenica, 9 Marzo, 2025
Esteri

Trump valuta lo spostamento di 35mila soldati dalla Germania all’Ungheria

Le rivelazione del Telegraph. Trump: “Più facile trattare con Putin che con Zelensky". Mentre senza intelligence americana Kiev si trova in difficoltà sul campo, gli attacchi russi si intensificano

Il conflitto in Ucraina continua a infiammare la politica internazionale, con nuovi scenari che si aprono sia sul fronte militare che su quello diplomatico. Mentre la guerra sul campo si intensifica, con pesanti perdite e attacchi mirati a infrastrutture strategiche, l’Europa, stretta tra il sostegno all’Ucraina e il rischio di escalation, cerca di mantenere un fronte comune, ma le tensioni interne rendono sempre più complessa la gestione della crisi. Il quotidiano britannico The Telegraph ha rivelato che Donald Trump starebbe considerando il ritiro di 35.000 truppe americane dislocate in Germania nell’ambito della NATO, con l’ipotesi di ridistribuirle in Ungheria. Secondo fonti vicine all’amministrazione americana citate dal giornale, ilpresidente sarebbe irritato dall’atteggiamento degli alleati europei, accusati di “spingere per la guerra” in Ucraina. Un simile spostamento militare potrebbe ridefinire gli equilibri all’interno della NATO, a scapito della Germania e gli altri Paesi dell’Europa occidentale, rafforzando l’asse tra Washington e Budapest, con il governo di Viktor Orbán mantiene un rapporto privilegiato con la Russia e si è recentemente opposto agli aiuti europei a Kiev. In questo quadro appaiono inquietanti le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Donald Trump, per il qualetrovare un accordo con Vladimir Putin sarebbe “più semplice” rispetto a trattare con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.”L’Europa non sa come porre fine alla guerra, ma io so come farlo”, ha dichiarato il presidente americano.

Ucraina in difficoltà

Intanto la situazione militare sul fronte ucraino si complica dopo la decisione di Washington di ridurre il flusso di intelligence fornito a Kiev. Secondo un’inchiesta del settimanale Time, la sospensione della condivisione di informazioni ha favorito l’avanzata russa in alcune aree critiche, come il settore di Kursk, causando pesanti perdite tra le truppe ucraine. “Ci sono centinaia di morti”, ha rivelato una fonte anonima al Time, sottolineando che il principale problema è il morale delle truppe, ora costrette a combattere senza il supporto strategico garantito dai dati raccolti dagli Stati Uniti. La CNN, citando due funzionari americani, precisa che Washington continua a fornire informazioni per le operazioni difensive, ma ha ridotto il supporto per le azioni offensive, nel tentativo di non essere percepita come un attore diretto nel conflitto contro la Russia.

Zelensky: attacchi russi “spregevoli e disumani”

Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha condannato con fermezza gli ultimi bombardamenti russi su Dobropillia, nella regione di Donetsk. L’attacco, che ha causato almeno 12 morti e 30 feriti, si è caratterizzato per una tattica particolarmente brutale: dopo il primo lancio di missili, le forze russe avrebbero colpito i soccorritori giunti sul posto, una strategia mirata a massimizzare il numero di vittime. Il bilancio delle vittime dell’ultima offensiva russa sull’Ucraina è salito a 20 morti e decine di feriti. Solo a Dobropillia, nel Donetsk, 11 persone hanno perso la vita e 30 sono rimaste ferite, tra cui cinque bambini. Ulteriori attacchi hanno colpito Myrnograd, Pokrovsk e Kostyantynivka, oltre a un impianto energetico a Kiev e agli aeroporti militari ucraini. Secondo il Ministero della Difesa russo, l’operazione mirava a colpire infrastrutture strategiche legate all’industria bellica ucraina, danneggiando depositi di armi, centri di comando e officine di produzione.”Questi attacchi dimostrano che gli obiettivi della Russia non sono cambiati”, ha scritto Zelensky in un post su Facebook, ribadendo la necessità di rafforzare le difese aeree ucraine e di inasprire le sanzioni contro Mosca.

L’Europa compatta contro Mosca

Sulla stessa linea si è espressa l’Alta Rappresentante per la Politica Estera dell’UE, Kaja Kallas, che ha denunciato i “bombardamenti incessanti” della Russia, sottolineando come Vladimir Putin non abbia alcuna intenzione di negoziare la pace. Anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito che l’Italia non ha mai preso in considerazione l’invio di truppe in Ucraina e che eventuali missioni di peacekeeping dovrebbero essere condotte sotto l’egida delle Nazioni Unite. Tajani ha inoltre criticato il diritto di veto all’interno dell’UE, suggerendo che la sua eliminazione potrebbe rendere l’Europa un attore politico più incisivo sullo scenario internazionale. La presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ha poi evidenziato che “non può esistere una pace vera senza libertà” e ha ribadito la necessità di un’azione unitaria e determinata da parte dell’Unione Europea per rafforzare le proprie capacità di difesa e la collaborazione con la NATO.

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